L’associazione era presente con Paul Connett, scienziato statunitense, professore di chimica e tossicologia presso la St. Lawrence University ed attivista ambientale tra i fondatori della strategia rifiuti zero, il quale ha donato, in occasione dell’udienza papale presso la Basilica di San Pietro, a Papa Francesco il suo libro «Zero Waste solution» e il prof. Mario Malinconico, ricercatore dell’Istituto dei polimeri, compositi e biomateriali del Cnr che con grande sensibilità ha portato nel luogo della ricerca e sperimentazione l’idea #rifiutizero
Così come già anticipato, si è svolta a Roma, al Cnr, la Iupac Chemrawn Conference sul problema dei Rifiuti solidi urbani (Rsu), emergenza planetaria che vede oggi prodotte annualmente circa 1,3 mld di tonnellate di rifiuto, stime che si prevede possano raggiungere quantitativi raddoppiati entro il 2025.
A Roma hanno preso parte alla XXI Conferenza internazionale sulla gestione dei rifiuti solidi urbani circa 300 esperti provenienti da Paesi industrializzati e in via di sviluppo in una tre giorni di dibattiti e incontri in tema di rifiuti e questo avendo l’obiettivo di trasformare i rifiuti in una risorsa utilizzabile dalla collettività, con il coinvolgimento di istituzioni, organizzazioni, policy maker, aziende ed esperti.
Nel tema rifiuti si sa che ci si aspetta un forte contributo dalla ricerca scientifica e tecnologica che deve promuovere e mettere in pratica tecnologie che possano portare al raggiungimento di un circuito virtuoso basato sulle fatidiche «3R» che in tema rifiuti stanno a sintetizzare i processi di Riduzione, Riutilizzo e Riciclo.
E alla conferenza era presente anche la Rete Zero Waste, associazione avente come missione quella di ripensare il rapporto con le risorse ambientali sostenendo una strategia che porti alla produzione di rifiuti zero e questo a livello europeo ma anche supportando gruppi locali che hanno il potenziale per guidare il cambiamento sul territorio.
L’associazione era presente con Paul Connett, scienziato statunitense, professore di chimica e tossicologia presso la St. Lawrence University ed attivista ambientale tra i fondatori della strategia rifiuti zero, il quale ha donato, in occasione dell’udienza papale presso la Basilica di San Pietro, a Papa Francesco il suo libro «Zero Waste solution» e il professore Mario Malinconico, ricercatore dell’Istituto dei polimeri, compositi e biomateriali del Cnr che con grande sensibilità ha portato nel luogo della ricerca e sperimentazione l’idea #rifiutizero.
Inoltre, dalla Iupac Chemrawn Conference è stato consegnato, nelle mani di Papa Francesco, l’appello per la sostenibilità climatica dei ricercatori di cinque continenti i quali scrivono:
«Come scienziati e professionisti che si occupano di rifiuti (o quello che noi preferiamo chiamare “risorse scartate”) e che hanno partecipato alla conferenza Iupac Chemrawn Conference tenutasi a Roma, vogliamo ringraziarVi per le dichiarazioni che ha inserito nella sua recente enciclica che riguardano la lotta contro la povertà nel mondo in via di sviluppo e la lotta contro il consumo eccessivo e la mancanza di sostenibilità nel mondo sviluppato. Sosteniamo inoltre la chiamata per i nostri paesi a muoversi verso un’economia circolare.
La mancanza di un’economia circolare diventa più visibile quando osserviamo le massicce quantità di rifiuti che produciamo e l’enorme spreco di risorse e di opportunità di lavoro che questo rappresenta. Non c’è alcun dubbio nella nostra mente che la stragrande maggioranza delle persone in tutto il mondo sono a favore della riduzione dei rifiuti, il riutilizzo, il riciclaggio e il compostaggio. Tuttavia, il problema viene fuori quando abbiamo a che fare con la frazione residua. Qui si raggiunge una netta divisione tra due diversi approcci. Entrambi gli approcci riducono notevolmente il flusso di questo materiale alle discariche ma in modi molto diversi. Un approccio cerca di distruggere o bruciare questa frazione; l’altro prevede il separare e lo studiare questo materiale di scarto e cercare modi per eliminare la sua produzione con una migliore progettazione industriale. Ci identifichiamo con quest’ultimo approccio.
«Vorremmo che le nostre comunità dicano al mondo industriale, “se non siamo in grado di riutilizzare, riciclare o compostare questi prodotti e imballaggi, non vogliamo che gli stessi vengano prodotti”.
«A sostegno di questo vorremmo vedere le menti più creative nella società, nelle nostre università e nell’industria sfidarsi avendo come fine ultimo il mantenere i “rifiuti fuori dal nostro sistema”.
«In sostanza abbiamo bisogno di aggiungere una quarta R “Re-design” alle familiari “3 R” di “ridurre, riutilizzare e riciclare”. Re-design sottolinea la necessità di combinare la responsabilità della comunità (3R) con la responsabilità industriale (Re-design) in questo movimento verso un mondo a rifiuti zero. In questo movimento verso la riprogettazione del sistema economico, sociale ed ambientale vediamo un ruolo molto speciale nell’applicazione della chimica verde, che usa materiali naturali, compresi scarti agricoli, come materiali di partenza nella fabbricazione chimica in sostituzione dei combustibili fossili. Noi crediamo che lo sfruttamento delle menti più creative potrebbe ridurre l’uso di sostanze chimiche tossiche e persistenti andando a ridisegnare imballaggi a perdere e prodotti usa e getta. Noi crediamo che tali sforzi possano produrre tre dividendi:
«a) A livello locale, le nostre comunità si muoveranno a Rifiuti Zero;
«b) A livello nazionale, i nostri paesi si avvicineranno ad un’economia circolare;
«c) A livello globale il nostro pianeta tenderà alla sostenibilità.
«Così Santo Padre vi chiediamo di utilizzare la vostra voce affinché i nostri scienziati, ingegneri e progettisti industriali prestino le loro competenze per contribuire al raggiungimento di rifiuti zero. Inoltre chiediamo di parlare contro la costruzione di qualsiasi altro inceneritori in Italia e nel mondo. Te lo chiediamo per garantire che il mondo si muova nella direzione che Lei ha delineato nella sua enciclica e contro la tecnologia dello spreco, cosa particolarmente vera in paesi come l’India, il Brasile, la Colombia, e altri in cui milioni di famiglie povere si guadagnano da vivere con il recupero di risorse scartate. Queste persone possono essere messe in grado di raccogliere materiali riciclabili e organici porta a porta nel governo di riferimento e questo dando loro non solo il rispetto di condizioni di lavoro più sicure ma anche garantendo un futuro dignitoso ai propri figli e al mondo intero».