Al largo delle Canarie con 1.500 tonnellate di combustibile. Si è ripetuto quanto accadde con la petroliera «Prestige». Il peschereccio russo Olev Nayvdon era stato denunciato ripetutamente da Greenpeace alla Commissione europea perché impegnato in attività di pesca illegale in Senegal. Sia nel 2010 sia nel 2012 la nave aveva cercato di nascondere nome e numero di matricola per evitare la denuncia
Greenpeace denuncia la tragedia ambientale che si sta consumando alle Canarie dove un peschereccio russo è stato inabissato in un paradiso dei cetacei con 1.500 tonnellate di combustibile a bordo.
Esattamente come accadde per la petroliera «Prestige», naufragata 13 anni fa al largo delle coste della Galizia, invece di portare la nave verso un porto, dove sarebbe stata più facile la gestione dell’emergenza provocata dall’incendio a bordo, è stata portata in acque aperte, dove è naufragata ed è ora a 2.400 chilometri di profondità in un’area di correnti marine profonde, ad appena 15 miglia da una zona ad alta sensibilità ambientale, molto frequentata da diverse specie di cetacei e tartarughe marine.
Il peschereccio russo Olev Nayvdon era stato denunciato ripetutamente da Greenpeace alla Commissione europea perché impegnato in attività di pesca illegale in Senegal. Sia nel 2010 sia nel 2012 la nave aveva cercato di nascondere nome e numero di matricola per evitare la denuncia. Anche le autorità senegalesi hanno denunciato più volte questa barca, l’ultima nel 2014, quando pescava nonostante nel 2012 le fosse stata revocata la licenza.
Secondo i dati a nostra disposizione il combustibile del peschereccio, chiamato IFO 380, ha caratteristiche simili a quelle di quello impiegato dal Prestige, molto denso e viscoso, poco solubile in acqua. Al momento dell’incendio, avvenuto per cause in corso di accertamento, il peschereccio aveva i serbatoi carichi di gasolio, perché si apprestava a salpare dalle Canarie.