Il mini-idroelettrico pagherà come le grandi centrali

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tralicci energia
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È il risultato del Collegato Ambientale che sebbene il contenga anche valide misure di promozione della economia verde non si può trascurare la portata di questo nuovo aumento, che risulta totalmente indiscriminato e ingiustificato. Piccole realtà imprenditoriali locali dovranno far fronte ad un drastico incremento di oltre il 30% dei canoni dovuti

Non più tardi di un mese fa, l’Italia usciva dalla Conferenza internazionale sul clima di Parigi promuovendo il suo impegno per la lotta ai cambiamenti climatici e promettendo misure sempre più orientate all’efficienza energetica e allo sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese. Ciò nonostante, il temuto aumento del sovracanone per i piccoli impianti è diventato legge, colpendo duramente il piccolo idroelettrico.

L’art. 62 del Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità 2016 innalza, infatti, il valore dei sovracanoni dovuti dai piccoli impianti idroelettrici ai Comuni dei Bacini imbriferi montani (Bim) da 22,90 a 30,43 €/kW. Di fatto viene equiparato il mini-idroelettrico con le grandi centrali idroelettriche, in contrasto con le politiche di tutela finora giustamente attuate dal Governo.

Sebbene il Collegato Ambientale contenga anche valide misure di promozione della economia verde non si può trascurare la portata di questo nuovo aumento, che risulta totalmente indiscriminato e ingiustificato. Piccole realtà imprenditoriali locali dovranno far fronte ad un drastico incremento di oltre il 30% dei canoni dovuti e, purtroppo, le conseguenze non tarderanno a farsi sentire: riduzione al minimo indispensabile delle manutenzioni o, in alcuni casi, la chiusura degli impianti di produzione a causa di costi indiretti eccessivi.

Che si tratti di una norma non di carattere «ambientale» ma di una mera misura «patrimoniale» lo si capisce dall’ulteriore novità introdotta: al contrario di quanto accade oggi, per i nuovi impianti, il sovracanone sarà dovuto anche se i Comuni non realizzeranno i conseguenti interventi infrastrutturali di loro competenza. In altre parole i sovracanoni sono dovuti a prescindere dal loro utilizzo diretto sul territorio! Ricordiamo, infatti, che i sovracanoni furono introdotti da una legge del 1953 a favore dei comuni montani, interessati da impianti idroelettrici, come risorse economiche da destinare a misure di compensazione ambientale.

Duole constatare che a nulla sono valsi gli appelli delle associazioni di categoria nella fase di adozione della legge. A questo punto sembra non esserci altra soluzione per gli operatori se non un nuovo contenzioso legale.