Relatività, parte il festival romano

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    Dedicato ad Einstein, figura che ancora oggi incarna nell’immaginario collettivo il modello di scienziato per antonomasia: geniale, eclettico, curioso, carismatico, anticonformista. Il programma

    Albert Einstein aveva ragione. Anche questa volta. Cento anni dopo la pubblicazione della sua più celebre e celebrata teoria (quella sulla relatività generale, risalente al 1915), è arrivata la conferma sperimentale dell’esistenza delle onde gravitazionali, «increspature» dello spaziotempo che lo scienziato aveva ipotizzato proprio come conseguenza della relatività. Una scoperta che se da un lato rilancia l’entusiasmo attorno alla ricerca scientifica come percorso ideale per una maggiore comprensione dell’universo e per l’avanzamento dell’umanità, dall’altro conferma la grandezza assoluta di Einstein, figura che ancora oggi incarna nell’immaginario collettivo il modello di scienziato per antonomasia: geniale, eclettico, curioso, carismatico, anticonformista.
    A questo gigante del Novecento è dedicata l’undicesima edizione del Festival delle Scienze, prodotto dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Codice. Idee per la Cultura e con la partnership scientifica di Asi (Agenzia spaziale italiana), Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) e Università degli Studi di Roma «La Sapienza», in programma all’Auditorium Parco della Musica di Roma dal 20 al 22 maggio 2016. Tema chiave è la Relatività, filo conduttore di un viaggio che non si limita a ricordare l’importanza storica della teoria einsteniana, ma che si estende all’intreccio con le scienze umane (psicologia, sociologia, filosofia), fino a raggiungere i settori più innovativi della ricerca contemporanea (fisica quantistica, Big Data).
    Quali saranno le nuove frontiere della scienza? Dopo le onde gravitazionali, riusciremo a individuare e studiare anche le particelle della materia oscura? Fino a dove ci spingeremo nella nostra esplorazione dell’universo? Quali nuove strade e processi cognitivi si apriranno nell’intreccio tra scienza, filosofia e studio del comportamento umano? E quali orizzonti si schiuderanno grazie all’inarrestabile avanzata delle innovazione tecnologiche, tra supercomputer e reti digitali? Sono solo alcune delle domande a cui prova a rispondere l’undicesima edizione del Festival attraverso lectio, dialoghi, conferenze, proiezioni ed exhibit.

    Le conferenze

    Domani, venerdì 20 maggio, il Festival si apre alle 9,30 in Sala Petrassi con la cerimonia di inaugurazione, alla presenza del Presidente della Fondazione Musica per Roma Aurelio Regina e dell’Amministratore Delegato José R. Dosal, del co-direttore scientifico del Festival Vittorio Bo, della responsabile dell’ASI Esplorazione e Osservazione dell’Universo Barbara Negri e del responsabile dell’esperimento Virgo dell’Infn Fulvio Ricci.
    Protagonista della prima lectio, in programma alle 16 in Sala Petrassi, è il cosmologo João Magueijo introdotto da Giovanni Amelino Camelia: portoghese, professore di fisica teorica all’Imperial College di Londra, noto soprattutto per la teoria della velocità variabile della luce ma anche autore di una biografia sulla vita di Ettore Majorana e di una provocatoria raccolta dei vizi della popolazione inglese. Magueijo spiega al pubblico quali saranno le nuove sfide della scienza del XXI secolo: in particolare, proprio cosa ci attende Oltre Einstein.
    Sempre a proposito di grandi attese, sta crescendo quella di conoscere i primi risultati dello Xenon1T, la gigantesca nuova macchina costruita all’interno dei Laboratori nazionali dell’Istituto di fisica nucleare (nella pancia del Gran Sasso) ed entrata in funzione a fine 2015 nell’ambito dello Xenon Dark Matter Experiment.
    Xenon1T è ambiziosa non solo per le sue dimensioni (per la prima volta, l’obiettivo di studio sarà una massa di una tonnellata) e per il numero di scienziati coinvolti nel progetto (126 persone di 10 nazionalità diverse, 21 istituti di ricerca), ma soprattutto per i suoi obiettivi: scovare le Wimp (weakly interactive massive particles), le particelle di cui pensiamo sia composta la materia oscura. I visitatori del Festival delle Scienze possono scoprire la storia del progetto dalle parole della sua fondatrice, Elena Aprile, milanese di nascita ma da ormai trent’anni professoressa di fisica alla Columbia University di New York (La ricerca della materia oscura, ore 17,30, Sala Petrassi; introduce Rossella Panarese). Se le particelle Wimp rimangono al momento sfuggenti, lo stesso non si può dire per le onde gravitazionali. A settembre del 2015 sono state rilevate sperimentalmente da una collaborazione tra un progetto statunitense (Ligo) e uno italiano (Ego-Virgo), confermando le previsioni di Einstein e aprendo nuovi scenari nello studio dell’universo e delle leggi che lo regolano.
    Di questa straordinaria scoperta, già battezzata come una delle più importanti del nostro tempo, si parla anche al Festival delle Scienze, in diversi momenti della manifestazione. Il primo appuntamento è il dialogo che chiude la sessione di conferenze di venerdì 20 maggio, con due ospiti d’eccezione, entrambi provenienti dal Massachusetts Institute of Technology: il fisico Scott Hughes (collaboratore di Ligo) e lo storico della scienza David Kaiser,autore di How the Hippies Saved Physics (Einstein, i quanti e le onde gravitazionali, ore 19, Sala Petrassi; introduce Jacopo Romoli).
    La varietà mostrata nella scelta dei temi e degli ospiti del primo giorno è confermata e ulteriormente ampliata dalla trasversalità del programma di sabato 21 maggio, che prevede una serie di incontri in cui – partendo sempre dalla lezione di Einstein – si entra in contatto con molteplici aree e discipline della ricerca scientifica, tecnologica e umanistica. Dimostrando come la scienza sia parte rilevante della nostra vita quotidiana: nelle esperienze e nel pensiero, nelle certezze e nelle paure. Se il fisico teorico Vincenzo Barone (curatore di Relatività. Principi e applicazioni, Bollati Boringhieri) racconta in «Un cruciverba ben congegnato». Einstein e le simmetrie della natura come le leggi della fisica abbiano permesso di mettere un po’ d’ordine nel funzionamento del mondo (ore 10.30, Sala Petrassi; introduce Marco Motta), lo psicologo e scienziato cognitivo della University of California, San Diego Rafael Núñez presenta al pubblico «un’altra relatività» dello spaziotempo: non quella resa quasi proverbiale dalle scoperte di Einstein, bensì quella legata alle differenze con cui lo spazio e il tempo vengono percepiti dall’uomo, a seconda del contesto culturale e delle comunità linguistiche (Il futuro è dietro di noi o in salita? La relatività stabile del concetto di spazio-tempo, ore 12, Sala Petrassi; introduce Jacopo Romoli).
    Sono invece I Big Data: pronipoti della relatività generale? i protagonisti della lectio del fisico Mario Rasetti, presidente della Fondazione ISI, in programma alle 14.30 in Sala Petrassi (introduce Vittorio Bo). Dal passato e dal presente si vola quindi nel futuro, con la complicità di Seth Lloyd. Tra i massimi esperti mondiali nella scienza della complessità, professore di ingegneria al MIT e di fisica dei computer quantistici al Santa Fè Institute, lo scienziato americano invita il pubblico a riflettere su una suggestiva (e inquietante) possibilità legata alla rivoluzione digitale (Big Quantum Data, ore 16, Sala Petrassi; introduce Giovanni Amelino Camelia). Se la potenza di calcolo dei computer cresce anno dopo anno e si ipotizza che le macchine diventeranno talmente potenti e «informate» da riuscire a realizzare dettagliatissime simulazioni di persone reali… chi ci dice che noi non siamo già semplici simulazioni create dai computer del futuro? Scenari forse un po’ meno fantascientifici, ma sempre legati a questioni profonde e di grande fascino, sono infine tracciati nelle ultime due lectio della giornata. Il filosofo della scienza Ned Markosian conduce il pubblico in un appassionante viaggio alla scoperta del tempo (ore 17,30, Sala Petrassi; introduce Jacopo Romoli): o meglio, del modo in cui noi esseri umani ci rapportiamo ad esso, chiedendosi La relatività implica che il tempo sia come lo spazio?. Alle 19 in Sala Petrassi si parte quindi per un’esplorazione dell’universo in compagnia dell’astrofisico Giovanni Bignami (Oro dagli asteroidi e asparagi da Marte; introduce Amedeo Balbi).
    Domenica 22 maggio Giovanni Amelino Camelia, professore di fisica all’Università La Sapienza di Roma e autore di innovativi lavori nel campo della gravità quantistica, prova invece a rispondere a un dilemma scientifico dal sapore quasi leggendario: Una teoria del tutto è possibile? (ore 10,30, Sala Petrassi; introduce Vittorio Bo). Si torna poi a guardare le stelle con Nicolò D’Amico, presidente dell’Inaf (ore 12, Sala Petrassi; introduce Marco Cattaneo), per riflettere su quello stesso universo da cui – provenienti da uno spazio e da un tempo lontanissimi, frutto di una collisione tra buchi neri – sono emerse le onde gravitazionali (Onda su onda, la radioastronomia da Marconi ad Einstein). Di loro si torna a parlare – dopo le riflessioni condivise venerdì sera da Scott Hughes e David Kaiser – in un altro dialogo a due voci: quelle di Fulvio Ricci (Virgo – Ego) e Bangalore Sathyaprakash (Cardiff University), che con La scoperta delle onde gravitazionali, alle 15 in Sala Petrassi, introdotti da Marco Cattaneo, si soffermano in particolare sulla natura degli «inferometri», gli strumenti utilizzati per rivelare la presenza delle onde, il cui continuo processo di innovazione tecnologica è stato determinante nel successo delle osservazioni e promette ulteriori sorprese per il futuro.
    Al confine sempre più sottile tra verità e finzione negli effetti speciali basati su conoscenze scientifiche è invece dedicata la lectio Le stelle del cinema di Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, in programma alle 17 in Sala Petrassi (introduce Amedeo Balbi). Dopo i voli della fantascienza, l’appuntamento conclusivo del Festival prende spunto dalla Storia: l’impegno che Albert Einstein dedicò alla difesa della pace nel mondo e a favore di un disarmo nucleare. Il ruolo etico della scienza e la sua possibilità di contribuire a uno sviluppo sostenibile del pianeta saranno i temi della lectio del fisico Eliezer Rabinovici (Cern/Sesame, Racah Institute of Physics, Hebrew University, Gerusalemme, Israele) che chiude il Festival alle 19 in Sala Petrassi con Apriti sesamo – una sorgente di luce nel Medio Oriente (introduce Vittorio Bo).

    Gli spettacoli, le mostre e le proiezioni

    Alle conferenze di grandi ospiti nazionali e internazionali, il Festival affianca un programma di eventi in cui i temi della ricerca scientifica sono presentati in un intreccio di parole, suoni, visioni e altre suggestioni. Sabato 21 maggio alle 21 in Sala Sinopoli si tiene la conferenza spettacolo Racconto cosmico. Spazio, materia e gravità nell’evoluzione dell’Universo a cura dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con Fernando Ferroni, Antonio Masiero, Viviana Fafone, Umberto Petrin(piano), Maria Giulia Scarcella (voce narrante), i racconti animati di Luca Ralli e la conduzione di Patrizio Roversi.Nell’arco dell’intero weekend, i foyer Petrassi, Sinopoli e altri spazi dell’Auditorium Parco della Musica ospitano installazioni (Il surf gravitazionale, a cura di Infn, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, foyer Petrassi, in cui il pubblico può, come una supernova o un buco nero, incurvare virtualmente lo spazio e generare onde gravitazionali con i propri movimenti), exhibit e proiezioni (Einstein e relatività, a cura di Media INAF, nella Sala ospiti foyer Sinopoli).
    Previsto anche un appuntamento speciale per gli studenti delle scuole superiori, venerdì alle 10 in Sala Petrassi: la proiezione di Interstellar, il kolossal diretto da Christopher Nolan nel 2014 e interpretato da Matthew McConaughey, commentata da Matteo De Giuli di Radio3 Scienza. Perfetto esempio di fantascienza hollywoodiana che si avventura in temi cari alle teorie e agli studi di Albert Einstein (avvalendosi anche della consulenza scientifica di Kip Thorne, lo scienziato che nel 1984 fondò il progetto Ligo di ricerca delle onde gravitazionali). Ai bambini sono dedicate le letture animate Coltivare lo stupore – Storie per occhi aperti e orecchie curiose a cura dei Gatti Ostinati, in programma sabato 21 e domenica 22 presso la Sala Ospiti alle 16, 17 e 18. Confermata infine la presenza di Radio3Scienza, con uno studio radiofonico da cui si racconta in diretta il Festival e si intervistano i suoi protagonisti.

    Qui è possibile scaricare il programma