Il randagismo è un problema molto sentito dai cittadini e dai Comuni, non solo dal punto di vista sanitario per i rischi di aggressione e morsi, ma anche economico, date le difficoltà dichiarate degli enti locali a costruire e a gestire canili e strutture di ricovero. Sulla base dei risultati ottenuti, infine, il ministero della Salute valuterà se estendere il progetto su tutto il territorio nazionale
Prende il via dalla Basilicata un progetto-pilota nazionale per il controllo del randagismo. Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, l’assessore regionale alle Politiche della Persona, Flavia Franconi, e la presidente dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa), Carla Rocchi, hanno firmato oggi a Roma un protocollo d’intesa.
L’obiettivo è quello di mettere in campo un piano di sterilizzazione capillare, soprattutto nei luoghi dove il fenomeno è più diffuso e diventa difficile catturare e spostare gli animali, per contenere la crescita a dismisura della popolazione canina.
Il randagismo è un problema molto sentito dai cittadini e dai Comuni, non solo dal punto di vista sanitario per i rischi di aggressione e morsi, ma anche economico, date le difficoltà dichiarate degli enti locali a costruire e a gestire canili e strutture di ricovero.
Il protocollo si avvale dell’esperienza maturata sul territorio nazionale dall’Enpa. L’Ente mette a disposizione un’équipe specializzata, una clinica mobile dotata delle attrezzature necessarie per eseguire gli interventi di sterilizzazione nel rispetto dei protocolli sanitari e un automezzo omologato con gabbie di contenimento per il trasporto degli animali verso i luoghi di convalescenza.
Con la collaborazione della Regione, invece, le autorità sanitarie locali, di cui l’Azienda potentina Asp è capofila, si impegnano a individuare su tutto il territorio della Basilicata le strutture idonee in cui ricoverare gli animali sterilizzati e a fornire i medicinali veterinari e i presidi medici. Le attività sono svolte secondo la programmazione e sotto il coordinamento del Servizio veterinario competente.
Sulla base dei risultati ottenuti, infine, il ministero della Salute valuterà se estendere il progetto su tutto il territorio nazionale.