Per quanto riguarda gli uccelli oltre la metà di tutte le specie (52%) gode di uno stato sicuro, Circa il 17% risulta ancora minacciato, mentre per un altro 15% si parla di stock quasi a rischio, in declino o depauperati. Gli habitat presentano uno stato di conservazione e una tendenza peggiori rispetto alle specie, poiché solo il 16% delle valutazioni è favorevole, la stragrande maggioranza è in uno stato di conservazione sfavorevole
La Commissione ha adottato una nuova relazione che fornisce il quadro generale più esaustivo mai stilato sullo «stato della natura nell’Ue». Le conclusioni indicano che la maggioranza degli uccelli gode di uno stato sicuro e che per alcuni habitat e specie la situazione è migliorata. Le azioni di conservazione mirate hanno avuto successo, ma sono necessari sforzi ben più importanti affinché la situazione migliori in modo significativo.
Il Commissario responsabile per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu Vella, ha dichiarato: «Questa relazione è significativa e tempestiva. Anche se presenta un quadro nel complesso incerto, essa dimostra chiaramente che gli sforzi per migliorare gli ecosistemi vulnerabili possono rivelarsi estremamente efficaci. La relazione sottolinea inoltre l’importanza delle sfide che restano da affrontare. Dobbiamo fare di più per rispondere a queste sfide, dato che la salute della nostra natura è legata alla salute dei cittadini europei e alla nostra economia».
La relazione è la prima valutazione a coprire entrambe le direttive Uccelli e Habitat e si fonda sulla più grande raccolta collaborativa di dati e valutazioni della natura mai realizzata in tutti gli Stati membri nel periodo 2007-2012.
Per quanto riguarda gli uccelli, la relazione conclude che oltre la metà di tutte le specie di uccelli selvatici valutati (52%) gode di uno stato sicuro. Circa il 17% delle specie risulta tuttavia ancora minacciato, mentre per un altro 15% si parla di stock quasi a rischio, in declino o depauperati; tra queste si trovano specie agresti una volta comuni, come l’allodola (Alauda arvensis) e la pittima reale (Limosa limosa).
Esaminando altre specie protette dalla direttiva Habitat, quasi un quarto (23%) ha ricevuto una valutazione favorevole. Per più della metà (60%) lo stato indicato è ancora «sfavorevole» (per il 42% è «sfavorevole-inadeguato» e per il 18% «sfavorevole-scadente»). Le praterie, le terre umide e le dune destano particolare preoccupazione.
Nel complesso i tipi di habitat presentano uno stato di conservazione e una tendenza peggiori rispetto alle specie, poiché solo il 16% delle valutazioni che li riguardano è favorevole. La stragrande maggioranza degli habitat è in uno stato di conservazione sfavorevole: per il 47% delle valutazioni lo stato risulta «sfavorevole-inadeguato» e per il 30% «sfavorevole-scadente».
Le principali minacce individuate per gli habitat sono date da alcune pratiche agricole (comprese modifiche di pratiche colturali, eccessivo sfruttamento del pascolo, abbandono dei sistemi pastorali, fertilizzazione e pesticidi) e dalle «modifiche delle condizioni naturali» causate dall’uomo (per lo più relative ai cambiamenti idrologici).
La relazione presenta inoltre i risultati positivi ottenuti da azioni di conservazione mirate promosse dall’Ue. L’avvoltoio barbuto Gypaetus barbatus e il gobbo rugginoso Oxyura leucocephala sono entrambi oggetto di un piano d’azione dell’Ue e hanno beneficiato del suo fondo Life: il loro numero ha registrato un sostanziale miglioramento. Natura 2000, la rete Ue di aree protette che rappresenta il 18% del territorio dell’Ue nonché la più vasta rete di aree protette al mondo, ha inoltre avuto un importante effetto positivo sullo stato di conservazione delle specie e dei diversi tipi di habitat.
Questa relazione
Ogni sei anni gli Stati membri riferiscono sullo stato di conservazione delle specie e dei tipi di habitat protetti dalle direttive dell’Ue. La relazione riguarda tutte le specie di uccelli selvatici (circa 240), 231 tipi di habitat e oltre 1 200 altre specie di interesse unionale. Questa relazione sullo «Stato della natura nell’Ue» è corroborata da una relazione tecnica più dettagliata redatta dall’Agenzia europea dell’ambiente, che comprende anche i dati propri di ciascun paese. Le relazioni costituiscono un contributo all’imminente revisione intermedia della strategia dell’Ue sulla biodiversità. Le conclusioni della relazione alimenteranno anche il controllo di idoneità incentrato su uccelli e habitat e attualmente in corso, all’interno di un più ampio esercizio che fa il punto sulla legislazione dell’Ue al fine di garantire che sia adeguata allo scopo.
– Stato della natura nell’Ue, Relazione della Commissione
– Sito web della DG Ambiente: 1, 2
– Stato della natura nell’Ue, Relazione tecnica dell’AEA: 1, 2
– Strumento di ricerca per lo stato e le tendenze degli habitat e delle specie (AEA): 1, 2