Il prestigioso cammino del nostro collaboratore Roberto Cazzolla Gatti che ora approfondirà i cambiamenti climatici e si occuperà in particolare degli impatti dei mutamenti climatici sulla diversità biologica della tundra e della taiga siberiane. «L’eccellenza dei nuovi laboratori del Bio-Clim-Land Centre of Excellence e la guida ispiratrice del prof. Sergey Nikolaevich Kirpotin mi hanno già dato in pochi giorni la sensazione di essere in uno dei posti migliori per essere un buon scienziato!»
«Un solo albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce» affermava Lao Tse, primo filosofo della filosofia Tao, seicento anni prima di Cristo.
Un adagio che è bene ricordare in un momento di confusione come il presente della nostra società: il mondo va a rotoli, la delinquenza, i clandestini, i cervelli in fuga… In realtà sta crescendo una foresta.
Lo scambio di informazioni, le scoperte che mettono in discussione i punti ritenuti acquisiti, le trasformazioni geologiche e ambientali del nostro pianeta, sono una foresta che cresce ed un mattino scopriremo che siamo profondamente cambiati solo guardando ad una manciata di anni appena passati.
La negatività che ancora ci attanaglia è pesantemente ipotecata dalla vecchia cultura e dalle forze di potere che ancora resistono. Così non riusciamo a vedere l’uomo che cambia, i legami della società vecchi che muoiono creandone di nuovi, il livello di ricerche raggiunto in centri di eccellenze diversi dai nostri, come in India, Cina, Russia.
E non riusciamo neanche a comprendere l’amore per l’ambiente e per il proprio lavoro, presi come siamo dagli egoismi dilaganti e dalla corruzione.
Questi problemi non li ha il nostro collaboratore Roberto Cazzolla Gatti, laureato in Biologia ambientale ed evolutiva presso l’Università di Bari, che ha conseguito il dottorato di ricerca in Ecologia Forestale presso l’Università della Tuscia. Questi problemi non li ha perché è l’amore che guida i suoi passi, la passione per questo nostro pianeta martoriato e per larga parte ancora sconosciuto nelle sue interrelazioni dei meccanismi vitali.
È esperto di biodiversità e fotografia naturalistica, dopo il Master di II livello in «Protezione dell’ambiente globale e politiche internazionali» ha ottenuto il Diploma di studi superiori in «Biodiversità e Servizi Ecosistemici» presso il Potsdam Institute for Climate Impact Research (Pik), in Germania. È autore della Teoria delle Nicchie Biodiversità Dipendenti (Bndt) e della «Teoria del cavolo» della biodiversità.
Ha girato mezzo mondo per le sue ricerche condotte dall’India al Gabon ed ora è approdato in Russia, ma non in una università qualsiasi, ma presso la prestigiosa Tomsk State University, da poco entrata nelle 5 più prestigiose accademie russe e classificata tra le 500 migliori università al mondo. È stato assunto in doppia veste, come ricercatore presso il Bio-Clim-Land Centre of Excellence dove si occuperà di analizzare gli impatti dei mutamenti climatici sulla diversità biologica della tundra e della taiga siberiane e come professore associato presso il Biological Institute della stessa università dove terrà corsi per gli studenti della Facoltà di Biologia in Ecologia, Biodiversità ed Ecofisiologia.
Ed ora di che cosa si occuperà? Dove lo porterà la sua curiosità ed il suo amore per la nostra Terra?
«Ho trascorso gli ultimi dieci anni, prima come studente di biologia e, poi, durante il dottorato in ecologia e i due anni come Postdoc presso il Centro Euro-mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), conducendo ricerche su diversi tipi di ecosistemi (Mar Mediterraneo, barriere coralline del Pacifico e dell’Atlantico, foreste temperate, foreste tropicali e zone umide) e ho cercato di comprendere i modelli ecologici di base e le strategie che le specie utilizzano per adattarsi e persino modificare il loro ambiente.
«Questa è la mia prima volta in un habitat boreale (e, devo ammettere, davvero molto freddo), ma sono entusiasta di avere la straordinaria opportunità di aggiungere un altro pezzo di esperienza e di consapevolezza scientifica al puzzle del mio vagabondaggio tra un ecosistema e l’altro.
«Si tratta di una grande opportunità per me quella di poter lavorare presso la Tomsk State University poiché il suo prestigio accademico è ben noto in tutto il mondo. Ho scelto la Tsu perché sentivo la possibilità di arricchire le mie competenze, condurre ricerche molto avanzate e condividere le conoscenze scientifiche con brillanti ricercatori.
«L’eccellenza dei nuovi laboratori del Bio-Clim-Land Centre of Excellence e la guida ispiratrice del prof. Sergey Nikolaevich Kirpotin mi hanno già dato in pochi giorni la sensazione di essere in uno dei posti migliori per essere un buon scienziato!».
La Siberia, infatti, è uno degli hotspot più importanti in termini di vulnerabilità degli ecosistemi ai cambiamenti climatici. La sua sensibilità rende quest’area un laboratorio a cielo aperto dove poter studiare le dinamiche ecologiche e comprendere i modelli biologici, testare ipotesi e sviluppare nuove teorie che potrebbero diventare rilevanti a livello internazionale.
«Ogni piccolo progresso scientifico raggiunto in questa zona del pianeta – continua Roberto Cazzolla Gatti – rappresenta un contributo fondamentale per tutta la comunità scientifica e può cambiare il futuro del nostro mondo. La recente rapida perdita di biodiversità e l’instabilità delle condizioni climatiche ci impongono, come scienziati, il pressante imperativo d’investire ogni energia nella comprensione, nella ricerca e nell’insegnamento di queste scoperte fondamentali alle nuove generazioni. Penso che si tratti di una vera e propria responsabilità morale.
«È per queste ragioni che sono molto orgoglioso di aver ricevuto da parte della Tsu l’opportunità di lavorare sia come ricercatore presso il Bio-Clim-Land Center e sia come professore associato presso l’Istituto di Biologia, al fine di insegnare agli studenti ciò che testiamo praticamente in laboratorio e in campo, fornendo loro le informazioni scientifiche più aggiornate ed avanzate e così come i fondamenti teorici.
«Spero di fare del mio meglio e sono grato alla Siberia, alla Tsu e alla meravigliosa città di Tomsk che mi hanno accolto a braccia aperte».