Un tour, quello di Greenpeace, che vuole ricordare alla politica che agli annunci devono seguire le azioni e questo andando ad incentivare tutto il settore e andando a dare gli strumenti necessari a tutti i cittadini per produrre la propria energia. A Lampedusa verranno consegnati i pannelli fotovoltaici acquistati grazie al progetto di raccolta fondi «Accendiamo il sole»
È partito da Bari il tour italiano della Rainbow Warrior, la nave di Greenpeace che porta con sé un messaggio chiaro: «Accendiamo il sole»!
La nave ammiraglia di Greenpeace è partita da Monopoli (Bari) e arriverà sabato 8 ottobre a Catania, dove sarà visitabile per tutto il fine settimana.
Il 15 e 16 ottobre sarà invece la volta di Lampedusa, dove verranno consegnati i pannelli fotovoltaici acquistati grazie al progetto di raccolta fondi «Accendiamo il sole». In sole due settimane infatti sono stati raccolti, e questo grazie alle donazioni di quasi mille persone, circa 30mila euro necessari a regalare all’isola un impianto fotovoltaico da 40 kilowatt.
L’impianto era stato autorizzato da oltre un anno, ma era bloccato da lungaggini burocratiche e iter autorizzativi che non avevano permesso l’accesso ai fondi di finanziamento.
Secondo il report scientifico «The Potential for Energy Citizens in the European Union», redatto dall’istituto di ricerca ambientale CE Delft per conto di Greenpeace e della Federazione europea per le Energie Rinnovabili (Eref), Friends of the Earth Europe e REScoop.eu, metà della popolazione dell’Unione europea, circa 264 milioni di persone, potrebbe produrre la propria elettricità autonomamente e da fonti rinnovabili entro il 2050, soddisfacendo così il 45% della domanda comunitaria di energia.
Il mercato dell’energia si sta muovendo dalle fonti fossili e il nucleare verso le energie rinnovabili, ma sta anche cambiando il sistema produttivo. Al vecchio modello centralizzato dominato dalle grandi aziende sta subentrando un modello in cui i cosiddetti «energy citizens» possono produrre la propria energia e collaborare anche nella gestione della domanda.
Per energy citizens si intendono gli individui o le famiglie che producono energia o gestiscono in maniera flessibile, individuale o collettiva, la propria domanda di energia. Una definizione valida anche per enti pubblici come città e edifici comunali, scuole, ospedali o edifici di proprietà del governo, così come le piccole e medie imprese con meno di 50 dipendenti.
Senza l’apporto di questi attori, la transizione verso un sistema 100 per cento rinnovabile non sarà possibile.
In Italia gli energy citizens potrebbero produrre il 34% dell’elettricità entro il 2050, grazie al contributo di oltre 26 milioni di persone.
Per raggiungere il potenziale di crescita degli energy citizens è necessario che sia in vigore un corretto sistema legislativo che incoraggi tale crescita e nel 2016 ci sono due grandi opportunità affinché tale contesto normativo venga elaborato: la revisione della Direttiva sulle Energie Rinnovabili e l’iniziativa di Market Design.
In particolare, la direttiva comunitaria sulle energie rinnovabili dovrebbe:
• garantire il diritto all’autoproduzione e all’autoconsumo, prevedendo tariffe adeguate per i cittadini che immettono in rete l’elettricità prodotta in eccesso, che utilizzano i sistemi di accumulo e sono impegnati nella gestione della domanda;
• garantire priorità di accesso alla rete a tutti i progetti presentati da Energy citizens;
• continuare a prevedere l’esenzione dagli aiuti di stato per progetti legati alla generazione distribuita, a prescindere dalla grandezza del progetto;
• semplificare le procedure amministrative per chi vuole produrre la propria energia in maniera diretta o tramite cooperative energetiche;
• incoraggiare metodi di finanziamento innovativi per progetti di generazione diffusa;
• prevedere per gli Stati membri la presenza nei «piani d’azione per le energie rinnovabili al 2030», di piani di sviluppo della generazione distribuita, con relativi obiettivi nazionali.
Purtroppo quello che attualmente si vede in Italia è un Governo che, con provvedimenti specifici come la riforma della tariffa elettrica, sta mettendo in ginocchio il settore delle energie rinnovabili, e in particolare quello dei piccoli produttori domestici e questo nel mentre il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha più volte dichiarato che entro fine mandato il 50% dell’elettricità nazionale sarà prodotta da fonti rinnovabili.
Un tour, quello di Greenpeace, che vuole ricordare alla politica che agli annunci devono seguire le azioni e questo andando ad incentivare tutto il settore e andando a dare gli strumenti necessari a tutti i cittadini per produrre la propria energia.