Un territorio, l’Italia, sfigurato dove si continua a sottovalutare il rischio idrogeologico in regioni come la Calabria, regione che detiene il primato di alluvioni e considerata per intero ad elevato o ad altissimo rischio idrogeologico
«Binari spazzati via, strade che crollano, purtroppo una vittima e soprattutto la prova chiara che in Italia il cittadino non sa ancora come comportarsi in caso di una grave emergenza. La prima cosa da fare è quella di non andare nei sottoscala, non scendere negli scantinati, non fermarsi sotto ai ponti, non prendere sottopassaggi. Queste sono le prime cose da fare quando c’è un’alluvione», questo quanto afferma Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi commentando quanto sta accadendo ancora una volta in Italia e in questi giorni in Calabria.
Un territorio, l’Italia, sfigurato dove si continua a sottovalutare il rischio idrogeologico in regioni come la Calabria, regione che detiene il primato di alluvioni e considerata per intero ad elevato o ad altissimo rischio idrogeologico. Una fragilità insita del territorio che però l’opera dell’uomo ha accentuato. Le foto viste in questi giorni, purtroppo, sono chiare. Tra Brancaleone e Ferruzzano la Ferrovia Jonica e la Strada Statale 106 quasi non esistono più, distrutte da un’alluvione mai scritta nei libri di storia. Quel tratto di linea ferroviaria che si regge nel vuoto e quel tratto della S.S. 106 inghiottite dalla furia delle acque che riversandosi impetuosamente in mare hanno trascinato via ogni cosa richiamando dolorosamente eventi accaduti in passato ad un ritmo ormai scandito da battute regolari. Altro disastro, altri danni inestimabili e sempre la nostra terra protagonista.
Gian Vito Graziano, prosegue: «Non siamo dinanzi solo ai cambiamenti climatici ma anche alla carenza infrastrutturale del Paese, soprattutto al Sud. Una carenza che riguarda il sistema fognario e quello viario. Oggi in Italia la gente inizia a chiedere alla classe politica se ci sono geologi negli enti pubblici, risultato importante perché prima l’opinione pubblica era molto distante dalla categoria dei geologi tuttavia, nel 2015, in Italia i geologi non sono nelle pubbliche amministrazioni».
Ci siamo mai chiesti quanti comuni abbiamo un geologo? Recuperare il tempo perso nella corretta gestione del territorio andando a coinvolgere le giuste professionalità e il geologo di zona è certamente una giusta figura che localmente può garantire la sicurezza del territorio e della gente che vi abita.
Continua il Presidente del Consiglio nazionale dei geologi: «Il sindaco che programma la politica per il piano di difesa del territorio lo fa con figure professionali apprezzabili ma che non hanno le competenze e le sensibilità del geologo. Oggi assistiamo a frane continue, morti con conseguenti danni e non possiamo prendercela con una montagna o con un fiume se ogni anno abbiamo morti. La colpa è dell’operato dell’uomo».
La prevenzione e la cura del territorio da avviare con un monitoraggio scrupoloso da fare andando a coinvolgere le giuste professionalità che certamente non possono trascurare la figura del geologo, che per definizione è il tecnico del territorio essendo consapevoli che il cammino da fare è lungo e bisognerà avviare la più grande opera pubblica mai realizzata: il recupero del territorio italiano.
Oggi a Rimini, per Ecomondo, iniziano gli Stati Generali sulla Green Economy ed interverrà Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi; un appuntamento importante per dar forza alla figura del geologo, figura spesso bistrattata ma che vede in sé racchiusi i rudimenti di una conoscenza profonda del territorio da mettere al servizio della società.