I problemi che il pianeta Terra vive sono tristemente noti. Si parte dai cambiamenti climatici alla perdita di biodiversità, dall’inquinamento all’utilizzo fuori controllo delle fonti fossili ed altre materie prime, dalla crescita della popolazione all’aumento dei consumi ed essa connessi. Si tratta di questioni legate tra loro e se si intende risolverle, nei prossimi decenni, si dovranno trasformare radicalmente interi comparti dell’economia così come la si intende oggi
«Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e per le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte, le grandi strategie».
È così che Gianni Silvestrini ha scelto di presentare il suo ultimo libro, partendo dalla citazione di Albert Einstein del 1930, e questo per sviluppare il suo ragionamento, pieno di fatti, numeri, proposte tutte presenti all’interno del suo «2° C. Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l’economia» edito da Kyoto Club ed Edizioni Ambiente.
Gianni Silvestrini, personalità di rilievo nazionale in campo ambientale, impegnato presso il Centro nazionale delle ricerche (Cnr) e il Politecnico Milano, direttore generale del ministero dell’Ambiente e direttore scientifico del Kyoto Club, presidente del Green Building Council Italia e del Coordinamento di Fonti Rinnovabili ed Efficienza energetica (Free), ha da sempre abbinato le attività di ricerca, insegnamento, divulgazione e impegno associativo, cercando di individuare le novità in grado di accelerare la trasformazione ambientale del Paese.
I problemi che il pianeta Terra vive sono tristemente noti. Si parte dai cambiamenti climatici alla perdita di biodiversità, dall’inquinamento all’utilizzo fuori controllo delle fonti fossili ed altre materie prime, dalla crescita della popolazione all’aumento dei consumi ed essa connessi.
Si tratta di questioni legate tra loro e se si intende risolverle, nei prossimi decenni, si dovranno trasformare radicalmente interi comparti dell’economia così come la si intende oggi.
Una trasformazione che passa attraverso l’analisi delle risposte tecnologiche che saranno progressivamente disponibili, una crescente sensibilità ambientale che verrà a prodursi quale risposta a una politica impattante i cui effetti saranno determinanti nell’indurre le stesse istituzioni a cogliere i segnali preoccupati della comunità scientifica, definendo obiettivi, normative e forme di incentivazione.
In questo contesto difficile non mancano però buone notizie che, nonostante la miopia di parte del mondo politico e le resistenze di alcuni settori industriali, già da tempo si stanno avvicendando.
L’avanzata delle energie rinnovabili e dell’efficienza, ad esempio, sono elementi che mettono costantemente in discussione il sistema energetico tradizionale come anche il car sharing, le auto senza guidatore e altre forme di mobilità stanno imponendo profondi ripensamenti al settore automotive; i led stanno trasformando l’illuminazione, e si stanno diffondendo edifici che consumano dieci volte meno di quelli esistenti; le nanotecnologie, la stampa 3D, la robotica e la biomimesi promettono di trasformare il settore manifatturiero.
E alle innovazioni tecnologiche si affiancano modalità alternative nel fornire servizi e nel soddisfare bisogni. La sharing economy, la bioeconomia e la circular economy, ad esempio, mettono in discussione il modello lineare basato sull’usa e getta, a favore del riuso, la riprogettazione e il riciclo.
Una realtà costantemente investita dal vento del cambiamento che necessita di essere ben governata altrimenti si potrebbero produrre contraccolpi negativi.
Nuove forme organizzative e gestionali che assieme ad un’innovazione spinta fanno intravedere come un mondo basato sull’ecosostenbilità dei processi e su un superamento di concezioni tradizionali sia possibile solo se anche la politica fa la sua parte e affronti in maniera decisa problemi di ordine globale quali le crescenti diseguaglianze sociali o l’aggressione al pianeta.
Un libro, quello di Gianni Slvestrini, che, partendo dai mutamenti climatici, affronta i problemi e individua soluzioni ecosostenibili e opportunità per i nuovi scenari energetici del pianeta. Soluzioni per uscire da questa crisi che passano innanzitutto dallo studiare e applicare, in tempi brevi, un diverso modello di sviluppo che preveda un approccio diverso nei confronti dell’ambiente e che ci veda non predatori ma valorizzatori di questa nostra unica risorsa senza la quale non sarebbe possibile la vita del genere umano.
Una ridefinizione dell’economia globale, in chiave ecosostenibile, che andrà a perdere le vecchie, impattanti, consuetudini ma che, di contro, potrebbe portare straordinarie occasioni a chi immagina e desidera un mondo giusto, trasparente e green.
Questo e altro ancora è quanto viene delineato nel libro «2° C. Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l’economia», libro che ha, come obiettivo finale, l’ardire di far riflettere e stimolare dibattiti costruttivi tra i vari attori che hanno la responsabilità e sentono l’impegno di traghettare il pianeta verso un futuro sostenibile.