Il super anticiclone africano che sta conquistando parte del continente europeo è fonte anche di preoccupazioni per il turismo invernale, per l’agricoltura e per la salute dei cittadini
Se questo eccezionale anticiclone sub-tropicale, che sta allietando le nostre giornate con temperature gradevoli, si fosse verificato a luglio o ad agosto quando le ore d’insolazione erano più lunghe, avremmo avuto picchi di temperature infernali. Per fortuna questa alta pressione africana si è presentata a novembre quando il terreno è più freddo e le ore di Sole ridotte, per cui come risultato ci ha portato un clima primaverile, facendoci anche risparmiare un bel po’ di soldini perché, soprattutto al centro e al sud, molti ancora non hanno fatto partire i riscaldamenti domestici.
Gran parte del bacino del Mediterraneo è stato così inglobato da questa bolla africana, determinando in altri Paesi come Spagna, Francia e parte dei Balcani record di temperature alte per la stagione. L’anticiclone si spingerà fino all’Inghilterra e su gran parte della Germania.
Tutto ciò è abbastanza anomalo e crea non pochi problemi a molti ecosistemi terrestri. Ad esempio il riscaldamento dell’aria si manifesta anche oltre i 3/4.000 metri di altitudine, determinando così un ulteriore accelerazione della fusione dei nostri ghiacciai alpini. Le previsioni poi ci dicono che tale situazione anomala si protrarrà almeno per altri 10 giorni. Un guaio per la vegetazione che in questo periodo dovrebbe andare in riposo e che invece è «disorientata». Ciò determina, soprattutto nelle latifoglie, una fase di stress che può incidere negativamente in primavera nel periodo della fioritura.
Oltre a ciò le popolazioni di insetti fastidiosi per animali e uomini e quelli parassiti delle piante, grazie a queste condizioni climatiche, riescono beatamente a sopravvivere preparandosi a sferrare per la prossima primavera i loro micidiali attacchi. Ma i problemi non finiscono qui: gli automobilisti, soprattutto della Valle Padana ma anche di altre valli e pianure del centro Italia, avranno a che fare con nebbie molto fitte che a volte non riusciranno a dissolversi facilmente. Stesso problema per gli aeroporti del nord. La mancanza di vento, di precipitazioni, la presenza di nebbia e le temperature anomali potrebbero determinare in molte grandi città del centro nord la stagnazione e l’accumulo di inquinanti atmosferici pericolosi alla salute, soprattutto negli strati più bassi. Quindi prepariamoci ad assistere in molte grandi città della penisola a possibili blocchi del traffico cittadino.