Turchia, se cresce la dittatura altro nemico dell’ambiente

814
Tempo di lettura: 3 minuti

Uno scempio della democrazia a cui le istituzioni e i governi europei non hanno purtroppo reagito con la necessaria fermezza. L’Unione europea sta dimostrando di essere vittima del ricatto esercitato dal governo turco data la sua posizione strategica nella regione. Perché l’imporsi di una dittatura è strettamente regolata dalla presenza e quindi dal successivo sfruttamento di tutte quelle risorse naturali che permettono una maggiore autonomia, e quindi maggiore prestigio, delle politiche locali, non delle popolazioni locali che sfruttate continueranno ad avere grosse difficoltà nel reperire il necessario per vivere

Una lettera aperta di associazioni, sindacati, ong è stata inviata a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione europea (Ue) per gli affari Esteri, e questo per esprimere profonda preoccupazione per la deriva autoritaria assunta dal governo turco.
Il prolungamento dello stato d’emergenza, la sospensione della Convenzione europea dei Diritti Umani aprono scenari drammatici e questo mentre il presidente Erdogan, con sistematiche epurazioni, sta eliminando qualsiasi luogo di produzione di idee critiche, nelle scuole, nelle università, nei media, nella magistratura.
60mila sono gli insegnanti, i magistrati, i funzionari pubblici, i giornalisti sollevati dal loro incarico, 13mila le persone incarcerate, e il numero, in entrambi i casi, cresce costantemente.
Uno scempio della democrazia a cui le istituzioni e i governi europei non hanno purtroppo reagito con la necessaria fermezza. L’Unione europea sta dimostrando di essere vittima del ricatto esercitato dal governo turco data la sua posizione strategica nella regione.
Nessuna ragion di stato può però giustificare il silenzio europeo di fronte alle violazioni dei diritti umani e agli arresti indiscriminati.
A Federica Mogherini viene chiesto di mettere in campo tutte le azioni possibili per fermare il disegno autoritario di Erdogan, a cominciare dalla sospensione del processo di integrazione europea e dell’accordo sui migranti.
Da parte loro, i firmatari si impegnano a promuovere in Italia e in Europa azioni di solidarietà col popolo turco, con l’obiettivo di arrivare a un grande appuntamento europeo per impedire ad Erdogan di cancellare la democrazia in Turchia.
Perché con la pretestuosa motivazione del colpo di stato, il Presidente Erdogan sta cancellando la Turchia democratica attivando persecuzioni, violenze, eliminazione di diritti e libertà, già peraltro poco rispettati, che stanno colpendo il popolo turco e kurdo ed in particolare le donne, private della propria autonomia e dignità.
Perché non si può ammettere che, con sistematiche epurazioni, si stia eliminando qualunque luogo di produzione di idee critiche stendendo una funerea cappa di piombo per imbrigliare un società vivace e aperta.
Perché invocare il ripristino della pena di morte è una cosa assai grave e pericolosa. Perché l’assordante silenzio dell’Ue ha fatto perdere a tutti noi l’ennesima occasione di far pesare la visione di una società libera e democratica e questo preferendo di restar succube di logiche di potere.
Perché l’imporsi di una dittatura è strettamente regolata dalla presenza e quindi dal successivo sfruttamento di tutte quelle risorse naturali che permettono una maggiore autonomia, e quindi maggiore prestigio, delle politiche locali, non delle popolazioni locali che sfruttate continueranno ad avere grosse difficoltà nel reperire il necessario per vivere. Una guerra per le risorse naturali che creerà inevitabilmente problemi nella gestione sostenibile del territorio e quindi sfruttamento delle risorse naturali e delle popolazioni locali che a fine ciclo si trasformeranno in profughi ambientali.
Basti pensare solo allo snodo energetico che rappresenta questo paese, tra Russia e Iran, al corridoio Sud europeo (Tanap-Tap), oppure al progetto South Stream che dalla Russia raggiungerà l’Italia.
Un imporsi della dittatura e una soppressione del pensiero critico non fanno altro che creare quel substrato fertile per lo sviluppo di pratiche antidemocratiche e di morte.
È possibile sottoscrivere la lettera.

I primi firmatari: Arci, Legambiente, Libera, Centro Astalli, Acli, Flc-Cgil, Fnsi, CittadinanzAttiva, Fiom-Cgil, Auser, Slow Food, Rete della Pace, Focsiv, Tavola della Pace, Federbio, Cies, Aiab, Articolo 21, Arci servizio civile, Asgi, Cime, Cnca, Cospe, Gruppo Abele, Link, Lunaria, Mani Tese, Movimento difesa del cittadino, Movimento nonviolento, Progressi.org, Rinnovabili.it, Un ponte per…, Rete della conoscenza, Rete studenti medi, Sei-Ugl, Sì rinnovabili No nucleare, Uds, Udu, Uftdu, Ambiente e lavoro, Comuni virtuosi, Medici per l’ambiente, Centro volontariato int. Udine, Coordinamento comasco per la pace.