Ecoreati nel Codice Penale

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È previsto un ampliamento di pena in presenza di associazioni mafiose finalizzate a commettere i delitti contro l’ambiente e una diminuzione in caso di ravvedimento operoso per chi concretamente provvede alla messa in sicurezza e alla bonifica del sito oggetto di inquinamento

Dopo 21 anni gli Ecoreati sono nel Codice Penale. Con 170 sì, 20 no e 21 astensioni il Senato, martedì 19 maggio, ha approvato definitivamente il Ddl n. 1345-B, contenente disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente.
Con questo provvedimento viene inasprito il contrasto ai delitti contro l’ambiente attraverso l’introduzione nel Codice Penale di quattro nuovi reati: il delitto di inquinamento ambientale che prevede la reclusione da 2 a 6 anni (e la multa da 10mila e 100mila euro) per chi abusivamente compromette o deteriora in modo significativo e misurabile la biodiversità o un ecosistema o la qualità del suolo, delle acque o dell’aria; il delitto di disastro ambientale con il carcere da 5 a 15 anni per chi abusivamente altera gravemente o irreversibilmente un ecosistema o compromette la pubblica incolumità; il delitto di traffico ed abbandono di materiale di alta radioattività che prevede il carcere da 2 a 6 anni (e multa fino a 50mila euro) per chi abusivamente commercia e trasporta materiale radioattivo o chi se ne disfa illegittimamente; il delitto di impedimento del controllo con la reclusione da 6 mesi a 3 anni per chi nega o ostacola l’accesso o intralcia i controlli ambientali.
I termini di prescrizione per i reati ambientali sono ampliati in presenza di associazioni mafiose finalizzate a commettere i delitti contro l’ambiente o a controllare concessioni e appalti in materia ambientale, in caso di semplice associazione a delinquere, se vi è partecipazione di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio. Un aumento di pena da un terzo alla metà è previsto anche quando un qualsiasi reato sia commesso allo scopo di eseguire un delitto contro l’ambiente.
È prevista una diminuzione dei due terzi delle pene in caso di ravvedimento operoso, prima del dibattimento di primo grado, per chi concretamente provvede alla messa in sicurezza e alla bonifica del sito oggetto di inquinamento. Sconto da un terzo alla metà anche per chi aiuta gli inquirenti a ricostruire il fatto o individuare i colpevoli.
In sede di condanna o patteggiamento per reati ambientali inoltre sono previsti la confisca dei beni e il ripristino dello stato dei luoghi.
In definitiva, per quanto sia stata dibattuta, rimbalzata più volte da un Camera all’altra del Parlamento, modificata nella sua forma e contenuto, è vero che oggi l’Italia ha gli illeciti contro l’ambiente nel Codice Penale. Ora l’attuazione della legge non sarà operazione semplice e bisognerà da subito tangere la sua applicazione nel mondo reale con la possibilità di introdurre modifiche nel caso in cui i provvedimenti non fossero all’altezza dell’argomento in questione. Resta comunque una conquista per tutti noi, popolo ecosensibile che tanto ha veicolato il raggiungimento del risultato finale.
Un provvedimento legislativo, che con tutti i suoi limiti, ci rende un Paese più serio e meno incivile.