Presentati a Palermo i risultati dell’Osservatorio regionale per la Biodiversità. I monitoraggi dell’Ispra hanno anche consentito di valutare che i fondali prospicienti la zona tra la foce del Fiume Platani e la Scala dei Turchi e quelli di Capo Milazzo, hanno i requisiti idonei per essere proposti come Siti di importanza comunitaria
Studiare la biodiversità marina siciliana per comprendere appieno e salvaguardare la sua ricchezza. È quanto ha fatto negli ultimi due anni l’Ispra, nell’ambito dell’Osservatorio per la Biodiversità della Regione siciliana, con i risultati che sono stati presentati oggi, a Palermo, nel corso del convegno «La biodiversità negli ambienti marini remoti ed estremi in Sicilia», insieme al video documentario «Sottoilmare», con cui sono state raccontate le attività condotte al fine di censire e proteggere la biodiversità dei mari siciliani ed esplorare la vita sconosciuta degli ambienti sommersi estremi e remoti.
Le attività di studio e ricerca presentate attraverso il video documentario e gli interventi dei ricercatori dell’Ispra sono state realizzate nell’ambito dell’Osservatorio per la Biodiversità della Regione siciliana, istituito dall’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente della Regione Sicilia.
Di notevole interesse i risultati emersi nel corso di due anni di studi e campagne di esplorazione degli ambienti marini siciliani. Nel mare di Panarea, vaste aree idrotermali profonde ricche di camini attivi con batteri chemiosintetici che trasformano i fluidi idrotermali in materia organica. Questi ambienti sono protetti dalla Direttiva Habitat e in essi vivono specie rare come il foraminifero gigante Spiculosiphon sp. e la spugna carnivora Asbestopluma hypogea. Sono state scoperte aree idrotermali anche nel banco Graham, la famosa isola Ferdinandea, emersa e scomparsa nel 1831 nello Stretto di Sicilia.
I banchi sono montagne sommerse che, partendo dalle profondità marine arrivano a pochi metri dalla superficie. I ricercatori dell’Ispra hanno esplorato, oltre al Banco Graham, anche il Banco di Pantelleria, il Banco Avventura, il Banco Terribile per studiarne la biodiversità.
Nelle esplorazioni, condotte con la nave Oceanografica da ricerca «Astrea» dell’istituto, sono stati realizzati 2.860 foto e 29 filmati attraverso il Rov, un robot filoguidato capace di raggiungere i 500 metri di profondità. Sui banchi sono state trovate 150 diverse specie animali e vegetali, di cui 18 protette e 31 ritenute sensibili dalle convenzioni internazionali, oltre a 13 ambienti protetti.
I monitoraggi dell’Ispra hanno anche consentito di valutare che i fondali prospicienti la zona tra la foce del Fiume Platani e la Scala dei Turchi e quelli di Capo Milazzo, hanno i requisiti idonei per essere proposti come Siti di importanza comunitaria.
La ricognizione dei dati sulle specie protette nei mari siciliani ha reso possibile reperire informazioni su 123 specie protette tra vegetali, poriferi, cnidari, molluschi, crostacei, echinodermi, pesci, rettili, uccelli e mammiferi. Queste specie, i cui dati sono stati inseriti nella banca dati dell’Osservatorio, sono stati raccolti in un «Atlante delle specie marine protette in Sicilia» che sarà presto consultabile online sui siti web dell’Osservatorio e dell’Ispra.
È stato anche effettuato il censimento delle specie aliene nei mari siciliani al fine della mitigazione e dell’adattamento al rischio che rappresentano per la biodiversità l’economia e la salute.
L’evento di oggi si è articolato in tre sessioni di lavoro: nella prima i ricercatori della sede siciliana dell’Ispra ed i referenti degli altri partner di progetto (Dipartimento Ambiente della Regione Siciliana, Iamc – Cnr e Arpa Sicilia) hanno presentato le attività realizzate ed i risultati conseguiti nell’ambito dell’Osservatorio regionale; nella seconda si è tenuta una discussione di approfondimento sul contributo dell’Osservatorio all’identificazione ed allo studio degli ambienti Ebsas (Ecologically or Biologically Significant Marine Areas), alla quale hanno partecipato esperti della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, della Fondazione Unesco e dell’Università di Palermo, mentre la terza sessione è stata dedicata agli interventi dei rappresentanti degli attori territoriali, istituzionali e non, invitati all’evento.