Perché Rifiuti Zero si può e si deve

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Foto di Vito Stano
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Il Meeting europeo Zero Waste. Nelle sue attività, la Zero Waste Italy collabora con una miriade di gruppi locali fornendo contatti, competenze e formazione ed in particolare coopera con il Centro ricerca rifiuti zero del comune di Capannori, con Ambiente Futuro, con l’Associazione nazionale pubblica assistenza (Anpas) nazionale, con il Centro volontariato e partecipazione di Lucca e con l’Associazione Diritto al futuro contando tra i suoi fondatori il prof. Paul Connett, scienziato statunitense e Professore di chimica e tossicologia alla St. Lawrence University

Si svolgerà a Capannori il 20, 21 e 22 maggio il meeting europeo Zero Waste, incontro organizzato da Zero Waste Europe, Zero Waste Italy, il Centro di ricerca Rifiuti Zero di Capannori e dall’associazione Ambiente Futuro con il supporto del comune di Capannori.
Zero Waste Italy, costola nazionale dell’associazione Zero Waste Europe, è una associazione che ha come compito primario quello di raccordare le iniziative Zero Waste italiane con le reti europee e mondiali di questo movimento-progetto.
Costituita nel maggio del 2009 si pone in modo complementare e non competitivo con la Rete italiana Rifiuti Zero sviluppando principalmente il versante dell’applicazione dei 10 Passi verso rifiuti zero così come definiti dalla Carta intenzionale di Napoli della Zero Waste international alliance.
Nelle sue attività, la Zero Waste Italy collabora con una miriade di gruppi locali fornendo contatti, competenze e formazione ed in particolare coopera con il Centro ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori, con Ambiente Futuro, con l’Associazione nazionale pubblica assistenza (Anpas) nazionale, con il Centro volontariato e partecipazione di Lucca e con l’Associazione Diritto al futuro contando tra i suoi fondatori il prof. Paul Connett, scienziato statunitense e Professore di chimica e tossicologia alla St. Lawrence University.
L’associazione ha tra i suoi compiti principali quello di redigere ed aggiornare la Lista dei comuni italiani a rifiuti zero che hanno cioè adottato la delibera Rifiuti Zero sul modello «inaugurato» dal Comune di Capannori nel 2007 e che ora vedono ampliata la comunità dei comuni italiani a Rifiuti Zero arrivata a contarne 222 per un totale di abitanti pari a 4.676.493.
Quello che si svolgerà il prossimo 20, 21 e 22 maggio a Capannori rientra in un progetto europeo dal titolo «Town to Town, People to People – Building an European Culture of Zero Waste» che ha come obiettivo quello di creare un network europeo delle municipalità e comunità Zero Waste.
Una tre giorni ricca di incontri, dibattiti, workshop e visite delle buone pratiche e dove si parlerà in dettaglio dei «Dieci passi verso Rifiuti Zero», dieci passi che partendo dalla separazione alla fonte arrivano all’azzeramento dei rifiuti entro il 2020 e che, nello specifico, prevedono:
1. separazione alla fonte: organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non è un problema tecnologico, ma organizzativo, dove il valore aggiunto non è quindi la tecnologia, ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare in un passaggio chiave per attuare la sostenibilità ambientale;
2. raccolta porta a porta: organizzare una raccolta differenziata «porta a porta», che appare l’unico sistema efficace di raccolta differenziata in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Quattro contenitori per organico, carta, multi materiale e residuo, il cui ritiro è previsto secondo un calendario settimanale prestabilito;
3. compostaggio: realizzazione di un impianto di compostaggio da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori;
4. riciclaggio: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva;
5. riduzione dei rifiuti: diffusione del compostaggio domestico, sostituzione delle stoviglie e bottiglie in plastica, utilizzo dell’acqua del rubinetto (più sana e controllata di quella in bottiglia), utilizzo dei pannolini lavabili, acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione degli shopper in plastica con sporte riutilizzabili;
6. riuso e riparazione: realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale dimostrata da molte esperienze in Nord America e in Australia;
7. tariffazione puntuale: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti più consapevoli;
8. recupero dei rifiuti: realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla raccolta differenziata, impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua;
9. centro di ricerca e riprogettazione: chiusura del ciclo e analisi del residuo a valle della raccolta differenziata, recupero, riutilizzo, riparazione, riciclaggio, finalizzata alla riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili, e alla fornitura di un feedback alle imprese (realizzando la Responsabilità Estesa del Produttore) e alla promozione di buone pratiche di acquisto, produzione e consumo;
10. azzeramento rifiuti: raggiungimento entro il 2020 dell’azzeramento dei rifiuti, ricordando che la strategia Rifiuti Zero si situa oltre il riciclaggio. In questo modo Rifiuti Zero, innescato dal «trampolino» del porta a porta, diviene a sua volta «trampolino» per un vasto percorso di sostenibilità, che in modo concreto ci permette di mettere a segno scelte a difesa del pianeta.
In definitiva, buone pratiche in scena a Capannori per un futuro sostenibile del nostro pianeta a Rifiuti Zero.
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