Non distruggete l’angelo delle sabbie…

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Molti chiamano questa geofita bulbosa dagli angelici aneliti «la pianta che nuota», a causa d’una strategia di disseminazione veramente efficace, oltre che rara e originale: i suoi semi, raccolti e poi sospinti dalle mareggiate e dalle correnti marine, hanno la proprietà di galleggiare sulle acque del mare così da approdare su nuovi lidi e fondare nuove coloni

L’ANGELO DELLE SABBIE

In this age of grand illusion
You walked into my life out of my dreams
I don’t need another change
Still you forced your way into my scheme of things
You say, we’re growing, growing heart and soul
In this age of grand illusion
You walked into my life out of my dreams

Sweet angel
Born once again for me

(David Bowie, Word on a Wing – In Station to Station RYKO Rec.)

 

Proprio così! Di questi tempi, in cui l’uomo «eccelle» nelle svariate forme d’inquinamento ambientale, cementificando e consumando senza alcun riguardo il suolo naturale, si può ancora sperare di trovare un «angelo» che con la sola presenza cambi in meglio la nostra vita.

Perché possiede bianco candore e magica purezza il fiore del Giglio di mare (Pancratium maritimum L.), che in un assolato (oltre che affollato…) pomeriggio d’agosto insieme agli straordinari amici dell’associazione «Pulsanodamare» abbiamo avuto la fortuna d’incontrare sulle balze dunali della litoranea tarantina, in località «Monte d’Arena».
Pensate che molti chiamano questa geofita bulbosa dagli angelici aneliti «la pianta che nuota», a causa d’una strategia di disseminazione veramente efficace, oltre che rara e originale: i suoi semi, raccolti e poi sospinti dalle mareggiate e dalle correnti marine, hanno la proprietà di galleggiare sulle acque del mare così da approdare su nuovi lidi e fondare nuove colonie: quasi «volando» sul procelloso mare, in… odore di santità.
L’impollinazione dei magnifici fiori ermafroditi, dal profumo soave e paradisiaco, è compito dei miei amici insetti (molto assidui gli Imenotteri…), i quali danno le loro ali al polline di queste piante superiori, un polline che trasportano costantemente di fiore in fiore, contribuendo potentemente alla loro fecondità.
Ma nel Giglio di mare delicatezza e candore si fondono anche e mirabilmente con la capacità di resistere alle estreme condizioni degli habitat costieri, parliamo di sabbie aride e salmastre sotto il sole cocente d’agosto: il nome generico Pancratium deriva infatti dal greco «pan = tutto» e «krateo = vincere, superare», un organismo forte, resistente oltre che bello e che supera tutto, proprio come fa un angelo!
Possono così godere della bellezza di questa pianta straordinaria i litorali, le spiagge e le dune del Mediterraneo, in Italia quelle occidentali e adriatiche (isole maggiori e minori comprese) escluse quelle più settentrionali del Friuli-Venezia Giulia, ma (e qui vi volevo) ovunque «assai minacciata» a causa dello sfruttamento spesso incosciente e smodato delle coste, anche a scopi balneari.
Così, come nelle parole di D. Bowie, questo fiore delicato e forte è entrato nel nostro progetto di vita ambientalista, e noi non avremo più bisogno di un altra buona «occasione» che questa della sua celestiale presenza: arricchiti nel cuore e nell’anima, promettiamo di farne baluardo affinché questo dono del cielo possa contribuire alla tutela e conservazione di questi nostri ambienti naturali stupendi, ma fragilissimi.
Caro Pancratium, insieme agli amici di Pulsanodamare di te faremo un simbolo della vita e della biodiversità che si erge vittoriosa dalle pallide sabbie della generale, umana insipienza. Noi ti renderemo grazia per quel tuo fiore bianco e delicato, foriero d’ogni bellezza, angelo radioso che riscatta le brutture del mondo, quando vorrà sbocciare ancora una volta per noi, per tutti noi. Perfino sulle sabbie roventi, di fronte al grande mare.

 

Valentino Valentini