Si stima che tre milioni di italiani vivano in zone a elevata sismicità, soprattutto lungo la dorsale appenninica del Centro e Sud Italia (dalle Marche alla Calabria fino alla Sicilia), quasi 21 milioni in aree a media sismicità, più di 15 milioni e mezzo in aree a bassa sismicità e circa 20 milioni in aree a sismicità minima
Si terrà a Napoli il Congresso nazionale dei Geologi dal 28 al 30 Aprile prossimi.
La geologia che verrà – Il mercato, l’università e le proposte di legge, questo l’obiettivo del Congresso che ha tra i temi al centro del dibattito il perché, pur essendosi susseguite in Italia circa 40 leggi sul corretto costruire, ad oggi ogni terremoto fa registrare una catastrofe.
Domenico Angelone, Consigliere nazionale dei geologi, ha affermato: «Si stima che tre milioni di italiani vivano in zone a elevata sismicità, soprattutto lungo la dorsale appenninica del Centro e Sud Italia (dalle Marche alla Calabria fino alla Sicilia), quasi 21 milioni in aree a media sismicità, più di 15 milioni e mezzo in aree a bassa sismicità e circa 20 milioni in aree a sismicità minima. In Italia le risorse economiche impiegate negli ultimi cinquant’anni per i ripristini e le ricostruzioni post-evento dei terremoti, ammontano a circa 145 miliardi di euro e a questi si devono aggiungere le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio storico, artistico, monumentale, nonché il pesantissimo contributo in vite umane».
Un bollettino di guerra che si traduce nella poca conoscenza del territorio e ancor meno nella prevenzione, situazione lentamente cambiata a seguito della tragedia avvenuta all’Aquila nel 2006 che ha fatto registrare i primi faticosi passi verso una politica di prevenzione e di messa in sicurezza del patrimonio edilizio.
Nicola Tullo, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Abruzzo, ha dichiarato: «Con il Decreto Abruzzo – Programma nazionale di prevenzione del rischio sismico – Convertito in legge 77/2009 per la prima volta è stato istituito un Fondo con risorse statali per finanziare attività di prevenzione del rischio sismico su tutto il territorio nazionale. La Stato, riconoscendo nella microzonazione sismica un tassello fondamentale nella prevenzione e nella riduzione del rischio sismico ai fini della pianificazione territoriale, della progettazione sismica, della pianificazione dell’emergenza e della ricostruzione post-sisma, ha deciso di co-finanziare un programma per permettere a tutti i comuni a media ed alta sismicità di poter eseguire studi di microzonazione sismica dei centri abitati».
Un grande cantiere di «conoscenza geologica del territorio» che sta impegnando numerosi geologi in tutta Italia, quello che si è avviato, anche se in maniera disuniforme, con ritardi, con affidamenti a soggetti diversi dai geologi liberi professionisti, con la difficoltà di tanti comuni di co-finanziare gli studi.
Disuniformi sono anche le procedure per il rilascio delle autorizzazioni sismiche che vedono tante regioni operare ancora in regime «di deposito» e con una totale assenza di geologi negli organi di controllo.
Insomma una strada avviate che vive incertezze nel raggiungimento di un obiettivo finale concreto che si traduce in una consapevolezza del territorio e in una sicurezza nelle procedure di gestione dello stesso. Un congresso che sarà l’occasione per fare il punto sullo stato di attuazione e di avanzamento degli studi di microzonazione sismica e di condizioni limite dell’emergenza, in rapporto alle varie Ordinanze che si sono susseguite e lo stato delle «autorizzazioni sismiche» nelle varie Regioni al fine di poter formulare proposte concrete per uniformare i comportamenti e le procedure, utilizzare compiutamente i risultati degli studi per la prevenzione del rischio sismico andando a valorizzare sempre più la figura del geologo, unica figura in grado di leggere le dinamiche del paesaggio, preziosa nel pianificare urbano.