Ambiente e spiritualità in Francesco

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papa francesco
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Quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità, per fare solo alcuni esempi, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa… non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia

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Credo che non si possa capire appieno Papa Francesco se non si prende atto che, come affermò in occasione della sua elezione, viene dalla «fine del mondo». Questo si evince chiaramente anche dall’ultima enciclica che tanto ha fatto e fa discutere commentatori che a mio parere non hanno compreso appieno quanto sopra. È chiaro infatti che essa si rivolge soprattutto alle condizioni ambientali di larga parte del mondo (i cosiddetti Paesi emergenti ed i Paesi in via di sviluppo) dove lo sviluppo di megacittà, il feroce sfruttamento del territorio sia per fini agricoli sia industriali o per urbanizzazione. Papa Francesco dice chiaramente:

Punto 60. Riconosciamo che si sono sviluppate diverse visioni e linee di pensiero in merito alla situazione ed alle possibili soluzioni. Da un estremo, alcuni sostengono ad ogni costo il mito del progresso ed affermano che i problemi ecologici si risolveranno semplicemente con le nuove applicazioni tecniche, senza considerazioni etiche né cambiamenti di fondo. Dall’altro estremo altri ritengono che la specie umana, con qualunque suo intervento, può essere solo una minaccia e compromettere l’ecosistema mondiale, per cui conviene ridurre la sua presenza sul pianeta ed impedirle ogni tipo di intervento. Fra questi estremi, la riflessione dovrebbe identificare possibili scenari futuri, perché non c’è un’unica via di soluzione. Questo lascerebbe spazio a una varietà di apporti che potrebbero entrare in dialogo in vista di risposte integrali.
Punto 61. Su molte questioni concrete la Chiesa non ha motivo di proporre una parola definitiva e capisce che deve ascoltare e promuovere il dibattito onesto tra gli scienziati, rispettando le diversità di opinioni. Basta però guardare la realtà con sincerità per vedere che c’è un grande deterioramento della nostra casa comune.
Più avanti dice poi che «ci sono regioni che sono già particolarmente a rischio e, al di là di qualunque previsione catastrofica, è certo che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista, perché abbiamo smesso di pensare ai fini dell’agire umano… se lo sguardo percorre le regioni del nostro pianeta, ci si accorge subito che l’umanità ha deluso l’attesa divina». Questa per la verità, è una frase che non mi sarei aspettata dal Papa in quanto per quello che posso comprendere mi sembra poco attinente al messaggio di Cristo redentore ma forse il Papa voleva dire sta deludendo.
Nell’enciclica pertanto offre soluzioni di tipo ecologico (consumare meno) ma soprattutto spirituali ricordando che il tutto è figlio di una creazione e non di un fatto casuale per cui chi opera in questo tutto deve sempre ricordarselo e non lasciare che il tutto sia solo il nostro passaggio sulla terra.
Questo della creazione (vedi sotto) credo che sia il messaggio di Papa Francesco e questo non è stato messo bene in evidenza da alcuno dei commentatori in quanto poco spazio è stato dedicato all’aspetto spirituale e religioso dell’enciclica. D’altra parte si tratta di un’enciclica e non di un documento scientifico, anche se a volte sembra che lo voglia essere e di questo ci siamo francamente stupiti.
Punto 72. Il modo migliore per collocare l’essere umano al suo posto e mettere fine alla sua pretesa di essere un dominatore assoluto della terra, è ritornare a proporre la figura di un Padre creatore e unico padrone del mondo, perché altrimenti l’essere umano tenderà sempre a voler imporre alla realtà le proprie leggi ed i propri interessi.
Creazione nella tradizione giudaico cristiana significa un progetto dell’amore di Dio dove ogni creatura ha un valore ed un significato L’amor che move il sole e le altre stelle, diceva Dante. Nello stesso tempo il pensiero giudaico cristiano ha demitizzato la natura senza smettere di ammirarla per il suo splendore e la sua immensità, non le ha più attribuito un carattere divino come lo era e lo è nel paganesimo, oggi di moda tra tanti ecologisti e nel punto 91 da a quest’ultimi una bella bordata.
Punto 91. Non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. È evidente l’incoerenza di chi lotta contro il traffico di animali a rischio di estinzione, ma rimane del tutto indifferente davanti alla tratta di persone, si disinteressa dei poveri, o è determinato a distruggere un altro essere umano che non gli è gradito.
Il Papa pertanto nella sua enciclica critica fortemente l’attuale potere tecnologico ed economico in mano a pochi. Questo è senza ombra di dubbio un problema serio da considerare, il pensiero del Papa infatti è una forte critica all’uomo onnipotente (antropocentrismo moderno) ed a mio parere per tale motivo può sembrare anticapitalista e «verde».
Punto 111. La cultura ecologica non si può ridurre ad una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’inquinamento. Dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita ed una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico.
Punto 117. Quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità, per fare solo alcuni esempi, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa. …118… non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia.

 

Leonello Serva