I 10 paesi, nel mondo, con maggiori posti di lavoro nell’ambito delle energie rinnovabili sono: Cina, Brasile, Stati Uniti, India, Germania, Indonesia, Giappone, Francia, Bangladesh e Colombia. In Ue rallentamento per la crisi pur tuttavia la Germania rimane il paese europeo con il più alto numero di occupati in assoluto nel settore. Un valore più che doppio di quello che si ha in Francia, che a sua volta è sensibilmente maggiore rispetto a Gran Bretagna, Italia e Spagna
Secondo il rapporto Renewable Energy and Jobs – Annual Review 2015, recentemente pubblicato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Rinnovabile (Irena) da Irena, attualmente oltre 7,7 milioni di persone nel mondo lavorano nel settore delle energie rinnovabili.
Si è registrato un aumento del 18% rispetto all’anno scorso (+1,2 milioni di posti di lavoro).
In particolare, un sempre maggior numero di posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili viene creato in Asia, in particolare in Cina, India, Indonesia, Giappone, e Bangladesh.
Di conseguenza, anche se la crescita di posti di lavoro continua, l’Unione europea e gli Stati Uniti rappresentano oggi il 25% dei posti di lavoro a livello globale nel settore dell’energia rinnovabile, rispetto al 31% nel 2012.
I 10 paesi, nel mondo, con maggiori posti di lavoro nell’ambito delle energie rinnovabili sono: Cina, Brasile, Stati Uniti, India, Germania, Indonesia, Giappone, Francia, Bangladesh e Colombia.
L’industria del solare fotovoltaico è il maggiore datore di lavoro per le energie rinnovabili in tutto il mondo con 2,5 milioni di posti di lavoro, seguito dai biocombustibili liquidi con 1,8 milioni di posti di lavoro, e l’energia eolica, che ha superato un milione di posti di lavoro per la prima volta quest’anno.
L’aumento dell’occupazione si diffonde in tutta la gamma delle energie rinnovabili con solare, eolico, biocarburanti, biomasse, biogas e piccoli impianti idroelettrici che registrano tutti aumenti di occupazione.
Tuttavia, i vertici di Irena, presentando il rapporto, hanno sottolineato che l’occupazione nel campo delle energie rinnovabili per continuare a crescere, deve essere favorita da politiche di sostegno. «Al fine di massimizzare la creazione di posti di lavoro, i governi devono attuare un mix di politiche intersettoriali che incoraggino la distribuzione, stimolino gli investimenti nelle industrie locali, rafforzino le capacità a livello di impresa di promuovere la formazione e la ricerca».
Il lavoro nelle delle energie rinnovabili è però diminuito nel 2013 nell’Unione europea, risentendo della situazione complessiva di crisi economica nel vecchio continente, con una forte riduzione degli investimenti, passando da 1,25 a 1,2 milioni di posti di lavoro.
La Germania rimane il paese europeo con il più alto numero di occupati in assoluto nel settore (371.400 nel 2013). Un valore più che doppio di quello che si ha in Francia (176.200), che a sua volta è sensibilmente maggiore rispetto a Gran Bretagna, Italia e Spagna. Peraltro, complessivamente questi 5 paesi hanno circa il 70% del totale dei posti di lavoro nelle energie rinnovabili dell’Unione europea.
Il rapporto, comunque segnala gli ambiziosi piani di sviluppo di eolico offshore in Gran Bretagna che, probabilmente, si tradurranno in un maggior numero di occupati nel settore nei prossimi anni.
In generale nella Ue l’industria del solare fotovoltaico ha subito perdite di posti di lavoro (meno 87.000), a causa della minore competitività e ad una riduzione della domanda. Altre tecnologie hanno registrato una crescita debole e non sono state in grado di compensare del tutto tali diminuzioni. nel campo delle biomasse si sono avuti più 37.900 posti di lavoro nel 2013, nell’eolico, più 12.600, e 7.300 nel geotermico
È interessante notare che in Europa, il settore delle biomasse, che ha raggiunto il numero di 342.100 occupati, ora supera l’eolico che ha 319.600 posti di lavoro. Entrambi sono molto più avanti rispetto al solare fotovoltaico (165.000), al geotermico (104.600) ed ai biocarburanti (97.200).