Le risposte del Wwf alle accuse di Survival

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Consideriamo inaccettabili i toni e le immagini usate da Survival contro il Wwf. Una campagna che non possiamo più tollerare, gravemente lesiva del ruolo, della storia e della dignità del Wwf che da sempre difende i diritti umani proteggendo la natura, in particolare nel bacino del Congo, impegno supportato negli ultimi anni dal Wwf con costanza e convinzione. Respingiamo quindi ogni accusa, e siamo sereni e sicuri che l’indagine avviata dall’Ocse servirà una volta per tutte a mettere a tacere una campagna diffamatoria e strumentale che Survival International ha lanciato nei confronti del Wwf. Oggi si aggiunge a questa triste vicenda la pagina più triste, l’uso strumentale di foto di bambini e di altri rappresentanti della comunità Baka che niente hanno a che fare con la nostra attività e totalmente inconsapevoli della strumentalizzazione che viene fatta della loro immagine. Questo non è accettabile.

Siamo certi che l’impegno che da oltre 30 anni il Wwf combatte al fianco delle comunità delle foreste contro gli interessi criminali di bracconieri e multinazionali nel bacino del Congo sarà riconosciuto e difeso. L’obiettivo del Wwf non è solo quello di proteggere uno dei luoghi più ricchi di biodiversità ma è di farlo insieme e per le comunità che vivono nelle foreste. Senza i Baka il nostro lavoro non sarebbe riuscito a frenare gli interessi di chi vuole rubare alle comunità locali risorse naturali, terra e diritti. In risposta alle gravi accuse mosse da questa nuova campagna di comunicazione il Wwf ribadisce che la propria azione sul territorio con le popolazioni Baka si svolge in modalità diametralmente opposta e lontana da quello che viene raccontato da Survival: questa associazione continua cioè a puntare il dito contro l’obiettivo sbagliato. Se nelle attività di controllo antibracconaggio realizzate dal governo camerunense anche con l’aiuto economico del Wwf si sono verificati degli illeciti saremo i primi, e senza sconti, a chiedere che sia fatta piena luce su eventuali violazioni dei diritti umani.

Quella che Survival conduce da anni contro il Wwf è una campagna diffamatoria nei confronti della quale il Wwf agirà a tutela della propria immagine e a difesa del lavoro che quotidianamente conduce in difesa della natura e del pianeta. Il Wwf, in qualsiasi parte del mondo, ha sempre messo in primo piano i diritti umani e la difesa delle popolazioni con le quali vengono regolarmente sviluppati e attuati tantissimi progetti di conservazione: senza l’affiatamento e la collaborazione con i Baka nel bacino del Congo, con gli Inuit nel circolo Polare Artico o con i Sionas in Amazzonia non avremmo potuto realizzare nulla di concreto per la conservazione della natura. Se ci viene segnalato il sospetto che possa esserci qualcosa che lede i diritti delle comunità con cui lavoriamo, noi ci attiviamo in tutti i modi per impedire che ciò avvenga: dunque, fare illazioni sul fatto che il Wwf si preoccupi solo di natura tralasciando gli interessi delle comunità locali è una vera e propria operazione diffamatoria. Per il Wwf il benessere delle comunità e la conservazione della natura sono tutt’uno. Non ci sono differenze o confini.

Per queste ragioni oltreché per la scelta di comunicazione da parte di Survival estremamente strumentale e forzata, il Wwf sta valutando a livello internazionale e nazionale una risposta adeguata.
Alle accuse contenute nella campagna di Survival il Wwf risponde aggiungendo anche la testimonianza diretta del direttore dell’Ufficio Regionale Wwf per l’Africa, Frederick Kumah: «Negli anni di lavoro in Camerun il Wwf ha operato a stretto contatto con i Baka e altre comunità locali per creare aree protette e nel fare questo abbiamo fortemente sostenuto i diritti delle popolazioni indigene. Il Wwf ha lavorato strenuamente per ottenere un migliore riconoscimento e l’affermazione dei diritti dei Baka. Ci rendiamo conto che c’è ancora molto lavoro da fare per migliorare le condizioni per i Baka in Camerun e per questo abbiamo sollevato la questione con il Ministero camerunense delle foreste e della fauna selvatica, sottolineando la necessità sia di migliorare i meccanismi per l’accoglienza e la risoluzione di casi di presunti conflitti o abusi sia di adottare misure appropriate nei casi riconosciuti, compresi quelli che possono coinvolgere le guardie governative.
«Il Wwf ha provveduto a fornire formazione sui diritti umani per le eco-guardie del governo ed è attualmente impegnata nel sostenere una revisione ministeriale in atto sulla condotta delle Ecoguard, chiedendo che vengano usate sanzioni tradizionalmente adottate dalla comunità e di esplorare ogni possibile collaborazione e attività nella comunità per un migliore controllo. Il Wwf accoglie con favore questa opportunità offerta da una discussione inclusiva in Camerun che porti il miglioramento delle condizioni per i Baka in modo che le persone e la natura possano convivere e prosperare».