Lunga vita ai sottoprodotti

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    «Si tratta di un provvedimento molto atteso dal sistema produttivo, perché vengono definite le condizioni in base alla quale una sostanza residuale viene classificata come un “sottoprodotto”, con la possibilità, quindi, di essere gestita al di fuori della normativa in materia di rifiuti»

    La sottosegretaria all’Ambiente Silvia Velo ha illustrato alle Associazioni di categoria la proposta di decreto sui così detti «sottoprodotti», così come previsto dalla normativa comunitaria in materia di rifiuti. Lo rende noto un comunicato pubblicato sul sito ufficiale del ministero dell’Ambiente.
    Come spiegato dalla Sottosegretaria Velo al termine dell’incontro: «Si tratta di un provvedimento molto atteso dal sistema produttivo, perché vengono definite le condizioni in base alla quale una sostanza residuale viene classificata come un “sottoprodotto”, con la possibilità, quindi, di essere gestita al di fuori della normativa in materia di rifiuti».
    Da una parte il decreto chiarisce e concilia le esigenze di tutela ambientale e sanitaria per la salute dei cittadini, assicurando una corretta gestione di sostanze potenzialmente inquinanti e qualificando come rifiuto soltanto le sostanze che effettivamente lo sono.
    Dall’altra, rappresenta una necessità economica non indifferente per il sistema produttivo che avrà la possibilità di reimpiegare molti dei residui derivanti dalle diverse attività, trasformandoli da effetti indesiderati della produzione, in una vera e propria risorsa, con un abbattimento degli oneri di trattamento e senza avere impatti negativi sull’ambiente.
    Ora si resta in attesa dell’imminente redazione del D.M. su quelli che rappresenteranno i criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei requisiti per la qualifica dei residui di produzione come sottoprodotti, ex art. 184 bis del Testo unico ambientale (Tua). E non si tratterà di una sorta di elenco dei sottoprodotti ma una elaborazione di criteri indicativi volti ad agevolare la dimostrazione della presenza delle condizioni di cui all’art. 184 bis.
    In definitiva una cosa assolutamente condivisibile, a fronte delle incertezze che sussistono sull’applicazione di un potenziale fondamentale strumento europeo per la realizzazione del principale obiettivo della gestione rifiuti: prevenirne la produzione, una riduzione che risulta possibile in quanto va a sfruttare sino in fondo le potenzialità e le opportunità che il sistema «gestione rifiuto» consente, ponendo d’altro canto precisi paletti al fine di non trasformare le legittime possibilità in aree di azione per ecocriminali.