E arriva il salasso del 30 aprile per le aziende italiane

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Per la mancata iscrizione e per l’omesso pagamento al Sistri i soggetti obbligati incorrono in sanzioni da capogiro; sanzioni che vanno da 2.600 a 15.500 euro, e possono aumentare fino a quota 93mila euro nel caso di rifiuti pericolosi

E siamo arrivati al fatidico mese di Aprile che per le aziende che operano nel campo ambientale va a braccetto con l’identificare un mese pieno di pagamenti e mestizia. Adempimenti amministrativi in scadenza per le aziende che entro il 30 Aprile devono presentare il Modello di dichiarazione ambientale (Mud) ma anche versare i diritti annuali per una qualche iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientale e il contributo per l’iscrizione al Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri).
Ma andiamo con ordine.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 dicembre 2015 stabilisce che il Mud, previsto dal Dpcm del 17/12/2014, pubblicato nel Supplemento ordinario n. 97 alla Gazzetta ufficiale n. 299 del 27/12/2014, è confermato.
Il modello, già utilizzato nel 2015, sarà utilizzato per le dichiarazioni del 2016.
Il provvedimento precisa che le Comunicazioni rifiuti, Comunicazioni Vvicoli fuori uso, Comunicazioni imballaggi, Comunicazioni rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche devono essere presentate esclusivamente via telematica e la spedizione alle Camere di commercio (Cciaa) di competenza territoriale deve essere effettuata tramite il sito www.mudtelematico.it.
Un file organizzato secondo specifiche riportate in Allegato 4 al Dpcm è quello da inviare come elaborato finale che, al momento dell’invio, necessita di un dispositivo di firma digitale per concludere la procedura e di carta di credito o Telemaco Pay per il pagamento dei diritti di segreteria che ammontano a € 10,00.
Siamo al primo pagamento.
Passiamo ora alle imprese iscritte all’Albo nazionale gestori ambientali che dovranno pagare i diritti annuali di iscrizione all’Albo conformemente alle categorie e classi di iscrizioni.
In più categorie sei iscritto, più alta è la tua classe, più paghi.
Anche questo pagamento è da effettuare mediante i canali elettronici messi a disposizione dall’Ente accedendo alla pagina dedicata, entrando nella sezione Diritti, sezione nella quale viene visualizzato il dettaglio degli importi dovuti, e pagando il dovuto avendo poi riscontro di pagamento nella medesima area riservata all’impresa.
Un pagamento annuale necessario se si vuole continuare a lavorare in qualità di trasportatori di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, intermediari, bonificatori di siti contaminati e/o contenenti amianto e questo perché il mancato versamento delle somme prevede la sospensione dell’iscrizione all’Albo che permane fino a quando non venga effettuato il pagamento (decreto ministeriale 120/2014) e che se risulta attiva da oltre un anno porta alla cancellazione d’ufficio senza ulteriori comunicazioni.
Siamo al secondo pagamento, ma andiamo avanti.
Passiamo ora alla grande bufala che ancora continua a martoriale le imprese italiane: il Sistri. Un sistema nato nel lontano 2009 che non è mai entrato effettivamente in vigore, oggetto di malaffare che però anche quest’anno chiede il conto, un conto salato a fronte di nessun miglioramento nel sistema di tracciabilità del rifiuto.
Il Sistri prevede il pagamento da parte degli operatori, obbligati alla sua iscrizione e stiamo parlando, in estrema sintesi, di enti e imprese produttori speciali di rifiuti pericolosi con più di dieci dipendenti, produttori di rifiuti speciali pericolosi che effettuano attività di stoccaggio, imprese di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento dei rifiuti urbani della Regione Campania, produttori iniziali di rifiuti pericolosi da attività di pesca professionale e acquacoltura con più di dieci dipendenti, di un contributo annuo ai fini della copertura degli oneri derivanti dalla costituzione e dal funzionamento del sistema.
E per questi soggetti ci sarebbero sanzioni, per la mancata iscrizione e per l’omesso pagamento, tutti gli altri obblighi e le relative sanzioni sono posticipate a gennaio 2017, da capogiro; sanzioni che vanno da 2.600 a 15.500 euro, e possono aumentare fino a quota 93mila euro nel caso di rifiuti pericolosi.
Insomma questo pagamento del contributo Sistri suona decisamente come un mero modo di far cassa in qualsiasi modo e con ogni mezzo a fronte del nulla cosmico. Non possiamo dimenticare che sempre in tema erano state previste riduzioni dei contributi Sistri con l’invio, entro il 19 marzo, da parte del Governo alla Commissione ambientale di un DM ad hoc.
Bene al momento solo un nulla di fatto con il 30 aprile sempre più alle porte e le imprese costrette a pagare con i criteri del vecchio decreto per continuare a lavorare.