Spray urticante contro donne con bambini

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Un video che non avremmo mai voluto vedere diffuso dal «New York Times», riprende un gruppo di migranti siriani al confine tra la Serbia e l’Ungheria. Braccati, come cani al buio, ricacciati indietro con lo spray urticante negli occhi, mentre hanno in braccio i loro bambini. Siamo dentro una pagina di storia che parlerà di un Europa, che siamo noi, che ha visto la morte di migliaia di persone e non ha messo in campo politiche che aiutassero e rendessero sicuro l’esodo che sta traslando un popolo in cerca di vita e che scappa da una guerra senza fine

Quello che è stato denunciato dal «New York Times» è solo uno degli episodi che si stanno svolgendo lungo la frontiera ben sorvegliata dell’Ungheria nei confronti di un popolo in ginocchio e in fuga da una Siria in guerra.
Braccati, come cani al buio, ricacciati indietro con lo spray urticante negli occhi, mentre hanno in braccio i loro bambini. Questo è il video diffuso dal «New York Times», video che riprende un gruppo di migranti siriani al confine tra la Serbia e l’Ungheria. Un gruppo misto formato di uomini, donne e bambini, provenienti dalla Siria che hanno cercato di attraversare il confine la notte del 30 agosto scorso e, individuati dalla polizia ungherese, sono stati cacciati in maniera brutale. Uno dei profughi grida in inglese alla polizia: «Famiglie! Bambini!» e poi voltandosi verso i suoi compagni li tranquillizza dicendo: «Va tutto bene, rimaniamo tutti uniti, dite “per favore”. Forse ci accettano se non diciamo altro. Solo “per favore”». Per favore, per favore, per favore.

Il gruppo si avvicina al filo spinato ed è una donna con il suo bambino di 18 mesi tra le braccia a far strada al gruppo. Ma quello che poteva esser un piccolo passo verso la meta si trasforma in un orrore.
Un agente spruzza qualcosa nell’aria e poi il caos dove si percepisce solo il pianto del bambino. Il gruppo ritorna indietro a tentoni, fino alla parte serba, tossendo e coprendosi la bocca e la donna che faceva da apripista grida «Il mio piccolo amore non può aprire gli occhi, mi ha fatto cenno di andare avanti e poi ha spruzzato verso me e il bambino».
Una situazione che lascia senza parole, una tristezza profonda che arriva nel guardare tutto quello che sta accadendo contro questa gente che ha come unica colpa quella di vivere in un Paese in guerra. Una comunità internazionale inerte davanti alla devastazione di un popolo.
Si parla, si parla e non si agisce per trovare uno spiraglio di luce nel caos generale.
Una crisi umanitaria che ci vede protagonisti e che non stimola azioni immediate per fermare queste morti innocenti.
Foto e video che ci lacerano l’anima e che ti mettono in discussione come essere umano condizione questa aggravata dalla consapevolezza di non poter fare nulla nel piccolo se non vengono date direttive a livello politico.
Agiamo gente, facciamo conoscere il nostro disprezzo rispetto a quanto sta avvenendo, stimoliamo dialoghi, manifestazioni, reazioni.
Siamo dentro una pagina di storia che parlerà di un Europa, che siamo noi, che ha visto la morte di migliaia di persone e non ha messo in campo politiche che aiutassero e rendessero sicuro l’esodo che sta traslando un popolo in cerca di vita e che scappa da una guerra senza fine.