Il sogno di restituire alla fruibilità dei cittadini il sito paleontologico più importante d’Europa e sicuramente tra i più importanti del Pianeta è un’ulteriore conferma che il lavoro espletato, con etica alta, paga. La Puglia è ricca di insediamenti preistorici con tracce documentate di antiche presenze di dinosauri, siti che andrebbero messi in un sistema regionale di visite e percorsi
In un comunicato stampa l’Associazione culturale Spiragli rende noto che «il ministero per i Beni e le Attività Culturali ha emanato il decreto di pubblica utilità in virtù del quale si potrà procedere con l’esproprio di Cava Pontrelli».
L’Associazione fondata nel 2010 ad Altamura (Bari), con l’obiettivo di difendere il patrimonio culturale e storico della zona e, soprattutto, di costruire un sistema di relazioni multiculturali e internazionali, ponendo in essere attività artistiche finalizzate alla crescita morale ed economica del territorio vede realizzarsi il sogno di restituire il sito paleontologico più importante al mondo all’umanità.
Abbiamo voluto porre alcune domande a Francesco Fiore, vicepresidente del Movimento culturale Spiragli.
Il ministero per i Beni e le Attività Culturali ha emanato il decreto di pubblica utilità in virtù del quale si potrà procedere con l’esproprio di Cava Pontrelli. Quale la reazione a caldo dell’Associazione culturale Spiragli, associazione fondata con l’obiettivo proprio di difendere il patrimonio culturale e storico della zona?
Grandissima soddisfazione. Il Sogno di restituire all’umanità il sito paleontologico più importante d’Europa e sicuramente tra i più importanti del Pianeta è un’ulteriore conferma che il lavoro espletato, con etica alta, paga.
Quale il percorso che ha accompagnato questo importante risultato?
Ad agosto del 2011 ritenemmo necessario, il sottoscritto e Bartolomeo Smaldone, ridestare l’attenzione che meritava un’opportunità come Cava Pontrelli. Sito che non poteva restare volutamente nel dimenticatoio con l’intento di renderlo oggetto di chissà quali interessi privati. Avevamo le idee chiare, ritenevamo necessario rivolgerci unicamente allo Stato chiedendo, semplicemente, l’applicazione della legge. Una ovvietà, se realizziamo che siamo in uno stato di diritto. Alla luce di un decreto ministeriale datato 7 dicembre 2000, con il quale il Ministero riconosceva la pubblica utilità del sito, ponendo un vincolo di primo grado sulla paleo-superficie, acquisimmo la giusta consapevolezza che esistevano tutti i presupposti per chiedere ed ottenere l’esproprio dell’area. Fu necessario lanciare una petizione on line che ottenne un interesse senza precedenti, e a settembre un’interrogazione parlamentare: azioni che accesero inevitabilmente i riflettori sul tema, ponendo le Istituzioni preposte in una situazione di disagio. Il 17 ottobre del 2011, la Sovrintendenza comunica a Spiragli l’avvio della procedura espropriativa.
Una battaglia in favore dell’esproprio di Cava Pontrelli, una cava dismessa in territorio altamurano, nella quale, nel maggio del 1999, sono state rinvenute oltre 25.000 impronte di dinosauri del cretaceo superiore. Un sito paleontologico tra i più importante al mondo. Quale l’atteggiamento degli altamurani, della politica locale, di tutto il contesto sociale che ha caratterizzato questi anni di lotta?
In questi anni abbiamo principalmente avvertito molta indifferenza rispetto al tema, diffusa, trasversale e tendenziosa. Spesso ha prevalso la compiacenza sulla ricerca della verità e della giustizia. Questa domanda mi porta alla memoria, per certi versi, Oscar Wilde, che scriveva: «Per te io rappresento tutti i peccati che non hai mai avuto il coraggio di commettere».
Come proseguirà ora questo percorso e quali le prossime future difficoltà da affrontare?
Ci auguriamo di aver superato almeno gli ostacoli più imponenti. Tuttavia, non riteniamo affatto che le difficoltà siano terminate del tutto. Continueremo a monitorare da vicino la definizione dell’iter amministrativo, fino alla sua ultimazione, senza trascurare le altre grandi priorità: lo studio scientifico della paleo-superficie e la tutela della stessa.
Restituire il sito paleontologico all’umanità… Quali gli scenari futuri?
Riteniamo indispensabile riportare il tema in ambito regionale con la convocazione di un ulteriore tavolo tecnico e con l’inevitabile coinvolgimento di tutti gli attori interessati e le Istituzione preposte (Regione, Sovrintendenza, Università e mondo scientifico, Ente Parco dell’Alta Murgia e Comune di Altamura). Il fine è di tracciare e condividere le necessarie linee programmatiche volte allo studio, tutela, valorizzazione, gestione e promozione di uno dei patrimoni paleontologici più importanti al mondo.
Si può affermare che la parte più complessa della storia è finalmente alle nostre spalle?
Riteniamo, senza alcun dubbio, che la parte di lavoro espletata in questi anni dal nostro Movimento, sia stata caratterizzata da grandissime difficoltà ambientali, rispetto alle quali anche le istituzioni deputate hanno mostrato tanta debolezza ed inefficienza. Questo è quanto dà un grandissimo valore all’azione civica e culturale promossa con fermezza e determinazione dal Movimento culturale Spiragli.
Certo che questo risultato è stato sudato e non si può dire che sia stato tempestivo, c’è da sperare che si avvii con decisione una fase indispensabile di studio, tutela e valorizzazione per consentire realmente ai cittadini di visitare il sito. E tenendo presente che la Puglia è ricca di insediamenti preistorici con tracce documentate di antiche presenze di dinosauri, siti che andrebbero messi in un sistema regionale di visite e percorsi.