…come effetto pubblicitario per un parco. L’introduzione «dimenticata» nel parco d’Abruzzo. Pochi sanno che mezzo secolo fa lo splendido signore dei boschi era praticamente scomparso dall’Appennino, vittima di una caccia senza scrupoli
Un’agenzia straniera specializzata ha quantificato in oltre un milione di dollari il valore pubblicitario della campagna che i cervi hanno svolto negli ultimi anni, del tutto gratuitamente, a vantaggio dei centri eco-turistici nel cuore del Parco d’Abruzzo, dove la gente locale sta finalmente incominciando a conoscerli, ad amarli e a rispettarli.
Eppure, dopo tanti anni di divulgazione e comunicazione su fauna e flora per spiegare alle popolazioni il valore della natura e dopo le tante prove, pare che questa conoscenza si stia perdendo sopraffatta dal becero interesse che non produce ricchezza per la comunità ma solo a pochi. È il caso del lupo o dell’orso. Ed anche del cervo.
Ma da dove vengono, infatti, questi benedetti cervi? L’interrogativo, essenziale per comprendere la vera storia del Parco nazionale d’Abruzzo, resta spesso senza risposta. Perché pochi sanno che mezzo secolo fa lo splendido signore dei boschi era praticamente scomparso dall’Appennino, vittima di una caccia senza scrupoli, e di tutte le altre prepotenze e malvagità dell’uomo. Eppure negli anni Settanta un manipolo di «pazzi visionari» realizzò con pochi mezzi, tra incredibili difficoltà, l’impresa «impossibile» di riportare il cervo nel santuario della natura d’Abruzzo, insieme al capriolo che aveva subito analoga sorte: e riuscì nell’intento, imitato poi dagli altri Parchi nascenti e dalla Forestale, in varie montagne dell’Italia centro-meridionale. La storia di questo «successo della conservazione» (così definito spesso in sedi internazionali) risulta illustrata nella basilare opera «SOS Fauna» (1976). Eppure è stata pervicacemente cancellata dalla memoria storica, è intenzionalmente taciuta dai soliti supponenti accademici, e viene quindi bellamente ignorata proprio da coloro che più ne godono e ne traggono consistenti benefici… Perché la presenza dei Cervi meraviglia e attira moltissimo, anche attraverso il passaparola, i turisti e i visitatori, e molti accorrono spesso fuori stagione, tra la fine dell’estate e il principio dell’autunno, per ammirarli e fotografarli nel periodo degli amori nell’incomparabile scenario delle faggete rosseggianti, chiazzate dell’oro degli aceri.