Nello spazio una nuova sentinella per gli oceani

851
Tempo di lettura: 3 minuti

Jason 3 è un satellite dalle caratteristiche simili a quelle di Jason 1 e Jason 2 e sono parte del programma congiunto Nasa-Cnes che ora comprende anche le agenzie meteorologiche satellitari di Usa ed Europa oltre ai clienti civili, governativi, militari e commerciali di tutto il mondo. Realizzati per la misurazione della superficie oceanica (con dettaglio fino a 2,5 – 3 centimetri), velocità dei venti in superficie e altri parametri

Il lancio è in programma per il 9 agosto. Dopo una lunga serie di rinvii. Ma il momento del lancio è ormai vicino, perché il satellite Jason 3, una vera e propria «sentinella dallo spazio» per la misurazione della superficie degli oceani, ha raggiunto in questi giorni la base spaziale di Vandenberg, sulla costa californiana, da dove un potente vettore Falcon 9 lo lancerà in un’orbita molto alta, a 1.336 chilometri dalla Terra dove resterà operativo per cinque anni.

Falcon 9È stata una preparazione lunga e anche un po’ travagliata quella di questo terzo satellite della serie dei «Jason», dell’agenzia spaziale francese Cnes, e costruiti dalla Thales Alenia Space.
Jason 3 è in ritardo di circa due anni, in parte per problemi di finanziamento del lancio da parte della Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) degli Usa, e in parte per problemi tecnici. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello che ha fatto «perdere» la finestra di lancio del 22 luglio, a causa di una contaminazione in uno dei suoi quattro motori di manovra orbitale.
Come confermato di recente dai tecnici del Cnes, si è trattato di piccoli depositi di sale, probabilmente formati dalle tracce del propellente (idrazina) rimasti nei propulsori dopo l’ultimo test, e non ripuliti con cura.
Il ritardo ha preoccupato diversi utenti scientifici del programma, perché il Jason 2, attualmente operativo in orbita, e che deve essere sostituito da Jason 3, ha superato da tempo la data della fine della sua attività orbitale, e molti ricercatori hanno la necessità di una trasmissione ininterrotta di dati sui lunghi periodi per avere il massimo beneficio. Ma Jason 2, per ora, rimane in buone condizioni, e il numero 3 è quasi sulla rampa di lancio.
Il razzo vettore è il collaudato Falcon 9, della compagnia privata americana Space X, lo stesso che, sempre per Space X e per la Nasa, lancia verso la Stazione Spaziale Internazionale le navicelle cargo Dragon, che in versione modificata dal 2017 dovrebbero inviare in orbita anche astronauti.
Il satellite fa parte di un programma congiunto Usa/Europa iniziato negli anni Novanta e ora utilizzato da 10.000 ricercatori in 160 nazioni.
Jason 3 è un satellite dalle caratteristiche simili a quelle di Jason 1 e Jason 2 lanciati, rispettivamente, nel 2001 e 2008, come parte del programma congiunto Nasa-Cnes che ora comprende anche le agenzie meteorologiche satellitari di Usa ed Europa oltre ai clienti civili, governativi, militari e commerciali di tutto il mondo.
Realizzati per la misurazione della superficie oceanica (con dettaglio fino a 2,5 – 3 centimetri), velocità dei venti in superficie e altri parametri, tutti i satelliti della serie, hanno a bordo diversi strumenti scientifici, e utilizzano un radar a due bande per misurare la propria altezza: quello di Jason 3 è il Poseidon 3B, che misura massa, direzione e spettro dell’acqua. Vi sono poi il radiometro Amr, e altri cinque apparati che dovranno determinare in dettaglio le informazioni sulle concentrazioni d’acqua, utilizzate per definire mappe gravitazioni del pianeta e per determinare l’altezza dei fondali oceanici.
Queste informazioni permettono ai programmi informatici di definire la velocità delle correnti oceaniche al fine di migliorare la comprensione dei fenomeni atmosferici.
Quando terminerà la missione del Jason 3, altri due satelliti verranno lanciati tra il 2020 e il 2026.
Oltre ai satelliti della serie Jason, l’Unione europea ha installato sensori di questo tipo sui propri satelliti di osservazione terrestre della serie Sentinel (uno dei quali verrà lanciato martedì prossimo con il razzo Vega, di realizzazione italiana) e anche Cina e India hanno ognuna un satellite con altimetro dedicato per questo scopo.
L’Unione europea e l’Esa hanno in programma di lanciare in futuro altri due satelliti Jason mentre la Nasa punta ad un progetto molto ambizioso (e dai costi decisamente maggiori rispetto ai Jason), chiamato Swot (Surface Water Ocean Topography – Topografo della Superficie di Acqua e Oceani) da lanciare non prima del 2020 e capace di misurare non solo gli oceani ma anche i laghi, i fiumi e grandi corsi d’acqua.