Sicuramente dobbiamo rispondere al prossimo bando preannunciato dal vice Direttore, con una riedizione aggiornata di Saner. L’inclusione di tutte le sorgenti di energia, oltre al nucleare, rientrava già nelle nostre intenzioni: soprattutto le fonti fossili hanno avuto un ruolo pesante nella nostra rinunzia al nucleare, e la loro innovativa inclusione nel prossimo bando della Commissione integra perfettamente la nostra storia e la sua comparazione con le storie degli altri Paesi. Nell’idroelettrico, che è sempre stata e tuttora rimane la prima delle rinnovabili, l’Italia è stata in epoca giolittiana il secondo Paese al mondo, dopo gli Usa. Nessuno qui è contro le rinnovabili, contro nessuna di esse, purché le si usi lealmente fra i Paesi membri, Francia Belgio e Catalogna compresi. L’indagine demoscopica comparata di Saner acquista ancora più senso alla luce dei recenti sviluppi. Però, edotti dall’esperienza del bando precedente, non possiamo lasciare che l’Italia resti ferma così al palo. Bisogna costituire in Italia una rete di esperti che inizi comunque a confrontarsi con gli attori qui brevemente richiamati. Salvo un giovane, promettente storico fiorentino, ero l’unico italiano al seminario di Stoccolma. Enea non paga più queste trasferte ai suoi dipendenti, né lo fa alcun’altra amministrazione pubblica italiana. O privata, nonostante che le nostre imprese siano letteralmente e concretamente saccheggiate da questo contesto, se lasciato agire indisturbato.
Ci sono le condizioni per confidare che basta disporsi con determinazione su questo fronte per fare cessare il saccheggio. La città da cui provengo, Cuneo, ha subìto paziente (così l’aveva definita anche Carducci) una lunga serie di invasioni ed assedi da parte dei francesi, limitandosi ad abbassare i suoi portici per ripararsi dalle ricorrenti cannonate. Dopo che fu costruito il Forte Albertino a Vinadio, quelle invasioni cessarono. E non vi fu mai bisogno neppure di armarlo propriamente quel Forte: bastò avere la faccia tosta di piazzarlo lì, con dentro qualche giovane di leva, non so se davvero anche Totò, ma mio padre mi disse di esserci stato, nel 1920. Avendo rappresentato, per tanti anni, prima i miei colleghi, poi tutte le professioni italiane ed europee a Bruxelles ed a Strasburgo, posso testimoniare che questa semplice mossa funziona: fa capovolgere radicalmente le direttive se erano state male impostate da parte della Commissione, con accoglimento di tutti, ma proprio tutti gli emendamenti. Parigi ospiterà la conferenza Onu sul clima, e sappiamo cosa avranno predisposto le imprese francesi «amont». Noi stiamo preparando sul tema una riunione al Cnr, cui inviteremo imprese, Governo, diplomazia, per provare ad assumere un atteggiamento corrispondente anche da parte nostra.
E dobbiamo lavorare bene dal primo momento in cui il bando uscirà nell’autunno, tutti insieme, senza dividerci pregiudizialmente fra ecologisti, come tutti siamo, e vetero-industrialisti, come nessuno è più. Così possiamo arrivare a presentare in primavera un progetto approvabile. E, se tutto va bene, il kick-off meeting lo potremo tenere nel Forte Albertino di Vinadio nell’agosto 2016, invitandovi anche ovviamente gli ottimi colleghi francesi, che da tanti anni ci commiserano e ci vogliono aiutare ad evitare questa assurda, eppure incombente, frana della grande costruzione europea.