Noi non possiamo che essere lieti delle precisazioni, e siccome non ci piace sparare articoli, ed essendo il nostro intento quello di fornire ai nostri lettori non parole ma dati scientifici. Restiamo in attesa, dopo l’improvvisata precisazione, di ricevere dati e numeri alle domande che abbiamo fatto
– Un intervento del prof. Fulvio Zezza
Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato, in seguito a segnalazioni di visitatori esperti, un articolo sullo stato delle Grotte di Castellana.
Purtroppo non ci è giunta alcuna risposta in merito alle numerose domande che abbiamo posto in quell’articolo.
Le Grotte di Castellana sono un bene importante della nostra regione e dell’Italia e meritano un approfondimento, perché, lo ribadiamo anche se dal tono dell’articolo doveva essere chiaro, alle grotte ci teniamo e per questo non vorremmo che un bene carsico di primario valore vada trascurato.
Il carsismo è nel Dna dei pugliesi e le Grotte di Castellana ne rappresentano la massima espressione. È ancora viva in me la forte emozione quando l’allora direttore, Fulvio Zezza, mi accompagnò per mostrarmi una grotta appena scoperta. Era il marzo del 1991 e strisciando attraverso una piccola apertura su un cumulo di detriti entrai nella grotta delle Eccentriche. La volta era coperta da stalattiti stranissime che sembravano sfidare le leggi della natura. Si presentavano ramificate con numerosi accrescimenti che non erano diretti verso il basso ma si orientavano lateralmente e qualcuno verso l’alto. Una struttura capricciosa la cui formazione è ancora tema di dibattito e la cui massiccia presenza ne fanno un primato mondiale.
Le Grotte sono un patrimonio che appartengono all’umanità, legittimo quindi che un organo di informazione scientifico come il nostro, di fronte a segnalazioni attendibili, ponga domande ed è doveroso da parte di chi gestisce tale patrimonio pubblico, dare risposte: senza minacce e risentimenti.
Da qui le domande che abbiamo posto in merito al funzionamento del Comitato scientifico, alla gestione del controllo delle grotte (qualità dell’aria, problema della lampenflora, ecc.) e agli eventi che si organizzano.
Ma abbiamo atteso invano una risposta rigorosa e scientifica che soddisfacesse tutte le domande.
Soltanto qualche giorno fa, il presidente delle Grotte di Castellana srl, Domi Ciliberti, rispondendo ad una domanda di una intervistatrice di «ViviCastellanaGrotte», che citava il nostro articolo, ha fatto alcune precisazioni dicendo, sinteticamente, che «il Comitato tecnico scientifico esiste ed è guidato dal prof. Monterisi […] in questi due anni e mezzo, da quando ci siamo insediati, abbiamo operato la pulitura completa della grotta Bianca, abbiamo operato la pulitura della lampenflora, abbiamo provveduto alla pulitura di parte del percorso dove è stata anche aumentata la zona calpestabile, abbiamo provveduto anche all’installazione elettronica di strumenti lungo tutto il percorso che oggi in automatico rilevano e dunque danno a noi in tempo reale la qualità dell’aria, abbiamo provveduto a comprare un motore nuovo dell’aeratore, abbiamo provveduto a fare le analisi di presenze o meno di gas radon così come richiede la legge».
Noi non possiamo che essere lieti di queste precisazioni, e siccome non ci piace sparare articoli, ed essendo il nostro intento quello di fornire ai nostri lettori e alla comunità scientifica non parole ma dati scientifici, saremmo lieti di pubblicare, dopo questa improvvisata precisazione, dati e numeri alle domande che abbiamo fatto.
Sperando che il Comitato scientifico (che ci viene detto esiste) ci voglia rispondere. Restiamo in fiduciosa attesa…
A maggior beneficio del lettore ripresentiamo, sinteticamente, le questioni sollevate nell’articolo citato:
– Controllo sui visitatori (numero per ogni gruppo di visitatori, controlli lungo il percorso…);
– Dati sul monitoraggio dell’aria;
– Fenomeno della lampenflora (pulizia, tipo di illuminazione…);
– Modalità di immissione dell’aria attraverso l’aeratore;
– Le grotte sono sito Sic: ci sono valutazioni di impatto ambientale prima degli eventi?
In attesa di un risconto del Comitato tecnico scientifico, vero interlocutore sui punti appena riportati, si ritiene che l’articolo abbia semplicemente il merito di aprire il dibattito pubblico su un bene carsico di primaria importanze per la nostra comunità e il mondo scientifico.