Ancora molti i problemi aperti. Il Wwf: «Ora non dimentichiamo gli altri fronti aperti, dal canale di Sicilia alle Isole Tremiti: come Wwf chiediamo il rigetto immediato e definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell’area di interdizione delle 12 miglia dalla costa e una moratoria delle attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto all’abbandono delle fonti fossili»
L’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse nel Bollettino del 31 gennaio ha pubblicato in estratto 27 provvedimenti di rigetto (alcuni riguardanti anche il mar Jonio). In pratica sono state rigettate le richieste di autorizzazione per le ricerche offshore di petrolio e gas a Ombrina e altre 26 domande entro 12 miglia dalla costa.
In un comunicato il ministero dello Sviluppo Economico scrive: «In attuazione delle recenti norme della Legge di Stabilità – si legge – le comunicazioni dell’avvenuto rigetto delle istanze di permesso di ricerca e concessione di coltivazione di idrocarburi – tra cui Ombrina mare – rientranti nel perimetro di attuazione della legge di Stabilità sono da oggi disponibili sul sito del ministero dello Sviluppo economico. Nel dettaglio, sull’ultimo Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse sono stati pubblicati in estratto 27 provvedimenti di rigetto, parziale o totale, di istanze di permesso di prospezione, di permesso di ricerca e di concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ricadenti nelle aree precluse a nuove attività ai sensi del comma 239, articolo 1, della Legge di stabilità 2016. Le 9 istanze interamente ricadenti entro le 12 miglia sono state rigettate. Le 18 istanze parzialmente ricadenti entro le 12 miglia sono state rigettate per la parte interferente. Con i 27 provvedimenti è stata data piena attuazione al disposto di legge: all’interno delle aree interdette non insistono più istanze di permesso di prospezione, di permesso di ricerca e di concessione di coltivazione di idrocarburi».
«Il “No” a Ombrina annunciato oggi dal ministero dello Sviluppo Economico – sottolinea il Wwf – è una vittoria della mobilitazione, che ha interessato in questi ultimi anni l’Abruzzo e altri territori che vivono la minaccia delle trivelle. Una mobilitazione che ha coinvolto cittadini, istituzioni, comitati, sindacati, agricoltori e persino la Conferenza episcopale. Come è stata una vittoria della mobilitazione, guidata dalle Associazioni ambientaliste, la questione referendum, che ha portato il Governo a introdurre il divieto di trivellazione entro le 12 miglia dalla costa. E, probabilmente, a maturare la decisione annunciata oggi».
«Non possiamo che accogliere positivamente la notizia – ha detto la Presidente Wwf Donatella Bianchi – Ombrina mare sarebbe stato uno scempio proprio mentre si fanno finalmente i passi necessari per la costituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina. Ora non dimentichiamo gli altri fronti aperti, dal canale di Sicilia alle Isole Tremiti: come Wwf chiediamo il rigetto immediato e definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell’area di interdizione delle 12 miglia dalla costa e una moratoria delle attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto all’abbandono delle fonti fossili, alla protezione del clima e rispettoso dei territori e dei mari italiani».
Secondo il recente report Medtrends appena realizzato dal Wwf (Mediterranean Marine Initiative), oltre il 20% del Mediterraneo è dato in concessione per l’industria petrolifera e del gas e la produzione entro il 2030 di gas offshore verrà quintuplicata, soprattutto nell’area orientale del bacino. Per l’Italia sono previste 40 istanze di permesso di Ricerca e 9 istanze di Coltivazione e le zone più interessate sono il medio e basso Adriatico, il Canale di Sicilia e la Sardegna occidentale.