Secondo Greenpeace l’iniziativa potrebbe far fallire il passaggio alla rinnovabili per salvare il carbone. La Commissione ha anche proposto di far decadere una norma esistente che prevede che venga immessa in rete l’energia da fonti rinnovabili prima di quella da inquinanti centrali a carbone o nucleari
Un pacchetto di misure pubblicato oggi dalla Commissione europea minaccia di far fallire gli sforzi per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, prolungando invece la nostra dipendenza dal carbone.
«Per raggiungere gli obiettivi siglati a Parigi, l’Ue deve accelerare la crescita delle rinnovabili e permettere a tutti i cittadini di giocare un ruolo importante per un futuro pulito e rinnovabile. Ma questo pacchetto di misure non fa altro che tirare il freno. Distribuisce soldi alle centrali a carbone e dà alle compagnie energetiche più potere di controllo sul sistema energetico, limitando il ruolo dei consumatori come produttori di energia rinnovabile» commenta Tara Connolly, consulente politica di Greenpeace Ue.
Le misure proposte dalla Commissione includono sussidi conosciuti come capacity payments, di cui beneficeranno carbone, gas e nucleare, con il pretesto di tenere le centrali pronte per essere accese. Al 2020 circa il 95 per cento delle centrali a carbone avrebbe i requisiti per ricevere questo sussidio, secondo la proposta della Commissione, che include un tetto massimo per la CO2 solo per le centrali a carbone di nuova costruzione.
La Commissione ha anche proposto di far decadere una norma esistente che prevede che venga immessa in rete l’energia da fonti rinnovabili prima di quella da inquinanti centrali a carbone o nucleari. Questo porterà ad ancora più casi in cui gli impianti di rinnovabili verranno spenti, in particolare quando ci sarà eccesso di offerta, perché è più semplice ed economico spegnere l’energia del sole e del vento piuttosto che le centrali a carbone o nucleari, che sono estremamente poco flessibili. Queste misure avranno l’effetto di bloccare gli investimenti nel settore delle rinnovabili.
La proposta della Commissione promuove, allo stesso tempo, il ruolo dei cittadini e delle cooperative per produrre, consumare, accumulare e vendere la propria energia rinnovabile. Ma propone anche di limitare la grandezza delle cooperative mettendo ai progetti una soglia massima di 18 megawatt all’anno di media.
Il pacchetto completo delle misure proposte dalla Commissione dovrebbe avere lo scopo di aiutare l’Ue a raggiungere i propri obiettivi al 2030 in termini di riduzione delle emissioni e incremento dell’efficienza energetica e della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Tuttavia, è davvero improbabile che questi provvedimenti mettano l’Ue in condizione di fornire il proprio contributo all’obiettivo di mantenere l’aumento di temperatura entro 1,5°C, come concordato lo scorso anno a Parigi.
Leggi l’analisi della proposta della Commissione (in inglese)