A Bari la Scuola della Felicità

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La Felicità la disimpariamo divenendo adulti. Quando siamo bambini ogni piccola cosa può renderci entusiasti. Strada facendo perdiamo la curiosità, riusciamo a perderci nei labirinti delle logiche e della razionalità che hanno strade strettissime e che ci allontanano lentamente da ciò che realmente desideriamo, quindi dalla Felicità

Si è aperta a Bari la prima Scuola della Felicità. Un progetto tutto al femminile, avviato da quattro donne con l’obiettivo comune di rendere la Felicità a portata di tutti.
La Scuola della Felicità è un progetto che ha come obiettivo quello di creare occasioni durante le quali poter imparare la Felicità e gli strumenti pratici per raggiungerla e questo attraverso la Formazione, l’Orientamento, il Coaching, l’organizzazione di Eventi, Seminari & Workshop volti a migliorare la qualità della vita, e la salute psicofisica ed emozionale.

Abbiamo voluto approfondire questo progetto che, in tutta franchezza, ci piace parecchio e abbiamo rivolto qualche domanda ad Eliana Dabbicco, Presidente dell’Associazione.

In cosa consiste il progetto «Scuola della Felicità»?
È un progetto che ha come obiettivo quello di promuovere, attraverso diversi approcci e strumenti il Ben-Essere Psico-Fisico. È da quest’ultimo che si passa, per forza di cose, per avere accesso alla Felicità, quella vera che ci fa vibrare nel profondo. Ci sono varie sezioni: una dedicata alla Formazione e al Coaching per permettere un costante sviluppo mentale e Personale; una dedicata a discipline quali Yoga, Meditazione, Training Autogeno che permettono il conseguimento di benefici tanto sul piano emozionale quanto su quello fisico e infine un’intera sezione dedicata ai più piccoli dai quali, a dir la verità, abbiamo tutto da imparare in merito alla felicità e con i quali svolgeremo una serie di attività con il fine ultimo di lasciare che il loro emisfero destro… quello deputato alla creatività, alla fantasia possa trovare tutto lo spazio possibile… Cosa importante: il nostro progetto è un campo aperto, nel senso che ci piace tantissimo l’idea che chiunque abbia la possibilità di insegnare le sue chiavi di accesso alla felicità, possa servire la causa insieme a noi. Del resto siamo del parere che questo fantastico stato emotivo non condiviso perde gran parte della sua potenza. Ancora una cosa: durante tutti i percorsi dedicati ai più grandi, che spesso sono anche genitori, ci sarà a latere un gruppo di educatrici felicissime di prendersi cura dei nostri piccoli.

Quale il vostro percorso professionale che ha fatto da substrato a questo progetto?
Ognuna di noi ha una formazione diversa e questo rende le nostre competenze complementari. Non solo, senza la creatività e l’energia di Valeria Dabbicco, la fantasia e l’entusiasmo di Mariangela Lozito, la determinazione e l’audacia di Greta de Zio, nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile. Nella fattispecie, per quanto riguarda me, ho riflettuto a lungo su questo aspetto durante il tempo di realizzazione del progetto. Ho acquisito le mie competenze attraverso esperienze formative e lavorative diverse: da un punto di vista accademico sono passata da giurisprudenza, poi una laurea in scienze della Formazione e dell’Educazione, una specialistica in Formazione degli adulti, molti Master nell’ambito delle Risorse Umane, della Formazione, del Coaching e della Programmazione Neuro Linguistica e, lavorativamente parlando, ho fatto davvero di tutto: servizio ai tavoli in svariati locali, baby sitter, doposcuola, commessa, responsabile di redazione per un giornale anni fa, organizzatrice di eventi fino a ciò che faccio da anni ormai e che è perfettamente in linea con i miei desideri e i miei valori più profondi la Formatrice e il Coach… ma tutto, davvero tutto, ha contribuito alla realizzazione di questo progetto. E questo elenco di esperienze lungi dall’essere un’autoesaltazione è solo per sottolineare che ogni esperienza che facciamo ha un senso, ha qualcosa che possiamo portare con noi sempre e qualcosa che possiamo lasciare andare. Però devo dirlo, anche per un senso di profonda gratitudine, più di tutto, ciò che ha aperto la mia mente e la mia anima, che mi ha permesso di lavorare su di me e conoscermi a fondo fino a toccare picchi di Felicità tangibile, ciò che mi ha formato sul serio professionalmente sono stati gli anni di formazione prima, e come collaboratrice poi, trascorsi presso la Ikos Ageform di Bari. Un’esperienza formativa e non solo, un’esperienza di vita che suggerisco a chiunque voglia fare un percorso professionalizzante in materie per lo più umanistiche.

Quali orizzonti vedete aperti per questa vostra Scuola?
Bhè, gli orizzonti all’occhio umano appaiono infiniti, e così è per questo nostro progetto. Siamo certe che quando si è in linea con i propri valori, quando si è in sintonia con quella che si può definire la propria Mission ogni cosa sembra essere al suo posto e tutto sembra possibile. Quindi davvero siamo aperte a «colorare» la nostra scuola con ogni qualsiasi sfumatura crei armonia.

Avete deciso di avviare questo progetto a Bari. C’è appartenenza emotiva in questa scelta o altro?
Assolutamente sì. Siamo nate tutte qui e amiamo la nostra terra. Di noi, Valeria Dabbicco ha trascorso anni all’estero amandone l’organizzazione e il ventaglio infinito di possibilità che offre, ma non vogliamo rassegnarci all’idea che per essere Felici sia necessario lasciare Bari così… perché no? Lavoriamo per farla diventare capitale della Felicità.

Tutti ambiscono ad essere felici ma la felicità può essere insegnata, come?
In realtà, a mio modo di vedere, la Felicità la disimpariamo divenendo adulti. Quando siamo bambini ogni piccola cosa può renderci entusiasti. Strada facendo perdiamo la curiosità, riusciamo a perderci nei labirinti delle logiche e della razionalità che hanno strade strettissime e che ci allontanano lentamente da ciò che realmente desideriamo, quindi dalla Felicità. Così sì, si può semplicemente riaprire i cassetti del nostro profondo e ricordare come si fa a rendersi felici. Fuor di metafora ci sono strumenti pratici concreti, che ci vengono forniti attraverso il coaching, la psicologia, le neuroscienze in generale che ci permettono di lavorare su di noi e sfruttare al meglio ogni opportunità di renderci realmente Felici.

Molta gente si affanna a ricercare la felicità per tutta la vita senza trovarla. Cosa direste a questa gente, a parte frequentare la vostra Scuola?
Sai, quando abbiamo iniziato il tutto, sapevamo che una delle critiche che avremmo potuto ricevere sarebbe stata legata al fatto che ci sono situazioni in cui proprio non si può essere felici e lì il nostro progetto potrebbe risultare quasi impertinente. In realtà, ognuna di noi, da noi co-founder ai «Maestri» della scuola, a chiunque vi si avvicini, tutti siamo passati dal dolore, da stati emotivi lontanissimi dalla felicità e succederà ancora altre mille volte… Ed è proprio per questo che tutte le volte che si fa giorno dopo la notte, o che nasce la vita dopo il travaglio, non possiamo sprecare le nostre occasioni di felicità. in questo abbiamo tanto da imparare dagli orientali. Loro puliscono le macerie lasciate da uno tsunami con il sorriso sulle labbra. E allora io prenderei per mano coloro che hanno difficoltà a ritrovare anche solo la voglia di essere Felici, camminerei con loro davanti al mare o su una distesa infinita di verde e sussurrerei al loro orecchio di cercare nella memoria il ricordo più bello legato alla loro felicità e quando questo giunge al cuore ricordare a loro stessi che se è successo una volta può succedere altre infinite volte e poi direi loro «ora possiamo giocare! Ora possiamo essere felici!».

Qualcuno diceva «la felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha». Come possiamo, nel nostro cammino quotidiano, ricordare sempre questo messaggio e non farci, di contro, travolgere dalla negatività del nostro presente?
È un detto col quale sono relativamente d’accordo. Desiderare solo quello che si ha e non cercare di essere felici tentando di avere ciò che si desidera implica anche una mancanza di crescita mentale, spirituale, della nostra sfera emotiva. Il Desiderio ci tiene vivi sempre e non sempre lo stesso. Appena si raggiunge un obiettivo è importantissimo averne un altro già pronto ben definito e visibile, magari scritto in grande sullo specchio che ogni mattina ci da il «buongiorno». Io credo piuttosto che la strada per la felicità sia sempre e comunque assecondare i propri desideri, anche quando questi vanno contro la razionalità dei «dovresti», «così non si fa», «cosa direbbero gli altri» in cui troppo spesso siamo intrappolati. A pensarci bene se ora stessi sorseggiando un caffè con l’autore di quel detto e fossi con lui in uno scambio di opinioni gli direi davvero che i desideri sono la salvezza, sono la bellezza, nei desideri c’è la chiave della nostra felicità.