A proposito di sismicità indotta

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Alcuni lettori, a latere della nostra intervista sui terremoti indotti, ci hanno sollecitato approfondimenti a proposito del caso della geotermia stimolata e se il sisma sul monte Amiata fosse stato causato dall’attività di sfruttamento geotermico dell’Enel. Per quanto ci riguarda, non abbiamo veramente nessun motivo per controbattere alle testimonianze di sismicità debole nell’area dell’Amiata

Con l’ondata di terremoti che sta colpendo l’Italia centrale a cominciare da quelli dell’Emilia nel 2012, sui Social si sono intensificati i post di pareri e purtroppo anche fantasiose ipotesi. Per questo, giorni fa, pubblicammo un’intervista al prof. Enrico Priolo per poter dare un contributo di chiarezza scientifica. Proprio perché, oggi, a fronte di un allargamento delle conoscenze, dobbiamo purtroppo registrare un aumento delle bufale spacciate per scienza.
Nelle risposte all’intervista, da parte del prof. Priolo, purtroppo ci fu un errore, dettato certamente dalla fretta, che ci fu inmmediatamente segnalato dall’interessato. Poiché il nostro scopo, come detto, non è quello di alimentare dubbi e propalare notizie false, abbiamo provveduto rapidamente alla correzione.
Abbiamo creduto così di rendere un servizio di trasparenza e di buona fede in modo che i nostri Lettori potessero avere dei riferimenti sull’argomento il più possibile precisi. Poiché quello che importa è quello che viene pubblicato e non quello che sta dietro le quinte.

Il nostro intervento è stato però notato da attenti Lettori che ci hanno inviato le loro precisazioni. I commenti dei lettori evidenziavano due questioni: 1) che l’Enel avesse praticato (e ancora pratichi) la geotermia stimolata (Egs) presso la concessione di Larderello-Travale, e 2) che il terremoto ML 4,5 del 1° aprile 2000 avvenuto sul monte Amiata fosse stato causato dall’attività di sfruttamento geotermico dell’Enel.

Ovviamente in un’intervista si risponde il più possibile sinteticamente alle domande che vengono poste altrimenti diventa altra cosa.
Ma poiché questo aspetto è molto interessante, non abbiamo nessun motivo per non approfondirlo anche grazie all’intervento che ci è strato inviato e per due motivi: dare più informazione e dimostrare così nessun dietro le quinte, tanto più che il prof. Mucciarelli, recentemente scomparso, era proprio il Direttore della Sezione Scientifica dell’Ogs cui appartiene il nostro intervistato e quindi il bagaglio di conoscenze è condiviso.

Nella lettera inviataci si scrive: «Egr. dott. Priolo, lei afferma: “Infine, giusto a scanso di equivoci, ricordo che certe attività come il fracking e la geotermia stimolata in Italia non sono consentite…”.
Immaginiamo stia parlando di “3) Sismicità Stimolata (Stimulated Seismicity). È una definizione generica che include sia la sismicità indotta sia innescata, e si riferisce a particolari condizioni in cui si fa iniezione di fluidi in rocce anidre ad elevata temperatura. Si tratta tipicamente della geotermia stimolata (enhanced geothermal systems – Egs)…”.
«Le dobbiamo dare una brutta notizia, ma l’Enel ha usato – e presumibilmente ancosa usa – l’Egs.
Non lo diciamo noi, ma la stessa Enel e può consultare tutta la documentazione qui.

«Quanto alla sismicità indotta sul monte Amiata è ormai scientificamente accettato come causato dalla geotermia dell’Enel il sisma del 1° aprile 2000 (uno dei primi a segnalarlo, meritoriamente, fu il compianto prof. Mucciarelli); vi è inoltre una continua presenza di microsismi concentrato soprattutto attorno ai due campi geotermici amiatini, Piancastagnaio e Bagnore.

«Il prof.Mucciarelli si è sempre rammaricato che, in Italia, c’è sempre stata una sottovalutazione del problema, ancor più grave in assenza di pubblicazioni da parte del mondo scientifico.
«Le saremmo grati se volesse approfondire l’argomento per sgombrare il campo da dubbi e illazioni, tenendo conto che oggi, in Italia, la geotermia gode di sostanziosi incentivi statali come energia rinnovabile e pulita, cosa che non è vera, come siamo in grado di dimostrare».

Ebbene, rileggendo l’intervista, soprattutto in «Alcune doverose premesse» è facile vedere come non si nega la sismicità indotta né quella legata alla risorsa idroelettrica e si fanno anche ampi riferimenti alle fonti scientifiche sull’argomento.
Prendiamo atto del link indicato nella lettera e il non conoscerlo non è una colpa. D’altra parte l’esperienza del professor Enrico Priolo è nella sismologia e quindi la precisazione dei lettori riguarda un argomento che si colloca al margine delle sue conoscenze dirette. 

Per una maggiore chiarezza abbiamo chiesto al prof. Enrico Priolo di fornirci le sue riflessioni in merito alle puntualizzazioni che sono state fatte. Ecco la sua risposta:
«Confesso che non conoscevo la notizia riportata al link segnalato dai lettori. Ne posso solo prendere atto. Devo anche dire che la mia esperienza è nella sismologia e quindi la precisazione dei lettori riguarda un argomento che si colloca al margine delle mie conoscenze dirette. Vorrei però aggiungere che l’aspetto normativo varrebbe un approfondimento, soprattutto per la geotermìa, ma anche per le altre attività. Ad esempio, a mia conoscenza, la geotermìa è regolata da norme regionali e quindi potrebbe presentarsi un quadro alquanto complesso. Probabilmente, l’Unione Geotermica Italiana è in grado di dare informazioni adeguate e precise a riguardo.
«Per quanto riguarda il terremoto dell’Amiata, non posso confermare l’affermazione del lettore. Infatti nel rapporto ISPRA (Tabella 1, p. 9), detto terremoto è classificato come “ipotizzato” indotto (come circa la metà dei terremoti riportati in quella tabella, d’altra parte). Ho ben presente uno studio di Mucciarelli su questo evento che sviluppava una serie di argomenti a supporto della tesi che questo evento potesse essere indotto, ma le conclusioni non erano ultimative. Da parte mia, infine, non ho veramente nessun motivo per controbattere alle testimonianze di sismicità debole nell’area dell’Amiata».

Sicuramente torneremo su questi argomenti anche perché in Italia, purtroppo, si stanno muovendo solo ora i primi passi, non tanto sulla conoscenza quanto sugli interventi e la prevenzione.