La cartografia geologica della Regione Puglia in scala 1:50.000 è in fase di stallo e solo il 20% circa del territorio pugliese possiede una cartografia geologica aggiornata. Molti comuni si sono dotati del Piano di emergenza ma pochi sono adeguati; solo pochi comuni hanno programmato la corretta informazione e solo alcuni hanno iniziato a fare le esercitazioni. In Puglia è rara la figura del geologo nella pianta organica degli enti. Proposti il «geologo di zona» e l’istituzione di un Servizio geologico regionale
Il 6 settembre 2015, nelle piazze d’Italia, il Consiglio nazionale dei geologi (Cng) e gli Ordini regionali dei geologi (Org) hanno promosso la conoscenza della geologia e avviato una campagna di sensibilizzazione, «Georischi, li (ri)conosco, mi difendo», rivolta principalmente ai cittadini e agli amministratori sul ruolo della prevenzione e autoprotezione come difesa dalle catastrofi idrogeologiche.
In Puglia l’evento si è tenuto in Piazza del Ferrarese a Bari.
Abbiamo rivolto alcune domande al Presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia, Salvatore Valletta.
Cos’è la Geologia e come la stessa può aiutarci nel definire la vulnerabilità del nostro territorio?
La geologia è la «Scienza che studia il pianeta Terra con riferimento alla sua composizione, alla sua struttura e configurazione, alla sua superficie e ai processi che vi operano, cercando di giungere alla conoscenza dell’evoluzione che esso ha avuto sin dai primordi della sua formazione (circa 4,7 miliardi di anni fa)».
In Puglia si trovano diversi paesaggi geologici definiti dall’evoluzione che questo territorio ha avuto durante le diverse ere geologiche. Così si passa dai massicci di rocce calcaree del Gargano, delle Murge e del Salento, alle ampie pianure del Tavoliere, dell’area di Brindisi e dell’arco jonico, ai Monti dell’Appennino Dauno, alle dolci colline che si elevano man mano che ci si spinge dal Mar Jonio verso l’entroterra.
Questi differenti paesaggi geologici, con le varie caratteristiche geomorfologiche, rendono unico il paesaggio della regione e sono interessati dalla continua evoluzione, lenta e inesorabile, che spesso si manifesta con fenomeni di dissesto del suolo.
La geologia studiando i processi di evoluzione della superficie terrestre contribuisce alla definizione della vulnerabilità del territorio. Le carte geologiche sono, infatti, uno strumento fondamentale per la risoluzione delle problematiche territoriali. A questo proposito è il caso di ricordare che la cartografia geologica della Regione Puglia in scala 1:50.000 è in fase di stallo e solo il 20% circa del territorio pugliese possiede una cartografia geologica aggiornata.
Quali sono i rischi geologici a cui è esposta la Puglia?
In Puglia come in Italia, frane, alluvioni, terremoti, sono fenomeni diffusi, frequenti e molto pericolosi, che concorrono all’evoluzione naturale di un territorio.
Anche il territorio pugliese è esposto a questi fenomeni naturali che possono diventare rischi geologici, ne sono testimonianze recenti le alluvioni che hanno colpito in questi ultimi dieci anni la città di Bari e gli altri comuni (ottobre 2005); l’arco jonico (Ginosa) e la penisola salentina (ottobre 2013); il Gargano (settembre 2014).
La fragilità geologica del territorio si riscontra anche nei continui crolli delle falesie costiere, nei movimenti di versante e frane dei Monti dell’Appennino Dauno, i ripetuti sprofondamenti del suolo dovuti al crollo delle cavità naturali e antropiche.
Dei circa 20.000 kmq del territorio regionale solo l’Autorità di Bacino della Puglia ha individuato 8,5% con diversi gradi di pericolosità geomorfologica (frane e crolli di cavità) e il 4,4% con diversi gradi di pericolosità idraulica. Dati, almeno quelli idraulici, sottostimati poiché gli studi di dettaglio non sono stati condotti su tutto il reticolo idrografico che, seppur attivo episodicamente, solca diffusamente la Puglia.
Ci sono piani di emergenza di protezione civile attivi e vengono fatte sistematicamente esercitazioni con l’obiettivo di prevenire e verificare tali piani?
Con entrata in vigore della Legge 12 luglio 2012 n° 100, ciascun comune è tenuto a dotarsi del piano di emergenza comunale, redatto secondo i criteri e le modalità riportate nelle indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile e delle Giunte Regionali. Molti comuni in Puglia si sono dotati del Piano ma pochi sono adeguati ai reali rischi geologici presenti sul territorio; solo pochi comuni hanno programmato la corretta informazione dei contenuti del piano alla cittadinanza e solo alcuni hanno iniziato anche a fare le esercitazioni. Sull’adeguamento dei piani di protezione civile c’è ancora tanto da fare: la norma prevede la verifica dell’efficacia del piano e il suo aggiornamento periodico continuo. I Comuni, la Regione, le associazioni di volontariato e gli ordini professionali devono insistere e coordinarsi al fine di allargare il coinvolgimento della popolazione sui temi di prevenzione e autotutela dai dissesti idrogeologici e non solo.
Recentemente abbiamo pubblicato sulla rivista dell’Ordine dei geologi della Puglia «Geologia e Territorio» un articolo sul piano comunale di protezione civile dell’abitato di Laterza, un esperienza da evidenziare e da ripetere in altre realtà della regione.
Quali sono i comportamenti da mettere in atto in caso di un evento geologico estremo che può mettere in pericolo la vita della comunità?
Quando non si conosce l’interazione tra i caratteri geologici, geomorfologici e sismici di un territorio e le opere che su di esso si vogliono realizzare, il dissesto del suolo può assumere caratteri catastrofici.
La curiosità deve sempre lasciare il posto alla prudenza, un evento geologico catastrofico, come una frana, un’alluvione, lo sprofondamento di una cavità, può manifestare improvvisamente tutta la sua furia devastante. La prima cosa da fare è conoscere i fenomeni naturali e chiedersi se i posti che si frequentano possono essere soggetti a tali fenomeni. Per questo, la conoscenza della geologia e dell’evoluzione geomorfologica del territorio nel quale viviamo, dove passiamo le nostre vacanze, dove portiamo i nostri figli a trascorrere il tempo libero ci può aiutare a rafforzare in ognuno di noi il senso civico della prevenzione e dell’autoprotezione.
Con l’iniziativa «Georischi, li (ri)conosco, mi difendo» svoltasi lo scorso 6 settembre 2015 contemporaneamente in molte piazze d’Italia (a Bari in Piazza del Ferrarese), organizzata dal Cng e dagli Ong, abbiamo voluto incontrare la popolazione per dare risposte a domande semplici come: La mia casa è sicura? La strada che percorro ogni giorno per andare al lavoro è sicura? Il mio Comune ha un piano di protezione civile? Conosco i corretti comportamenti da assumere in caso di un evento geologico che colpisca il luogo in cui vivo, lavoro o transito abitualmente?
Come la figura del geologo è vicina alla popolazione nell’intento di spiegare l’importanza della conoscenza del territorio e quali potrebbero essere le sue future proiezioni?
In molti casi il linguaggio tecnico e scientifico, formale e altamente specializzato, rende necessaria una vera e propria mediazione che si pone come obiettivo quello di rivelare, illustrare, rendere accessibile quello che immediatamente sembra poco accessibile. Una mediazione che stimoli la curiosità e che spinga tutti, grandi e piccoli, cittadini e amministratori, verso una voglia di apprendimento e di padronanza dei temi del rischio geologico, così importanti per il nostro benessere. Il geologo, oltre a tecnico specialista dell’interazione delle costruzioni con il suolo, offre un importante contributo, a partire dal proprio ambito di riferimento, alla comunità nel campo della previsione e prevenzione dei rischi geologici. Un importante contributo il geologo può fornirlo nell’ambito delle amministrazioni pubbliche. In Puglia è rara la figura del geologo nella pianta organica degli enti; i geologi nelle strutture tecniche locali e regionali potrebbero contribuire efficacemente ad arricchire le conoscenze del territorio con ricadute positive non solo nel campo della pianificazione territoriale e nella corretta progettazione degli interventi, ma anche per la sicurezza in generale della popolazione.
Una figura, quella del geologo, importante ma spesso trascurata e che dovrebbe essere, di contro, messa a disposizione per evitare catastrofi e per permettere una buona gestione del territorio. Come i geologi intendono far capire questa importanza a chi in Italia legifera?
Il geologo è una figura professionale di fondamentale importanza per la comprensione dei processi di evoluzione della superficie terrestre e, quindi, per la previsione e prevenzione dei pericoli geologici, per la corretta pianificazione del territorio, per la soluzione dei problemi ambientali che riguardano il sottosuolo e le acque superficiali e sotterranee, per l’individuazione e la valutazione delle risorse naturali. A partire dalle proprie competenze professionali i geologi attraverso il Consiglio nazionale hanno sostenuto la proposta di istituire il «geologo di zona» che potrebbe rappresentare un salto di qualità nella prevenzione dei dissesti attraverso il monitoraggio del territorio per valutare preventivamente e prevenire i rischi geologici e qualunque forma di calamità naturale. In Puglia l’Ordine dei geologi ha proposto l’istituzione di un Servizio geologico regionale (o altra adeguata struttura tecnica) che possa gestire tutte le informazioni e le conoscenze geologiche dei territori, anche al fine del supporto geologico tecnico e ambientale agli altri servizi regionali.
I geologi sono impegnati in campagna di sensibilizzazione sui rischi geologici e organizzano convegni e giornate di approfondimento per accrescere la consapevolezza anche del legislatore nazionale e regionale della necessità della figura tecnica del geologo per la conoscenza e tutela del territorio.
E allora ci diamo appuntamento per il prossimo convegno che si terrà il 18 settembre ore 15 presso il Castello Svevo di Barletta, nell’ambito della manifestazione «Green BAT 2015» dove interverrà anche il presidente del Consiglio nazionale, Gian Vito Graziano, sul tema «La protezione del “suolo”, il rischio idrogeologico e la prevenzione del rischio».