Numerose ricerche scientifiche hanno confermato la correlazione tra parodontite e malattie quali osteoporosi, infarto, ictus, diabete, infertilità femminile, alzheimer, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro
Una ricerca destinata a rivoluzionare la cura della parodontite, volgarmente conosciuta con piorrea, anche nelle sue forme più aggressive e spesso refrattarie alla terapia. Un metodo per combattere e vincere una seria, quanto pericolosa patologia, sottovalutata nelle sue molteplici correlazioni e causata da un’infezione batterica che colpisce il parodonto: cioè l’insieme di strutture preposte a sostegno degli elementi dentali. Interessa quasi sette italiani su dieci, ed è considerata la sesta malattia più diffusa al mondo (fonti SidP). Se non trattata in maniera adeguata, porta inevitabilmente nel tempo alla perdita dei denti.
Il protocollo terapeutico oggetto di una nuova ricerca porta il nome di Perioblast (PERIOdontal Bio Laser ASsisted Therapy), è ideato e applicato dal network Edn (Excellence Dental Network), conosciuto all’estero come Imi (International Microdentistry Institute), tra le realtà più impegnate a livello internazionale nella lotta a questa malattia del cavo orale. La pubblicazione è avvenuta sullo «European Journal of Clinical Microbiology and Infectious diseases» e concerne lo studio con il maggior numero di pazienti trattati mai realizzato in parodontologia (2.700 individui), con valutazione microbiologica comparativa tra prima e dopo la terapia a 24 mesi e un’importante sezione di metagenomica in cui è stato sequenziato l’intero microbioma del cavo orale di tre gruppi di pazienti, evidenziando batteri finora mai correlati alla malattia ma associati a importanti patologie sistemiche.
In alcune presentazioni tenute nel Regno Unito e al Cnr di Roma Francesco Saverio Martelli (chirurgo odontoiatra e fondatore dell’Edn), ha spiegato: «innanzitutto la ricerca si distingue per il fatto di essere multicentrica, quindi con risultati non dipendenti dall’operatore, e per la conferma che tutti i pazienti rispondono alle cure anche in assenza di antibioticoterapia: cosa non secondaria per evitare di creare ceppi di batteri resistenti, come raccomanda l’Oms. Lo studio valida un protocollo terapeutico con l’impiego combinato di laser ad alta potenza, microscopio operatorio e test biomolecolari, indipendentemente dalla flora batterica coinvolta, dalla predisposizione individuale, dagli stili di vita del paziente e dalla capacità ed esperienza dell’operatore».
L’approccio scientifico utilizzato e i risultati ottenuti dallo studio, tra l’altro, hanno permesso al team di ricerca di vincere un «Grant» (finanziamento dell’Unione europea) per effettuare la stessa valutazione metagenomica in un gruppo più ampio di pazienti con perimplantiti, al fine di confermare questi risultati preliminari decisamente e chiaramente molto interessanti.
Numerose ricerche scientifiche hanno infatti confermato la correlazione tra parodontite e malattie quali osteoporosi, infarto, ictus, diabete, infertilità femminile, alzheimer, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro. È notizia recente la presentazione da parte di un team di ricerca statunitense, in occasione dell’American Association for Cancer Research Meeting in New Orleans, dei risultati di uno studio condotto su 732 pazienti, per la durata di circa 10 anni, sulla correlazione tra presenza di batteri parodontali nel cavo orale e possibilità di sviluppare il tumore al pancreas.