La Gallina prataiola nei musei del mondo ma non a Foggia

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Il Centro studi naturalistici onlus ha attivato il progetto Life+ Tetrax, che ha lo scopo di salvare dall’estinzione questo uccello presente da almeno 20.000 anni nella nostra regione. In 64 musei italiani e in 91 stranieri sono custoditi reperti riferiti a questo uccello. A Foggia, dove vi è una importante collezione ornitologica, il museo resta chiuso e la stessa collezione, per errori storici di conservazione, è a rischio di trasformarsi in polvere

Il Centro studi naturalistici onlus, è da tempo molto attivo sul territorio e si è assunto l’arduo compito di svolgere il ruolo di memoria storica e pungolo per salvaguardare, valorizzare e diffondere le bellezze naturalistiche soprattutto del Foggiano. Ora è impegnato a salvare dalla totale scomparsa la Gallina prataiola, nell’ambito del progetto Life+ Tetrax, che ha lo scopo di salvare dall’estinzione questo uccello presente da almeno 20.000 anni nella nostra regione e che l’imperatore Federico II descriveva nel suo trattato di ornitologia «De arte venandi avibus» con il nome di Anas campestris e che ormai inseguito alla non corretta gestione delle aree a pascolo è quasi completamente estinto.

Un tentativo che vanta da svariati anni, ricerche, appelli e studi, ma con scarsi risultati reali di protezione. Per meglio far conoscere questo impegno e questa emergenza regionale, pubblichiamo una nota del Csn.
Tra le varie azioni messe in atto per scongiurare la scomparsa della specie, il Csn ci fa sapere che ha condotto uno specifico studio per comprenderne la distribuzione storica a partire dal 1800, esaminando le collezioni ornitologiche presenti in tutti i musei del Mondo. Nella fattispecie sono state consultate più di 300 istituzioni museali pubbliche e private di tutti i continenti. Di queste collezioni ad oggi sappiamo che in 64 musei italiani e in 91 stranieri sono custoditi reperti riferiti alla Gallina prataiola.
I risultati sono stati incoraggianti: sono stati trovati circa 1.000 reperti a partire dagli animali in pelle, materiale osteologico, tessuti, uova, per finire ai fossili datati pleistocene raccolti in Puglia e conservati nel Museo di Storia Naturale dell’Ontario.
I reperti censiti provengono da 46 nazioni. Quelli provenienti dall’Italia arrivano da diverse regioni (Puglia, Sicilia, Sardegna, Lazio, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia) anche se la maggior parte di essi sono stati raccolti nella Provincia di Foggia. Da questo punto di vista è stato particolarmente emozionate scoprire che le principali istituzioni museali mondiali quali: Natural History Museum di Londra, Peabody Museum of Natural History dell’Università di Yale, Zoologisches Forschungsinstitut und Museum Alexander Koenig di Bonn, Royal Ontario Museum, Naturhistorisches Museum di Vienna, National Museums of Scotland di Edinburgo, American Museum of Natural History di New York, Field Museum di Chicago, solo per citarne alcuni, custodiscono esemplari di Gallina prataiola provenienti dalla Capitanata.
Di certo, rimane l’amaro in bocca a pensare che a dare importanza alla conservazione dei reperti naturalistici siano principalmente istituzioni di altre nazioni, mentre ad esempio a Foggia, dove vi è una importante collezione ornitologica, con diversi reperti della specie, questo museo resti chiuso e la stessa collezione, per errori storici di conservazione, è a rischio di trasformarsi in polvere ad opera di piccolissimi organismi che si nutrono dei tessuti degli esemplari musealizzati, riuscendo a vanificare il lavoro di generazioni di naturalisti.