Adottiamo un vecchio… amico

    716
    Tempo di lettura: 3 minuti

    L’iniziativa promossa dalla lega antivivisezione (Lav) e dai Sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil ci chiama a coltivare in noi stessi atteggiamenti di pietà davanti a tante situazioni della vita, scuotendoci di dosso l’indifferenza che impedisce di riconoscere le esigenze dei fratelli che ci circondano e liberandoci dalla schiavitù del benessere materiale

    È partita la campagna adozioni promossa dalla lega antivivisezione (Lav) e i Sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, una campagna che vuole cercare di arginare il randagismo e incentivare le adozioni di cani e gatti adulti.
    Un’iniziativa inedita chiamata «Questa è una vecchia amicizia» volta a promuovere le adozioni dei tanti animali adulti che affollano i canili e i gattili di tutta Italia, per i quali la possibilità di essere accolti in famiglia è spesso remota.
    Una iniziativa tre volte virtuosa perché, oltre a voler dare una nuova casa a tanti animali, vuole far bene a chi adotta e anche alla società, contribuendo ad alleggerire i costi pubblici del randagismo.
    Una campagna che intende sensibilizzare la collettività ad adottare un animale adulto, con il quale convivere è semplice perché un animale di età matura generalmente ha già imparato le regole della convivenza domestica, è meno vivace di un cucciolo, se ha già conosciuto l’abbandono o la vita in un canile/gattile, saprà apprezzare ogni gesto di accoglienza e d’amicizia.
    Secondo Lav: «Adottare un cane o un gatto migliora la vita ovviamente dell’animale, della persona che lo accoglie e aiuta la società a fronteggiare il costoso fenomeno del randagismo; si pensi, infatti, che per ogni cane in canile i Comuni spendono circa 1.000 euro l’anno. Sono migliaia in Italia i cani e i gatti attualmente detenuti presso canili e gattili, quasi sempre sono adulti e nella maggior parte dei casi una volta entrati in una struttura, vi trascorreranno il resto della loro vita. A loro spesso vengono preferiti i cuccioli, che si crede essere più gestibili, ma al contrario gli animali adulti imparano velocemente, sono adattabili e meno impegnativi dei cuccioli. Un animale adulto può essere più semplice da gestire. La Lav può offrire la sua vasta esperienza e supportare coloro che desiderano accogliere in casa un quattro zampe, attraverso l’assistenza di un educatore cinofilo e favorendo l’inserimento in famiglia di uno dei tanti cani e gatti in cerca di casa, che puoi conoscere nella sezione Adozioni del sito internet della Lav. Molti studi hanno dimostrato i tanti benefici che la compagnia di un animale apporta al benessere fisico e psicologico di una persona: vivere con cani e gatti allevia la solitudine, scandisce le giornate, impone ritmi e impegni. Ciò è particolarmente importante nel caso di persone anziane, per migliorare la qualità relazionale della loro vita. Questa campagna ha dunque anche una valenza sociale perché le adozioni fatte in modo consapevole e responsabile, possono contribuire in modo concreto a contrastare e ridurre il fenomeno del randagismo e i suoi costi per i contribuenti».
    Un fenomeno, quello del randagismo, che in Italia è ancora sensibilmente diffuso con stime che indicano in circa 80.000 i gatti e 50.000 i cani vittime di questo fenomeno, con alte probabilità di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti.
    E a questi vanno ad aggiungersi i circa 130.000 quattro zampe nei canili italiani, che rischiano di trascorrere tutta la vita da reclusi.
    Una campagna che vuole essere uno strumento utile nell’ambito delle indispensabili politiche di prevenzione del randagismo e per garantire una migliore convivenza all’interno delle nostre città questo però senza dimenticare il messaggio del Pontefice che nell’udienza giubilare del 14 maggio scorso ricordò come «la pietà non va confusa con la compassione che proviamo per gli animali che vivono con noi. Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti ai cani, e poi lasciano senza aiuto la fame del vicino e della vicina? No, per favore no. Noi siamo chiamati a coltivare in noi stessi atteggiamenti di pietà davanti a tante situazioni della vita, scuotendoci di dosso l’indifferenza che impedisce di riconoscere le esigenze dei fratelli che ci circondano e liberandoci dalla schiavitù del benessere materiale».