Quanto si muove nel mondo, da San Pietroburgo a Parigi, da Roma a Kiev, da Tel Aviv a Boston, per non parlare di ciò che avviene nella ricerca militare e spaziale, ad alcuni ricercatori sembra tutto pseudoscienza e lontanamente li tange l’idea di andare a vedere se c’è qualcosa di buono da verificare in studi rigorosi. Ma fortunatamente il mondo cammina lo stesso…
Un autunno scintillante e non solo con i classici temporali e i loro enigmatici fulmini, i cui segreti presto saranno svelati e usati.
Anche sul fronte umano, molto umano, le scintille scoccano da Alghero dove questo sabato sera va in scena la nuova edizione del lager di Ittiri, e a Terni dove il 3 ottobre viene presentato il nuovo corso dello scintillio elettrico cosiddetto rinnovabile: dalle splendide cascate delle Marmore che con l’idroelettrico fanno da oltre un secolo miracoli, al solare, eolico e nucleare caldo e tiepido (difficile parlare di nucleare freddo intorno a 1.000-2.000 gradi prodotti nelle celle di Stremmenos e c. con la sublimazione dell’oro e la distruzione dei reattori).
Le grandi crisi come insegnava Einstein possono essere grandi opportunità, costringendoci ad andare oltre le credenze limitanti che ci bloccano nei recinti del consueto, attaccati al rasoio di Okkam, più popolarmente formulato con la massima che chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che lascia, ma non sa quello che trova, per cui seguendo questa saggia massima non avremmo le Americhe che rimanevano isolate dalla bella Europa, e andremmo ancora con le carrozze a cavallo e continueremmo a ridere di Icaro come faceva Lord Kelvin.
Sulla Fusione Fredda/Lenr, mi pare di capire che si è smesso di ridere e di parlare di spazzatura scientifica (la spazzatura vera è un grande problema e potrebbe essere anche una grande risorsa, se si volessero usare i mezzi già disponibili in mondi meno sofisti e più legati ai risultati senza i quali si perde tutto e non solo le vanità sapienti di luminari che hanno dimenticato la lezione socratica).
Si ride sempre di meno anche di memoria dell’acqua e di super weak interaction che rientrano nella chimica quantistica a pieno titolo, consentendo di gestire le gravi crisi in cui versa la farmacologia moderna tanto potente, quanto ancora poco mirata e personalizzata. Interessanti in proposito le recenti linee guida della Società italiana di immuno-allergologia sulla diagnostica delle allergie e delle intolleranze in particolare, che ad oggi restano orfane di mezzi diagnostici solidi e affidabili.
Quanto si muove nel mondo, da San Pietroburgo a Parigi, da Roma a Kiev, da Tel Aviv a Boston, per non parlare di ciò che avviene nella ricerca militare e spaziale, ad alcuni ricercatori sembra tutto pseudoscienza e lontanamente li tange l’idea di andare a vedere se c’è qualcosa di buono da verificare in studi rigorosi.
Il mondo non si ferma qui e a Madrid dal 13 al 15 ottobre l’Industria farmaceutica si riunisce e ancora una volta tenta di capire meglio anche i segreti delle intolleranze e delle reazioni avverse ai farmaci che minacciano la salute delle popolazioni e il business stesso farmaceutico, alle prese con una diffusa crisi di rigetto, con cui non si può fare a meno di confrontarsi, nel mentre appare chiaro, deliri alternativoidi a parte, che la farmacologia moderna ha fatto il miracolo di spostare l’età media da 30-40 anni a 70-80 anni sconfiggendo malattie che portavano in sala operatoria o direttamente in cielo come capitò a un mio zio sui 30 anni per una ulcera gastro-duodenale sanguinante nei non lontani anni Sessanta. Morte questa oggi magnificamente evitabile con una pasticca di gastroprotettore di prima o seconda generazione.
Nel nostro Gran Mondo è bene che pur salvaguardando il ruolo primario del libero mercato, non si dimentichi, se non vuole perdere le fortune acquisite protempore… come la vita peraltro, che a parte la competizione sui mercati globali, esiste anche il sistema di riferimento nazionale o sovrannazionale che può cadere come la Storia anche recente insegna.
100.000 morti per fuoco amico da reazioni iatrogene, con 5 milioni di reazioni avverse ai farmaci di cui la metà gravi solo negli Usa, sono ben oltre un Vietnam, e bisogna fare un grande uno sforzo scientifico e biotecnologico per trovare una nuova modalità di uso dei farmaci per ottimizzare il rapporto rischi/benefici oggi troppo spostato sui rischi come si apprezza da Jama.
Forse è il caso di dimenticare l’epoca del Poggiolini e ritornare a maggiore rigore abbandonando i giochi della medicina che aggredisce i sani per prevenire malattie future, e tra una spesa e l’altra pubblica e privata contribuire alla grande ai risultati di sopra senza neanche la scusante che si perde una vita, e dimentichi che il medico non deve accedere al malato ma il malato deve andare dal medico (vedasi in merito gli illuminanti editoriali di Toscana Medica).
Anche sulle Demenze c’è da riflettere e ancora una volta il Consiglio sanitario della Regione Toscana (Regione che brilla per efficienza e senso dello Stato, forse da portare a Modello di un mondo tricolore mediamente più concentrato sul particulare e sulla massima franza o spagna purché se magna), ha dettato linee guida che sulla scorta delle delusioni della farmacoterapia delle demenze, indica nelle terapie cognitive la prima scelta nel trattamento di queste malattie.
Su questa strada, si muovono varie correnti scientifiche nel mondo, dal giapponese Kawashima (alleato dei milanesi della Bicocca) ai russi e ucraini che seguono con grande interesse il lavoro del gruppo sardo del vecchio direttore della Clinica neurologica dell’Università di Sassari Virgilio Agnetti con i non più giovani scienziati Giuseppe Dore e Marinella D’Onofrio «ПСИХОТЕРАПИЯ», N° 4(136), 2014 г., che dopo Roma e Kiev, Alghero e Berlino sono passati anche da Copenhagen dove sembra tragicomicamente confermato quanto enunciò citando l’Amleto di Shakespeare il principe della risata e dove comunque la posta ha sicuramente difficoltà gravi.
La partita continua, con i protagonisti della ricerca scientifica sempre più determinati a far valere la verità, in parallelo agli sforzi per fare legge e giustizia, a cui tutti dobbiamo rispondere non solo in Cielo, ma perché no, anche in Terra.