Europa, lasciato indisturbato solo il 4% delle foreste

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Germania
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Il restante 96% è costituito da foreste con più bassi livelli di naturalità, con diverso livello di gestione antropica, dalle foreste semi-naturali a quelle artificiali. La malattia dell’olmo olandese ha dimostrato di essere altamente contagiosa e letale per tutti gli olmi europei; più di 25 milioni di alberi sono morti nel Regno Unito solo a causa di questa malattia arrivata in Europa nel 1967, a bordo di navi fatte con tronchi di olmo dal Nord America

Le foreste completamente naturali (definite indisturbate) rappresentano solo il 4% del totale delle foreste europee, mentre il restante 96% è costituito da foreste con più bassi livelli di naturalità, con diverso livello di gestione antropica, dalle foreste semi-naturali a quelle artificiali. Esse, insieme alle altre terre ricoperte da boschi, coprono oltre il 40% della superficie totale della terra nella regione di interesse dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), ossia 33 paesi membri Ue e 6 paesi cooperanti; la direttiva Habitat dell’Ue ha individuato 81 diversi tipi di habitat forestali in tutta Europa.
È quanto emerge dall’ultimo Rapporto dell’Aea «European Forest Ecosystems – State and trends», pubblicato nei primi giorni di aprile. Nel Report dell’Agenzia, che ha visto anche la collaborazione dell’Ispra, si legge anche che nel periodo 2007-2012, i 27 Paesi membri dell’Ue hanno riportato che solo il 26% delle specie forestali e il 15% degli habitat forestali di interesse europeo, così come indicato nella direttiva Habitat, erano in «stato di conservazione favorevole». In Italia, il 30% delle foreste ricade all’interno delle aree Natura 2000. Secondo un recente rapporto dall’Unione internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn), il 27% dei mammiferi, il 10% dei rettili e l’8% degli anfibi legati agli ecosistemi forestali sono considerati in pericolo di estinzione all’interno dell’Ue.
L’estensione delle foreste e la massa legnosa complessiva continuano ad aumentare, tuttavia alcuni paesi dell’Europa del nord e sud-occidentale stanno vivendo un declino nelle aree boschive.
La selvicoltura in Europa si basa, in larga misura, sulle specie arboree autoctone, tuttavia alcuni Paesi europei hanno una quota significativa di specie arboree forestali esotiche. Le specie esotiche invasive coprono ancora solo lo 0,5% della superficie totale delle foreste in Europa. In Italia, due specie forestali sono considerate aliene invasive: l’ailanto e la robinia.

L’introduzione e l’insediamento di specie oltre il loro areale originario, può portare gravi danni ecologici ed economici. È stato stimato che ben 109 specie aliene di insetti parassiti delle piante legnose siano state introdotte e affermate in Europa, di cui 57 provengono dal Nord America e 52 sono dall’Asia. Il tarlo asiatico (Anoplophora glabripennis), un coleottero, è un esempio di specie pericolosa, introdotta a seguito dell’aumento del commercio intercontinentale. Questa specie aliena invasiva è una delle più pericolose, in quanto uccide gli alberi a foglia caduca.
Ancora: La malattia dell’olmo olandese ha dimostrato di essere altamente contagiosa e letale per tutti gli olmi europei; più di 25 milioni di alberi sono morti nel Regno Unito solo a causa di questa malattia. Questo patogeno è arrivato in Europa nel 1967, a bordo di navi fatte con tronchi di olmo dal Nord America.
La gestione forestale sostenibile (sustainable forest management, o Sfm) è la risposta principale del settore forestale globale alla necessità di rispondere allo sviluppo sostenibile. L’Sfm è un obiettivo strategico che include dimensioni sociali, economiche e ambientali. Più del 95% delle foreste della regione Eea è sottoposto a forme di gestione e il grado di intervento umano è collaudato. Circa il 10% delle foreste gestite è sottoposto a forme intensive di gestione, come le piantagioni artificiali. In Italia, poco più dell’1% delle foreste è classificata come indisturbata (non sottoposta a gestione), mentre il 6,5% è costituita da foreste piantate artificiali. I principi di Sfm si applicano ampiamente alle foreste europee.
In Italia, il legname prelevato dalle foreste (per legna da opera e da ardere) corrisponde al 39% della legna che viene «rigenerata» in foresta. Tale valore—indice positivo in termini di biodiversità—è tra i più bassi in Europa, secondo dopo la Slovenia.
Nell’Ue la quota di foreste di proprietà pubblica è inferiore al 40% della superficie forestale totale nella regione dell’Eea. Il restante 60% della superficie forestale è di proprietà privata. In Italia, due terzi della superficie forestale è di proprietà privata (in Liguria, Emilia Romagna e Toscana addirittura quattro quinti delle foreste sono private), un terzo di proprietà pubblica È ovvio, quindi, che la proprietà forestale e l’importanza del settore forestale per l’economia nazionale sono i fattori chiave che influenzano la gestione delle foreste e, di conseguenza, la biodiversità.