Spesso non pensiamo che il nostro stile di vita ha un prezzo e per ciò va tenuta presente l’utilità e non l’apparire. Per un paio di stivali in pelle vengono impiegate circa 14,5 tonnellate d’acqua e 50 metri quadrati di suolo e per uno smartphone servono quasi 13 tonnellate d’acqua e 18 metri quadrati di suolo. Per produrre cioccolatini, una zona di terra grande quanto il Belgio e più di 7 milioni di piscine olimpioniche di acqua
Scarpe, smartphone, sono tra gli oggetti di uso quotidiano più utilizzati da tutti noi.
Ma abbiamo mai pensato quanto costa, in termini ambientali, produrli? Forse no.
Bene, per produrre un paio di stivali in pelle vengono impiegate circa 14,5 tonnellate d’acqua e 50 metri quadrati di suolo e per uno smartphone servono quasi 13 tonnellate d’acqua e 18 metri quadrati di suolo.
Questo quanto venuto fuori da nuova ricerca «Mind your step» edita da Friends of the Earth, rete di organizzazioni ambientali di 74 Paesi, ricerca che illustra l’impatto ambientale che caratterizza la realizzazione di prodotti di uso quotidiano.
Spesso, rileva lo studio, a fare la differenza sono gli imballaggi e la scelta delle materie prime. Nel settore dell’abbigliamento, ad esempio, circa il 20% del consumo di acqua e suolo è da addebitare ai materiali usati negli imballaggi; percentuale che sale all’84%, riferito solo al suolo, per il settore dei giocattoli.
In un mondo che parla di sostenibilità e si fregia di voler vivere entro i limiti di ciò che il pianeta può fornire non ci si rende conto che siamo anche noi, nei nostri gesti comuni, a deturparlo.
E la ricerca ci aiuta proprio a capire come risulta necessario misurare ciò che ci sembra scontato usare.
Se pensiamo poi alle aziende che forniscono prodotti comuni che ritroviamo nella dispensa di casa, la cosa si aggrava ulteriormente.
Pensiamo ad esempio alla multinazionale Kraft Foods, grande azienda alimentare dell’America settentrionale e la seconda più grande al mondo dopo la Nestlé; bene la Kraft Foods utilizza, per fare cioccolatini, una zona di terra grande quanto il Belgio e più di 7 milioni di piscine olimpioniche di acqua.
Insomma, sembrerebbe uno sproposito ma questa è la realtà in barba a quelle che rappresentano le necessità di una popolazione mondiale che richiede un approvvigionamento sicuro di cibo e di acqua per sopravvivere. Acqua, terra, aria sono risorse e richiedono tutela perché in caso contrario, sia l’ambiente sia l’economia globale potrebbero subire danni irreversibili.