Spreco alimentare, l’Ue senza strategia

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La relazione presentata dalla Corte alla Commissione ha individuato una serie di mancate opportunità e di potenziali miglioramenti che non richiederebbero nuove iniziative legislative o più fondi pubblici. Ma concentrando gli sforzi sulla creazione di una piattaforma, la Commissione, ancora una volta, non coglie l’occasione per risolvere il problema in maniera efficace

Secondo la Corte dei conti europea, l’Unione europea (Ue) può, e deve, intervenire meglio per combattere efficacemente lo spreco alimentare.
Questo quanto viene fuori dalla nuova relazione della Corte dei conti europea, la relazione speciale n. 34/2016 intitolata «Lotta allo spreco di alimenti: un’opportunità per l’Ue di migliorare, sotto il profilo delle risorse, l’efficienza della filiera alimentare».
Quello che si evidenzia nella relazione è che sebbene una serie di politiche dell’Ue abbia il potenziale per lottare contro lo spreco di cibo, detto potenziale non è sfruttato e le azioni intraprese sinora rimangono frammentate ed intermittenti mancando un coordinamento a livello della Commissione.
A giudizio della Corte, la proposta più recente dell’Ue per trattare lo spreco alimentare, vale a dire la creazione di una piattaforma, non affronta fino in fondo il problema.
Lo spreco di cibo è un problema mondiale che richiede un intervento a tutti i livelli. Le stime attuali indicano che, globalmente, circa un terzo del cibo prodotto per il consumo umano va sprecato o perso. L’assenza di una definizione comune di «spreco alimentare» e di un valore di partenza condiviso rispetto al quale calibrare gli interventi di riduzione dello spreco ha ostacolato la realizzazione di ulteriori progressi.
Bettina Jakobsen, membro della Corte responsabile della relazione, ha affermato: «La relazione presentata dalla Corte alla Commissione ha individuato una serie di mancate opportunità e di potenziali miglioramenti che non richiederebbero nuove iniziative legislative o più fondi pubblici. Ma concentrando gli sforzi sulla creazione di una piattaforma, la Commissione, ancora una volta, non coglie l’occasione per risolvere il problema in maniera efficace. Ciò che serve ora è un maggior allineamento delle politiche esistenti, un miglior coordinamento e il chiaro obiettivo politico di ridurre lo spreco alimentare».
Lo spreco di cibo è un grande problema della società moderna al quale negli scorsi anni è stata prestata maggiore attenzione da parte del pubblico e dei decisori politici; un problema la cui importanza è destinata ad aumentare, data specialmente la necessità di nutrire una popolazione mondiale in aumento.
Ma nonostante la crescente importanza data all’argomento nell’agenda politica, l’ambizione della Commissione europea è scemata nel tempo.
Lo spreco di cibo è un problema presente lungo l’intera filiera alimentare e quindi gli interventi dovrebbero riguardare l’intera filiera, con potenziali vantaggi per tutti gli attori coinvolti. Si dovrebbe porre l’enfasi sulla prevenzione, dato che i benefici derivanti dall’evitare gli sprechi sono maggiori rispetto a quelli derivanti dall’occuparsene a posteriori. Ma sebbene l’esistenza di una serie di politiche dell’Ue affrontino la lotta contro lo spreco di cibo, l’impatto delle varie politiche sulla lotta contro lo spreco di alimenti è stato valutato dalla Corte in misura palesemente insufficiente.
Importanti settori di intervento, quali l’agricoltura, la pesca e la sicurezza alimentare, svolgono tutti un ruolo e potrebbero essere utilizzati per meglio combattere lo spreco alimentare. Va riconosciuto che, nel tempo, le modifiche alle politiche, comprese le riforme della politica agricola comune (Pac) e della politica della pesca, hanno avuto un impatto positivo, impatti frutto di coincidenze e non il risultato di un’azione politica mirata.
Tre le raccomandazioni che formula la Corte e che riguardano la strategia dell’Ue per combattere lo spreco alimentare che dovrebbe essere potenziata e coordinata meglio, la Commissione dovrebbe partire dalle misure inizialmente prese e sviluppare un piano d’azione per gli anni a venire; il coordinare le varie politiche potenzialmente in grado di lottare contro lo spreco di cibo, la Commissione dovrebbe tener conto dello spreco di alimenti nelle proprie future valutazioni d’impatto e allineare le diverse politiche dell’Ue che lo possono combattere; la Commissione dovrebbe incoraggiare il dover facilitare la donazione di alimenti che andrebbero altrimenti sprecati, e un’ulteriore sfruttamento della possibilità di donazioni esistenti e valutare come facilitare la donazione in altri settori d’intervento.
Perché lo spreco di cibo è un problema mondiale verso il quale non sono state fornite risposte adeguate. Gli alimenti sono un bene prezioso che non ci si può permettere che venga sciupato, eventualità insensata che provocherebbe ingenti costi ambientali, economici e sociali.
L’Ue deve fare di più, potenziando e coordinando in modo migliore tutta la filiera, riflettendo su come utilizzare le politiche esistenti, e se non sufficienti varandone altre, per meglio lottare contro lo spreco e la perdita di alimenti.