Il nuovo decreto sul Sistri

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foto di V. Stano
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Un’attenzione che viene alla vigilia di quanto sentenziato dal Tar Lazio, che con la sentenza n. 5569 dell’11 maggio scorso, ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dalla Selex contro il Mattm per richiedere soldi e il tutto con un Parlamento che accusa il Ministero di non fornire adeguate risposte alle richieste

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 120 del 24/05/2016, il Decreto Ministeriale n. 78 del 30/03/2016) il «Regolamento recante disposizioni relative al funzionamento e ottimizzazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti in attuazione dell’articolo 188-bis, comma 4-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152».
E sì, si parla ancora del Sistema di controllo sulla tracciabilità dei rifiuti (Sistri).
Il provvedimento, che va ad abrogare quello attualmente in vigore (il D.M. n. 52 del 18/02/2011 e s.m.i.) apportando alcune modifica, entrerà in vigore il prossimo 8 giugno ed è composto da 24 articoli e 2 Allegati.
Si parte dal Titolo I delle disposizioni generali che ricordano le definizioni, le procedure, la gestione dei flussi di informazioni acquisiti con il Sistri, l’iscrizione al Sistema e la gestione dei rifiuti urbani nella regione Campania.
Interessante è notare come nell’articolo 4 comma 2 lettera a) «nel caso delle imprese e degli enti che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi, i soggetti che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi prodotti da terzi a titolo professionale, nonché le imprese e gli enti che trasportano i rifiuti pericolosi da loro stessi prodotti iscritti all’Albo nazionale gestori ambientali in categoria 5 o se iscritti in categoria 2-bis» rientrano nell’ambito delle categorie individuate ad aderire al Sistri solo se obbligate ad aderire in qualità di produttori ossia se risultano essere produttori di rifiuti pericolosi con più di 10 dipendenti.
Si passa poi dal Titolo II «Obblighi derivanti dall’applicazione del Sistri», titolo nel quale non risultano esserci particolari modifiche rispetto a quanto già in essere al Titolo III «Procedure speciali» nel quale si rinviene come la movimentazione dei rifiuti sia possibile subito dopo la compilazione delle schede Movimentazione Sistri compilate ad opera del produttore e del trasportatore e quindi senza la necessità di doverle compilare 4 o 2 ore prima l’attività.
Nel titolo IV si esaminano le «Disposizioni procedimentali parlando dell’Attestazione dell’assolvimento degli obblighi del produttore dei rifiuti, delle Procedure per le comunicazioni da effettuare al Sistri, delle Disposizioni in materia di interoperabilità.
Si affrontano nel Titolo V le Modalità operative semplificate andando ad esplicitare come i produttori che aderiscono al Sistema possano delegare le associazioni di categoria all’utilizzo della struttura e questo indipendentemente dalla quantità di rifiuti gestiti durante l’anno.
Nel Titolo VI si parla poi del Catasto dei rifiuti e quindi della Trasmissione dei dati al Catasto, all’Albo nazionale gestori ambientali e al Sistra nonché del Catasto telematico dei rifiuti dove l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) elabora i dati forniti dal Sistri ai fini della predisposizione di un Rapporto annuale e della trasmissione al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm) dei dati necessari per le comunicazioni alla Commissione europea previste dai regolamenti e dalle direttive comunitarie in materia di rifiuti.
Risultano confermate le semplificazioni previste dal nuovo bando di gara di gestione del Sistri e questo anche in relazione all’eliminazione delle chiavette usb e delle black box, dispositivi in dotazione ai soggetti iscritti al Sistema.
E dopo questo sguardo doveroso alla norma non resta che soffermarci sulla morbosa attenzione che il nostro legislatore sta donando a questo sistema che non conosce una risoluzione finale e che risulta a tutti gli effetti inefficace e improduttivo.
Un’attenzione che viene alla vigilia di quanto sentenziato dal Tar Lazio, che con la sentenza n. 5569 dell’11 maggio 2016, ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dalla Selex contro il Mattm per richiedere soldi e il tutto con un Parlamento che accusa il Ministero di non fornire adeguate risposte alle richieste.
Un Sistema che ci ha già abituati a grandi proclami per poi svelarci la vera essenza del suo esserci ossia quella di voler continuare a spillare soldi alle imprese utilizzando mezzi legalmente vincolanti e sanzionanti riferiti però ad un Sistema inesistente ed in una fase di continuo aggiornamento tale da non far capir nulla agli operatori coinvolti che ormai brancolano nel buio dal lontano 2009.
Un decreto che, in effetti, introduce alcune novità ma che di fatto si va ad aggiungersi alla miriade di decreti che in passato hanno permesso che la storia del Sistri non si fermasse.
Un decreto che di fatto non è esaustivo e fa una serie di rinvii ad appositi decreti che il Mattm dovrà emanare ed apposite linee guida che potremo trovare sempre sul sito ufficiale ormai ricco di storia.
Una farsa italiana che continua…