Le nuove ricerche

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Tutti questi argomenti cambiano così rapidamente da rendere estremamente difficile e forse impossibile seguirli tutti. Per definizione, gli argomenti dei libri scientifici, tecnici e ingegneristici devono ricercare gli standard, gli invariabili ed invarianti spazio-temporali focalizzando i propri interessi agli obiettivi principali e agli scenari più generali di qualsiasi argomento ed in particolare di quello energetico e climatico condizionati dalla crisi economica.

 

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 Foto n° 1 – Nucleare, Geotermico e Eolico

 

Le nuove ricerche nei vari settore dell’energia stanno crescendo rapidamente. Dalle ricerche di petrolio fossile non convenzionale (shale oil) ai nuovi dispositivi ad energia solare e ai relativi impianti, dalle nuove biomasse a nuovi impianti di energia geotermica e, per ultimo ma non ultimo, dalle centrali nucleari a fissione classica alla ricerca sui reattori nucleari avanzati della IV generazione o dai nuovi impianti di fusione nucleare a caldo (Iter, Ignitor ecc.) al tentativo di costruzioni di impianti a fusione nucleare fredda o impianti Lenr (Low Energy Nuclear Reaction), le ricerche di energia stanno esplodendo in tutte le direzioni per soddisfare il bisogno umano di energia nel presente e nel futuro.
Delle tre emergenze principali [economica, energetica ed ecologica (EEE Emergencies)], le due ultime emergenze (energia e ecologia) sono collegati tra di loro, perché quasi l’80% dell’energia consumata nel mondo è ottenuta bruciando combustibili fossili che emettono la gran parte del gas che produce effetto serra. Questa circostanza dovrebbe porre i problemi dell’energia sempre in cima agli interessi governativi. I rapporti tecnici emessi da grandi compagnie petrolifere e gasifere descrivono i momenti alti e quelli bassi delle aree energetiche globali. Nel complesso la previsione di immagine a lungo termine è quella di un cambiamento graduale della stabilità di base del mercato dell’energia nonostante la riduzione del costo del barile di petrolio. In questo ambito di crisi economica diffusa, qualcuno afferma la crescita globale di energia è stata del 2,5% e il mercato farà fronte ad essa. Cambiamenti statistici e recensioni varie costituiscono il pane quotidiano del vero supporto al «business», e, come al solito, sono ben conditi da affascinanti nuovi sviluppi e importanti conseguenze a lungo termine indipendentemente dalle considerazioni e dai risultati del Rio + 20 e, dagli alti e bassi degli accordi governativi e compromessi politici fra i Paesi membri europei.

 

 

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Foto n°2 – Petrolio, solare, legno-biomassa, idraulico

 

Fra questi si possono ricordare, ad esempio, il programma «Life» della Direzione Generale Ambiente della Commissione europea; «Lo strumento finanziario per l’ambiente» ossia un programma varato dalla Commissione europea e coordinato dalla Direzione Generale Ambiente (Life Unità -. E.3 e E.4), il programma-progetto Natura 2000, India 2012, Lima-Perù 2014. Tuttavia, la mancanza di impennate, di rapidi cambiamenti lungo gli approcci e i progetti delle compagnie petrolifere appare un po’ troppo ottimista: ne sono testimonianze le vicende attuali delle riduzioni del prezzo del barile di petrolio e la sfida del petrolio non convenzionale da «fratturazione di shale».
Così, negli ultimi anni la cooperazione internazionale nei mercati energetici è stata rafforzata in tutto il mondo. Dopo il disastro di Fukushima prodotto dal terremoto e dal conseguente tsunami i problemi nucleari rimangono in cima agli interessi governativi e non solo in Giappone, ma in tutta Europa e nel Mondo. Molti paesi come Regno Unito, Giappone, Finlandia, Polonia, Stati Uniti, Cina, India e altri hanno deciso di riavviare e far risorgere i progetti di un numero limitato di centrali nucleari (Rif. da N° 10 a N° 39). Dopo che la produzione di energia solare americana si è ridotta del 40% della produzione prevista, il presidente Obama (2014) ha deciso di dare l’avvio a 5 nuove centrali nucleari: AP1000 della Westinghouse. Così, il settore dell’energia nucleare contribuisce, in qualche misura, alla riduzione delle emergenze di cui sopra solo perché riesce a produrre elettricità cioè energia. Sembra che la Germania abbia deciso di ridurre il numero di centrali nucleari (NPP), mentre la Cina e l’India hanno ordinato più di 30 NPP. In particolare la Cina ha raddoppiato i suoi reattori nucleari in 5 anni.
Secondo i risultati dei calcoli ordinati dal «top management» cinese agli specialisti energetici, sarebbero necessarie molte centinaia di centrali nucleari per eliminare l’inquinamento di anidride e ossido di carbonio in Cina.
In Italia, dopo il secondo referendum anti-nucleare, la parola «nucleare» è stata sostanzialmente vietata o semplicemente cancellata e rimossa nella maggior parte degli spiriti del popolo italiano. Qualcuno vorrebbe persino cancellarla dai dizionari per questioni di sicurezza (Fig. N° 2). A quei tempi, solo una percentuale del 54% degli italiani ha votato contro il nucleare, al momento sembra che ci sia una percentuale sensibile (più del 10%) che abbia cambiato le proprie idee e sostiene, oggi, la costruzione di un numero limitato di NPP in Italia. Rimane sempre il problema dello smantellamento delle quattro centrali nucleari chiuse e vecchie e relativo smaltimento dei residui e rifiuti radioattivi.

 

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 Di conseguenza, indipendentemente da quanto si crede in tutta l’Europa, non è chiaro quello che sente veramente il popolo italiano e, in particolare, se è interessato e colpito dalla necessità di una pianificazione energetica. Gli ultimi quattro o cinque governi standard e/o tecnici del recente passato hanno cercato di risolvere il problema della pianificazione energetica associando la massima priorità alle energie rinnovabili. Questo argomento è parte di moltissimi colloqui, riunioni, convegni e discussioni negli ambienti politici, nei vari circoli ambientali e nelle conferenze sulla energia. La società civile, i partiti politici, i governi locali e i media devono affrontare l’importanza e l’urgenza del dibattito e l’azione sulle questioni energetiche, ecologiche e relative implicazioni economiche. Qualsiasi articolo o libro scientifico e/o economico e/o di argomenti energetici non può evitare di prendere in considerazione la situazione ambientale.

Come sopra menzionato, conferenze, seminari, dibattiti, workshop, dimostrazioni e relative azioni hanno animato il dibattito sull’energia, sull’ecologia e sulla crisi economica. Valga per tutti, ricordare il Summit Kioto, il Summit della Terra del 1992, il Vertice sociale per la giustizia sociale e ambientale di Rio +20, il Vertice mondiale delle Nazioni Unite sulla Sostenibilità Rio +20, l’Assemblea dei Movimenti Sociali nel corso della riunione Forum Sociale Mondiale tenutosi a Porto Alegre nel gennaio 2012, tanti altri colloqui, conferenze e di discorsi dei vari Ministeri italiani dello Sviluppo e della Economia. Altri Ministeri tecnici italiani hanno pronunciato molte dichiarazioni sulle emergenze. Alla fine del corso delle dichiarazione e delle realizzazioni politiche, la strategia energetica nazionale italiana (Sen) è stata rilasciata dal ministero dell’Economia italiano tecnico nel 2012. Nessun aggiornamento è stato fornito, ma, almeno, vi è ora una base di discussione per affermare un prossimo Piano energetico italiano.
Tutte queste discussioni si sono concentrate principalmente sulla crisi ecologica intesa come prioritaria rispetto alla crisi energetica ed economica a causa degli attuali modelli di crescita applicabili in grado, dicunt, di attuare un corretto sviluppo sostenibile e giusto del popolo, in armonia con i limiti fisici del pianeta. Secondo le dichiarazioni e le verità espresse dal Gruppo del «Limite alla crescita», pubblicato negli anni 70 del secolo scorso, le persone che soffriranno di più delle crisi suddette sono solo le persone povere e normali.
Alcuni dei sindacati italiani hanno definito «eroi» queste persone normali che soffrono, per definizione, della crisi energetica. Al momento, alcuni osservatori e critici delle tre crisi hanno ripreso il discorso dei «Limiti all’Accrescimento» non solo in termini di «decrescita felice» ma soprattutto in termini di convalida della presunta abolizione del «picco del petrolio» e i grandi cambiamenti che ne conseguono. Di fatto, la rivoluzione della produzione «shale», cosiddetta produzione non convenzionale, consentirebbe al potere del petrolio e del gas naturale di mantenere la posizione di privilegio e di monopolio.
Ponendo enfasi sulla centralità della crisi ecologica nell’ambito degli scenari energetici ed economici critici, e focalizzando l’attenzione sulla enormità della inutile amplificazione di alcune campagne mediatiche, alcune volte succede che gli stessi teorici (fisici, chimici, biologi, geologi ecc.), coinvolti nei vari suddetti «Summit», perdono la capacità di elaborare e presentare proposte concrete per affrontare la soluzione delle crisi e rivolgono la loro attenzione e il loro discorso solo agli obiettivi prioritari di giustizia ambientale e sociale.
Sembra che si stiano sviluppando nuove proposte! Invece, la crisi energetica rimane alla base della crisi dell’ecologia e dell’economia nel mondo. Al momento, una politica ed un piano energetico sbagliati in Europa e in Italia potrebbero solo portare ad un enorme caduta (default) del Paese e/o degli Stati membri. La speranza più coerente e reale per superare la crisi economica rimane solo l’attesa di una soluzione pragmatica in tempi medi o lunghi. Nel frattempo, i cyber-attacchi contro l’energia, l’economia e le infrastrutture ecologiche continuano quotidianamente in modo puntuale e/o persistente (Minacce persistenti avanzate, Apt) con strumenti quali Trojan, worm, sniffer, rootkit, Defacement, DoS, Stuxnet e così via.