Il Manifesto di Termoli sulle trivelle a mare

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Pozzi-adriatico
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Berlinguer: finalmente le Regioni unite attorno ad un documento propositivo. Prima di ogni azione conoscere il Piano energetico nazionale. La Puglia approva, all’unanimità, la richiesta di referendum sulle trivellazioni petrolifere, relativi all’abrogazione di parte dell’art.35 del Decreto Sviluppo 2012 e dell’art.38 dello Sblocca Italia

Nella commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni approda il Manifesto di Termoli, documento elaborato dall’Assessore Berlinguer al termine della prima riunione delle Regioni adriatiche e ioniche che vollero, alla fine di luglio, dire Stop ai permessi di ricerca di idrocarburi a mare. Allora si trattava di Marche, Abruzzo, Molise, Puglia Basilicata e Calabria. Allora furono sei le Regioni firmatarie. Oggi la Conferenza riunisce tutte le Regioni italiane.

Il Manifesto non contiene pregiudizi o veti. È viceversa un documento che chiede con forza al Governo di chiarire e condividere con le comunità territoriali quali sono i suoi indirizzi di politica energetica nel settore degli idrocarburi. In modo da poter aprire un tavolo al quale partecipare tutti e poter finalmente comprendere ciò che sta accadendo, senza doverlo «scoprire» di volta in volta dagli atti amministrativi conseguenti.

Quali giacimenti sono stati individuati? Dove? Come e quando il Governo intende sfruttarli? Si possono individuare di comune accordo aree nelle quali le coltivazioni sono precluse? come avvenne con la l.9/91? E perché, ad esempio, i golfi di Napoli e Salerno sono considerati off limits per la coltivazione di idrocarburi e quello di Taranto no? Ancora: quale protezione ambientale può essere garantita? Quali benefici alle comunità territoriali? Sono questi taluni degli interrogativi che il Manifesto di Termoli pone, nella prospettiva di un dialogo tra istituzioni che sinora è oggettivamente mancato.

«Non possiamo procedere a tentoni in una materia così delicata – ha ribadito oggi l’Assessore Berlinguer – con sgambetti reciproci e continui ricorsi al giudice, amministrativo e costituzionale. Occorre una strategia condivisa che sappia coinvolgere e rispettare le comunità locali che nei territori interessati ci vivono».

Sicuramente ampio sarà il dibattito in Commissione, prevista nella tarda mattinata di oggi, attesa anche la posizione divergente assunta dalll’Emilia Romagna, in particolare a seguito di talune affermazioni spese in quella sede all’indirizzo delle iniziative referendarie assunte dal Consiglio regionale della Basilicata sabato scorso. Ma le Regioni favorevoli sono sicuramente in maggioranza, se non la quasi totalità di quelle costiere.

«Dobbiamo essere uniti – ha concluso Berlinguer – per portare la questione in Europa, la quale non può, anche su questo tema, continuare a latitare. Abbiamo il paradosso che Stati confinanti hanno politiche estrattive opposte, pur condividendo le stesse acque. È arrivata l’ora che su tutte le problematiche dei nostri mari venga varata una politica comune, ascoltando attentamente le comunità più vicine, che quei mari li vivono quotidianamente».

Intanto il Consiglio Regionale Pugliese ha approvato, ieri, all’unanimità, la richiesta di referendum sulle trivellazioni petrolifere, relativi all’abrogazione di parte dell’art.35 del Decreto Sviluppo 2012 e dell’art.38 dello Sblocca Italia.