Il fotovoltaico risolve il problema. Lo storico cambiamento nella formazione del prezzo dell’elettricità impatta il prezzo unico nazionale. «Occorre aumentare i consumi diurni, e ridurre quelli serali ad esempio ricorrendo massicciamente ai Led per l’illuminazione pubblica, ovvero in tutte quelle strutture come gli ospedali, i porti e gli aeroporti dove i consumi elettrici serali sono significativi e costanti»
Storico cambiamento, nella prima settimana di maggio appena trascorsa, nella formazione del prezzo dell’elettricità in Italia: il prezzo unico nazionale dell’elettricità (il Pun) e quello zonale siciliano si attestano sullo stesso valore, pari a 51 euro per MegaWattora.
Ma nelle ore di picco comprese fra le 8 e le 20 mentre il Pun saliva a oltre 61 euro, in Sicilia il prezzo dell’elettricità risultava inferiore a 53 euro, contribuendo quindi ad abbassare il prezzo dell’elettricità per tutte le imprese, le famiglie, le amministrazioni pubbliche d’Italia.
Condotta dai ricercatori del Cnr Francesco Meneguzzo e Mario Pagliaro, l’analisi è anticipata oggi dal sito del Polo solare della Sicilia.
«L’impatto del costo dell’elettricità in Sicilia è sempre stato di rilievo nazionale – dice Meneguzzo – tanto che il Governo lo scorso anno ha varato una norma apposita per “calmierare” il prezzo dell’elettricità generata da impianti siciliani di potenza superiore a 50 megawatt.
«Adesso – aggiunge il fisico toscano del Cnr – verifichiamo che all’effetto legislativo si somma l’effetto ancora più importante della generazione elettrica fotovoltaica, che in Sicilia ha finalmente raggiunto la capacità di ridurre in modo significativo il valore del costo dell’elettricità per tutta l’Italia».
Già nei primi tre mesi di quest’anno, a fronte di un differenziale medio tra il prezzo zonale siciliano dell’elettricità e il Pun intorno a 6 euro per megawattora, nelle ore di picco (corrispondenti con la generazione solare) lo stesso differenziale si dimezzava, portandosi ad appena 3 euro, nel pieno dell’inverno.
«Per dare a famiglie e imprese di tutta Italia ulteriori riduzioni del costo dell’elettricità – dice Pagliaro – occorre che i consumi di elettricità in Sicilia tornino a crescere. Perché più cresce l’uso dell’elettricità, meno costa la bolletta energetica complessiva, grazie all’effetto sempre crescente del fotovoltaico.
«Come accade in questi giorni – conclude il coordinatore del Polo solare siciliano – con le molte nuove corse giornaliere del treno fra Palermo e Catania, e come avverrà a breve con il nuovo servizio tram di Palermo».
Urgente aumentare i consumi diurni e ridurre quelli serali
Sono veramente significative le differenze nella struttura del consumo elettrico in Sicilia rispetto a quella del resto d’Italia. La differenza di consumo diurno tra un giorno festivo e uno lavorativo raggiunge a malapena il 10%, contro il 35% dell’Italia; mentre il picco di consumo serale è molto più elevato rispetto a qualsiasi picco diurno.
Condotta dai ricercatori del Cnr Francesco Meneguzzo e Mario Pagliaro, l’analisi della struttura del consumo elettrico in Sicilia mostra come essa sia profondamente diversa da quella del resto d’Italia.
«Occorre quindi aumentare i consumi diurni, e ridurre quelli serali – dice Pagliaro – ad esempio ricorrendo massicciamente ai Led per l’illuminazione pubblica, ovvero in tutte quelle strutture come gli ospedali, i porti e gli aeroporti dove i consumi elettrici serali sono significativi e costanti».
«In Sicilia – aggiunge Meneguzzo – è particolarmente opportuno che famiglie e imprese ricorrano al fotovoltaico con i sistemi di accumulo, in modo da accumulare il surplus generato dai pannelli praticamente ogni giorno, e consumare i chilowattora solari la sera o nei week-end».
Come ben sanno i proprietari delle decine di migliaia di impianti fotovoltaici, in Sicilia durante i week-end la maggior parte degli impianti vengono scollegati automaticamente per evitare l’immissione in rete di un surplus che creerebbe problemi alla rete elettrica siciliana che, in attesa della messa in funzione della nuova linea «Sorgente-Rizziconi», non è in grado di trasferire fuori dalla Sicilia il grande surplus di elettricità generato dagli impianti alimentati da fonte rinnovabile installati nella regione più grande d’Italia.