«Chiedo che si faccia chiarezza al più presto e che si risalga, con indagini opportune, alle reali cause di questo fenomeno inspiegabile, per tranquillizzare le popolazioni ed anche i sindaci dei comuni interessati. Pur adoperando quella cautela che ci suggerisce di attendere i risultati delle analisi già avviate dall’Arpab, voglio ribadire che qualora dovesse trattarsi di inquinamento dovuto ad insediamenti industriali non opportunamente controllati e condotti, l’Ente Parco intende esercitare la legittimità di costituirsi parte civile ed addurre un’azione risarcitoria per eventuali danni ambientali provocati da questo fenomeno»
L’inquinamento del Pertusillo, continua a preoccupare Enti coinvolti ed opinione pubblica. Le rassicurazioni date ieri dal presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, non convincono tanto più che vengono fatte in assenza di analisi. Le analisi per individuare la presenza di idrocarburi non si effettuano in un giorno ed è quindi legittimo il sospetto.
La petrolizzazione della Basilicata e di qualsiasi altro territorio rappresenta un anacronismo scientifico, economico e programmatico nel momento in cui altrove si progetta uno sviluppo decarbonizzato.
Assume pertanto il tono di un accorato appello la dichiarazione del presidente del Parco nazionale dell’Appennino Lucano, Domenico Totaro. «Cadono come un macigno – dice – sul Parco nazionale dell’Appennino Lucano le ultime notizie pubblicate dai media sulla situazione del Lago del Pertusillo, ritenuto presumibilmente inquinato da sostanze derivanti da idrocarburi, data la colorazione anomala delle sue acque. Il Parco dal suo decreto istitutivo, che risale al 2007, svolge una costante attività di tutela dell’immenso patrimonio naturalistico e di biodiversità di quest’area della Basilicata e ci vuole vedere chiaro.
«Mi auguro – continua Totaro – si tratti di un’anomalia dovuta a delle cause esclusivamente naturali. Il Pertusillo è un ambiente di estremo rilievo per l’area del Parco ed è una risorsa chiave per la sua importantissima funzione. Si tratta, infatti, di un ecosistema delicato la cui presenza floro-faunistica è completamente in simbiosi con l’ambiente naturalistico circostante. È un’area che va salvaguardata e monitorata nel modo migliore possibile se consideriamo, altresì, che fornisce acqua a moltissimi territori della Basilicata e della Puglia, oltre ad essere utilizzato per le irrigazioni agricole i cui prodotti arrivano sulle nostre tavole»
Ed aggiunge «esprimo la mia grande preoccupazione per questa situazione. Chiedo che si faccia chiarezza al più presto e che si risalga, con indagini opportune, alle reali cause di questo fenomeno inspiegabile, per tranquillizzare le popolazioni ed anche i sindaci dei comuni interessati. Pur adoperando quella cautela che ci suggerisce di attendere i risultati delle analisi già avviate dall’Arpab, voglio ribadire che qualora dovesse trattarsi di inquinamento dovuto ad insediamenti industriali non opportunamente controllati e condotti, l’Ente Parco intende esercitare la legittimità di costituirsi parte civile ed addurre un’azione risarcitoria per eventuali danni ambientali provocati da questo fenomeno».