Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto sulle norme in materia ambientale che indice il referendum popolare. A nulla è valso l’invio della lettera, pochi giorni fa, a firma delle associazione ambientaliste, sociali, studentesche e organizzazioni sindacali, in cui si chiedeva al Presidente di «non firmare la deliberazione governativa»
Quello che tutti temevano è successo. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto sulle norme in materia ambientale che indice il referendum popolare sulle trivelle per il prossimo 17 aprile.
A nulla è valso l’invio della lettera, pochi giorni fa, a firma delle associazione ambientaliste, sociali, studentesche e organizzazioni sindacali, in cui si chiedeva al presidente della Repubblica di «non firmare la deliberazione governativa».
La firma del Capo di Stato è avvenuta in base al decreto 98 del 2011, decreto che prevede la possibilità di abbinare più referendum tra loro o più elezioni di diverso grado tra loro ma non prevede l’abbinamento di elezioni con referendum.
Nessuna Election Day dunque, il referendum contro le trivelle per la ricerca di petrolio in Adriatico si farà il 17 aprile mentre le elezioni amministrative si svolgeranno nel mese di giugno in data ancora da definire.
Si butteranno via circa 360 milioni di euro per l’organizzazione del referendum e questo in virtù di una legge che di fatto non fa il bene degli italiani e che ci si chiede, se la sua utilità non viene confermata nella realtà a quale organo superiore bisognerà appellarsi per modificarla se non al nostro corpo politico.