Una catena appenninica in evoluzione

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«La forte scossa di terremoto percepita nell’Italia centrale rientra, purtroppo, in una dinamica possibile quando si verificano fenomeni come quello che ha avuto il suo momento di più tragico impatto lo scorso 24 agosto. Restano da definire con notizie più precise l’epicentro e la profondità dell’ipocentro. Un’ipotesi, se verranno confermate le prime informazioni, è che si tratti dell’attivazione di una nuova faglia, probabilmente legata verso Nord a quella che ha generato la scossa dello scorso agosto»

L’Italia centrale è ripiombata nell’incubo del terremoto.
In realtà, dal 24 agosto la terra non ha mai smesso di tremare con il susseguirsi costante di scosse di assestamento di più bassa intensità.
Ma ieri, 26 ottobre, si sono verificate due forti scosse nell’area interessata dalla sequenza sismica iniziata il 24 agosto.
La prima, di magnitudo Richter ML 5,4, è avvenuta alle 19,10 ore italiane, la seconda, di magnitudo Richter ML 5,9, è stata localizzata alle 21,18 ora italiana.
Le scosse sono state localizzate nella zona al confine tra Marche e Umbria, a nord dell’area attivata il 24 agosto. I due epicentri sono ubicati tra le province di Macerata, Perugia e Ascoli Piceno a 3 km da Castelsantangelo sul Nera, 14 km da Norcia e 21 km da Arquata del Tronto.
Un vibrare della terra incessante che dopo il terremoto delle 19,10 ha fatto registrare circa 60 scosse localizzate dalla Rete sismica nazionale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), e di queste 5 eventi di magnitudo maggiore o uguale a 3,0 tra il primo terremoto di magnitudo Richter 5,4 e quello di magnitudo 5,9 e 18 terremoti di magnitudo maggiore o uguale a 3,0 dopo la seconda scossa, che, secondo i questionari arrivati sul sito http://www.haisentitoilterremoto.it/, è stata risentita in gran parte d’Italia, dal Veneto alla Campania.
Una sequenza sismica in Italia centrale, iniziata con l’evento di magnitudo 6,0 del 24 agosto ed ancora in pieno svolgimento.
Dalle 19,10 di ieri, la Rete sismica nazionale dell’Ingv ha localizzato oltre 200 eventi, oltre 18.000 dal 24 agosto invece le scosse localizzate in un’area che si estende per oltre 60 chilometri in direzione NNO-SSE lungo la catena appenninica.
Paolo Messina, direttore dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Igag-Cnr), ha dichiarato: «La forte scossa di terremoto percepita nell’Italia centrale rientra, purtroppo, in una dinamica possibile quando si verificano fenomeni come quello che ha avuto il suo momento di più tragico impatto lo scorso 24 agosto. Restano da definire con notizie più precise l’epicentro e la profondità dell’ipocentro. Un’ipotesi, se verranno confermate le prime informazioni, è che si tratti dell’attivazione di una nuova faglia, probabilmente legata verso Nord a quella che ha generato la scossa dello scorso agosto».
Una situazione in evoluzione segnata dal dramma delle popolazioni coinvolte.
Una catena appenninica in trasformazione che ci sta riservando sorprese e nei confronti della quale non si può far altro che investire tutto il supporto tecnico-scientifico e umano necessario per affrontare l’emergenza.