Parigi e oltre…

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La Cop21ha rappresentato un importante passo in avanti per impostare una governabilità mondiale di interventi sul cambiamento climatico, anche se gli impegni ad oggi presi dagli Stati membri dell’Onu non sono ancora sufficienti per raggiungere l’obiettivo dei 2°C. Il lavoro realizzato da Enea e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), in collaborazione con il ministero dell’Ambiente

«Bisogna puntare su ricerca e innovazione per migliorare e rendere ancora più conveniente una transizione dell’economia in chiave low carbon, rafforzando l’impegno verso le tecnologie che contribuiscono a raggiungere quest’obiettivo».
Questo quanto affermato dal Presidente dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) Federico Testa in occasione della presentazione dello studio «Parigi e oltre», realizzato da Enea e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), in collaborazione con il ministero dell’Ambiente, per fare il punto sugli impegni nazionali sul cambiamento climatico alla luce delle decisioni assunte alla Cop21 che saranno al centro dell’imminente Cop22 di Marrakesh.
La comunità scientifica è ormai concorde nell’affermare che il cambiamento climatico è in atto ed è causato principalmente dalle attività antropiche legate alla combustione di fonti fossili e all’uso dei suoli.
Viene riconosciuto che ogni ritardo nell’adozione di opportune misure produrrà conseguenze sempre più gravi nel futuro, con danni ambientali e sociali, oltre che ad ingenti perdite economiche anche per il nostro Paese; il limite cautelativo da non oltrepassare per minimizzare danni irreversibili al pianeta impone di stabilizzare l’aumento di temperatura media globale a valori inferiori a 2°C.
Risultano necessari interventi di mitigazione per contenere le emissioni.
Molte delle tecnologie necessarie sono già state rese disponibili dalla ricerca e innovazione che continuano a ricoprire un ruolo chiave nel migliorare e rendere ancora più conveniente una transizione dell’economia in chiave low-carbon.
La Cop21ha rappresentato un importante passo in avanti per impostare una governabilità mondiale di interventi sul cambiamento climatico, anche se gli impegni ad oggi presi dagli Stati membri dell’Onu non sono ancora sufficienti per raggiungere l’obiettivo dei 2°C.
L’Unione europea ha definito nell’ottobre del 2014 una Strategia su Clima ed Energia che prevede l’obiettivo vincolante per gli Stati membri di ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra nel territorio dell’Unione di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990, e di contribuire con una quota di almeno 27% di energia rinnovabile ed un miglioramento del 27% dell’efficienza energetica.
Lo studio presentato evidenzia come l’attuale sistema di politiche e misure non permetterebbe comunque il raggiungimento degli obiettivi nazionali al 2030 e propone un’analisi delle possibili misure atte a facilitare il raggiungimento di tali obiettivi individuando i principali settori su cui intervenire.
Puntare in primo luogo sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, in una logica di edifici a «quasi zero emissions» e senza ulteriore consumo di suolo; un intervento che contribuirebbe a rilanciare un settore produttivo attualmente in forte crisi sia dal punto di vista economico sia occupazionale.
Intervenire sulla mobilità, soprattutto sulla componente pubblica urbana e sulla adozione di nuove tecnologie low-carbon per la mobilità privata, coniugando la domanda di mobilità con la riduzione delle emissioni e con il superamento della dipendenza dal petrolio.
Individuare nuovi strumenti normativi e finanziari, innovativi e di lungo termine, per la promozione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.
Un contrasto al cambiamento climatico che deve rappresentare una grande opportunità anche per il nostro Paese e questo non solo per il raggiungimento degli obiettivi al 2030, ma anche per favorire l’innovazione dell’intero sistema produttivo per il rilancio di economia ed occupazione in chiave sostenibile.
Una riconversione degli apparati produttivi e dei consumi per contenere la minaccia del cambiamento climatico.
Nel lavoro vengono presentate alcune proposte in tema e questo per garantire un percorso regolare e ordinato allo sviluppo delle fonti rinnovabili per la decarbonizzazione del sistema economico e produttivo nazionale.

Gli interventi proposti per sostenere lo sviluppo delle fonti rinnovabili possono essere classificati i tre gruppi:
1. interventi di semplificazione e accompagnamento per tecnologie già oggi convenienti economicamente;
2. forme di incentivazione per tecnologie mature ma non ancora pienamente competitive con le produzioni fossili;
3. sostegno alla ricerca e sviluppo per tecnologie in fase nascente e per il miglioramento della competitività delle tecnologie mature.
Azioni tutte necessarie per costruire un futuro green che metta al centro la sostenibilità dell’ambiente e di chi lo vive.