#NObullismo… per una società civile

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Nella struttura scuola spesso sentiamo parlare di fenomeni violenti e molto pericolosi che toccano i ragazzi in una fase molto delicata della loro vita, l’adolescenza e la preadolescenza, fenomeni che vanno sotto il nome di #bullismo e #cyberbullismo. Per bullismo e cyberbullismo non esistono differenze di genere. Ad essere vittime e bulli sono sia ragazzi sia ragazze

In questi giorni è suonata la campanella per tanti studenti italiani in quella struttura chiamata scuola che rappresenta il luogo d’istruzione per eccellenza che accompagna, sin da tenera età, i piccoli a diventare i grandi uomini di domani.
Tanti sono i campi del sapere che uno studente, sotto la guida di varie tipologie di figure professionali appartenenti a svariati settori della conoscenza, è incoraggiato a comprendere quali insegnamenti necessari a renderlo soggetto pensante e criticamente consapevole.
Ma nella struttura scuola spesso sentiamo parlare di fenomeni violenti e molto pericolosi che toccano i ragazzi in una fase molto delicata della loro vita, l’adolescenza e la preadolescenza, fenomeni che vanno sotto il nome di #bullismo e #cyberbullismo. Per bullismo e cyberbullismo non esistono differenze di genere. Ad essere vittime e bulli sono sia ragazzi sia ragazze.
Ed è proprio per far conoscere questi fenomeni e proteggere i giovani uomini da queste insidie pericolose che portano silenzio, vergogna, scoramento che l’Associazione italiana per l’educazione demografica (Aied Roma) ha avviato il contest #NObullismo – voce ai giovani: una gara di idee.
Un progetto ambizioso e di alto valore sociale con il quale si vuole aiutare i giovani e giovanissimi a riflettere.
L’Aied è un’associazione nata, ad opera di un gruppo di giornalisti, scienziati ed uomini di cultura di diversa estrazione politica ma con una comune ispirazione laica e democratica, con lo scopo di stimolare la crescita culturale e sociale volta al miglioramento della qualità della vita e alla tutela della salute della persona umana, a livello sia individuale sia collettivo.
E relativamente all’iniziativa #NObullismo, lo scorso 5 settembre si sono aperte le iscrizioni alla gara di idee di tutti coloro che vorranno prenderne parte. Possono partecipare tutti i giovani dai 15 ai 30 anni e per partecipare, come prima cosa, è necessario iscriversi (info a pagina di iscrizione dove è possibile scaricare anche il regolamento).
In generale le idee devono avere un riscontro positivo sul fenomeno del bullismo e/o del cyberbullismo. Le aree tematiche su cui ci si chiede di focalizzarsi sono «Educazione, cultura e prevenzione», «Supporto e assistenza», «Tutela, sicurezza e difesa».
Le idee possono essere presentate su di un file standard preparato dall’Associazione che è possibile scaricare e compilare.
Il contest #NObullismo è composto da 3 fasi temporali, fasi che vedono come primo gradino, iniziato lo scorso 5 settembre, la possibilità di iscriversi e cominciare a votare online le idee in gara. Questa prima fase terminerà nel mese di novembre quando sarà chiusa la possibilità di candidare la propria idea e di esprimere la propria preferenza tramite voto online.
A questa prima fase ne seguirà una seconda che si chiuderà il 14 novembre e che impegnerà la giuria nella valutazione delle idee ricevute.
L’ultima fase coinciderà con l’evento di chiusura e la premiazione della prima idea classificata che riceverà un premio di 2.000 euro in denaro.
Per combattere una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica sia psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate, dal soggetto che perpetra l’atto in questione, come bersagli facili e incapaci di difendersi.
Perché il bullismo, e con l’avvento di internet il cyberbullismo, rappresenta un fenomeno, riservato ai contesti sociali giovani, violento e quindi da reprimere subito prendendo parte ad un cambiamento sociale quanto più necessario e urgente che vede tutti i soggetti coinvolti, direttamente e indirettamente a partire dalle istituzioni passando per le famiglie e coinvolgendo tutti gli attori ricreativi extrascolastici, responsabili della crescita etica e non violenta di ciascun individuo.