Il primo Osservatorio vulcanologico al mondo, oggi sede storica della sezione di Napoli dell’Ingv, ottiene dall’European Physical Society il riconoscimento di sito di rilevanza storica internazionale per la fisica. Con l’occasione il Reale Osservatorio Vesuviano riapre le porte al pubblico, dopo un periodo di restauro e inaugura la nuova struttura museale
Evento unico. Sabato 23 maggio il Reale Osservatorio Vesuviano, oggi sede storica della sezione di Napoli dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), riapre i battenti dopo 12 mesi di intensi lavori di ristrutturazione e restauro. L’occasione, anche l’inserimento tra i luoghi storici della Fisica Internazionale da parte dell’European Physical Society (EPS), un riconoscimento prestigioso per una pietra miliare della storia della fisica e vulcanologia italiane. Fondato 174 anni fa da Ferdinando II di Borbone per studiare l’attività del vulcano in modo continuo e inaugurato esattamente 170 anni fa (1845) con il prestigioso ‘Congresso degli Scienziati a Napoli’, il primo Osservatorio vulcanologico del mondo, situato a 608 metri di quota tra Ercolano e Torre del Greco (nel Comune di Ercolano), nel 2001 diventa parte integrante della sezione di Napoli dell’Ingv.
Lettere, telegrammi, taccuini di campagna, strumentazioni e attrezzature che venivano utilizzate per studiare i vulcani, spesso ideate e fatte realizzare dagli scienziati che lavoravano all’Osservatorio, come Melloni, Palmieri, sono solo alcune delle collezioni uniche al mondo che saranno esposte presso il nuovo percorso museale.
«L’attività che si svolgerà dal 23 maggio in poi sarà, ovviamente, centrata sull’Osservatorio, sulla sua attività, sul suo patrimonio tecnico, scientifico e culturale – afferma il direttore dell’Osservatorio Vesuviano (Ingv) Giuseppe De Natale – anche se non mancherà una grande apertura verso nuove iniziative scientifiche e culturali a carattere temporaneo».
Il recupero delle numerose collezioni storiche e documentarie dell’Osservatorio, razionalizzato e integrato nei percorsi espositivi, ha permesso di arricchire l’offerta didattica con oggetti e documenti fortemente legati alla storia dell’Osservatorio Vesuviano e alla sua attività.
«Ne sono esempi le collezioni di medaglie di lava, le guaches raffiguranti scene vesuviane appena restaurate, gli strumenti di misura, ma anche la ricca documentazione storica e iconografica, che saranno in parte esposti e resi fruibili in formato digitale», prosegue De Natale.
Tra le novità degli allestimenti temporanei, le opere degli Allievi delle Accademie d’Arte di Karlsruhe e New York e delle facoltà di Architettura dell’Eth di Zurigo e dell’Università di Amburgo, ispirati da una visita al territorio vesuviano e all’Osservatorio dello scorso inverno.
«Sarà una giornata importante per l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, da sempre attento alla diffusione della cultura scientifica nell’ambito delle scienze della Terra, utilizzando come forte attrattore i vulcani e i fenomeni connessi con la loro attività», dichiara il Presidente dell’Ingv Stefano Gresta. «L’apertura del nuovo allestimento espositivo porterà non solo un ampliamento della fruibilità dei patrimonio storico-scientifico dell’Osservatorio Vesuviano, ma anche un arricchimento e diversificazione dell’offerta turisco-culturale».
Tra le iniziative in programma, l’inaugurazione del busto bronzeo di Giuseppe Imbò, pioniere della ricerca geofisica in Italia e Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dal 1935 al 1970.